Kaplja – Damijan Podversic

Ho scoperto i vini di Podversic qualche anno fa, alla Tana degli Orsi di Pratovecchio. Damijan, il produttore, è amico dei proprietari, Caterina e Simone.
E’ uno degli eretici friulani, il suo vino che preferisco è la Ribolla Gialla, interpretata con ottica gravneriana (ma personale).
Podversic è anche uno dei punti di riferimento di Stefano Amerighi, interprete biodinamico di uno dei Syrah cortonesi più apprezzabili.
Ho bevuto un vino di Podversic ieri sera, in un luogo dove non andavo da tempo. Si chiama Il Vicolo, nel cuore di Civitella in Val di Chiana. Era una pizzeria, è diventata altro. Un ristorante con una carta dei vini davvero pregevole: ricca, ben fatta, con molte bottiglie naturali e porthosiane. La veduta è splendida, la cucina discreta. I ricarichi mi sono parsi decisamente alti.
Con alcuni amici, ho ordinato un Kaplja 2005. Una bottiglia che non avevo mai sentito di Podversic. In rete si trova a 27 euro, al ristorante 31 (una delle bottiglie meno “ricaricate”).
Non mi ha convinto appieno. La bottiglia era a temperatura cantina, è stata messa nel cestello con ghiaccio ma non è stata presentata al massimo della sua forma (per quanto questi vini vadano bevuti a temperature più alte rispetto ai bianchi canonici).
Solito colore giallo torbido, cupo, dovuto alla macerazione sulle bucce. Al naso delude un po’, tradendo quell’effetto lievemente ossidato che detesto nei vini bianchi macerati: o raggiungi un’eleganza indiscutibile (che nella Ribolla Gialla di Podversic c’è, eccome), oppure scivoli nel famolostranismo sterile. Genere Sherry secco o Savagnin ossidato – noooooooo – del Jura francese.
Al gusto si è rivelato squilibrato: nota acida, polpa irregolare (una sorta di “struttura vuota”: come mordere una pesca e trovarla vuota), chiusura non felicissima. Un vino scombinato, che è migliorato a temperatura più bassa (ma non è un pregio: vuol dire che è andato meglio quando è stato in qualche modo anestetizzato).
Il Kaplja è un blend a maggioranza Chardonnay, poi 30 percento Friulano e 20 Malvasia Bianca. La fermentazione avviene in presenza delle bucce in tini di rovere tronco-conici, senza controllo della temperatura e senza lieviti selezionati, enzimi e chiarifiche. La maturazione ha luogo in botti di rovere da 20 e 30 ettolitri e in tini tronco-conici di rovere da 20 e 30 ettolitri per un anno.
Per quanto stimi (molto) Podversic, la sua coerenza e il suo talento coraggioso, questo Kaplja 2005 non mi è sembrata la sua bottiglia migliore.

Tags:

14 Responses to “Kaplja – Damijan Podversic”

  1. Della ha detto:

    Ciao Andrea, nbtizia ben lungi da questo tipo di vino:
    hai letto che Suckling è andato in pensione? Sei triste? 😉

  2. Andrea Scanzi ha detto:

    Non ci dormo la notte, Della. Sono devastato dal dolore.

  3. gianmarco ha detto:

    una prece

  4. Della ha detto:

    lo immaginavo 😀

  5. giovanni ha detto:

    Franco Ziliani ha dato un colpetto di tosse. Sarà nascosto dietro il divano ?

  6. Gabriele ha detto:

    Di Damijan ho assaggiato tempo fa la ribolla e ne ero rimasto estasiato, forse che lo Chardonnay non sia adatto alla macerazione?

    Visto che ci sono stati altri fuori target, leggendo i premi Ais 2010 mi è caduta letteralmente la mandibola, sempre più ho il sospetto che ci sia una “cricca” anche nel mondo del vino, che ne pensi?

  7. Luca Miraglia ha detto:

    E’vero, Andrea, i vini bianchi da lunghe macerazioni (“orange wines”, anglofonicamente parlando) corrono spesso il rischio di risultare squilibrati, specialmente se bevuti troppo giovani; mi meraviglia, perciò, l’infelice esperienza vissuta con la bottiglia di Podversic, che avrebbe già la maturità anagrafica necessaria per una bella beva.
    Forse era stata soltanto conservata male, e questa circostanza, come sai, ha conseguenze terribili sui vini “naturali”.
    A presto.

  8. Andrea Scanzi ha detto:

    @Luca. Può essere, ho volutamente fatto riferimento alla temperatura sbagliata e alla presentazione non impeccabile. Credo però anche – e qui riprendo Gabriele – che la Ribolla sia più adatta alla lunga macerazione e agli orange wines. Non metto in dubbio la bravura di Podversic, ma quella bottiglia non è la sua creazione migliore. Un po’ come scegliere Bob Dylan ma prendere Self Portrait o Under a red sky: l’artista c’è, il disco (quel disco) un po’ meno.
    @Gabriele. Riguardo alla cricca: da quando ti stupisci dell’ovvio? 🙂 Certo che esiste un potere forte, che dà da mangiare a tanti, e con esso una serie di cani da guardia (giornalisti, opinion maker, consulenti) pronti a difendere lo status quo e proteggere se stessi dalle ingerenze dei reprobi. Ricordati il “grande caso” costruito attorno a una pagina del mio ultimo libro. Grandi scomuniche, post deliranti, minacce: e poi? Una mazza. 😉 Basta saper leggere le persone giuste e affidarsi ai vignerons onesti. Ce ne sono.

  9. Gabriele ha detto:

    Che ci fosse un giro “strano” in Bibenda l’avevo capito quando hanno fatto sparire dalla Duemilavini gente come Murana o Travaglino, osannati fino all’anno prima.

    Ma i premi di quest’anno mi sembrano incredibilmente sfacciati, se Cecchi è la miglior cantina d’Italia passo alle bibite gassate!!!

    Comunque per fortuna c’è il Web (grazie per le tue dritte), il passaparola fra amici, qualche enotecario non allineato.

    A Novembre al posto della Duemilavini mi compro una ribolla di Podversic!!!!

  10. gianmarco ha detto:

    bravo. bringing it all back home e oh mercy sono un po’ (eufemismo) meglio, in effetti. e invecchiano anche bene

  11. riccardo ha detto:

    Ciao Andrea, e sul discorso solforosa come e’ andata? Dato che lui stesso dichiara apertamente di metterne un po’ ( sopra i 100 mg/l) che per i vini naturali comincia gia’ a farsi sentire. Comunque l’annata 2005 in Friuli e’ stata un po’ sotto tono , ma Damijan rimane sempre un grande ,
    un saluto da riccardo

  12. Michele ha detto:

    Un vino che non piacerebbe a Luca Maroni: Il Frappato di Cos.
    In realtà non so se possa essere outtake, l’azienda è abbastanza nota. Però le caratteristiche per non piacere a Maroni dovrebbe averle. E a me piace da matti.

  13. rossal (ross*+sal) ha detto:

    Abibamo bevuto un Kaplja 2003 un paio di anni fa (2007-’08) ed è stato da molto buono (all’inizio) a strepitoso (man mano che passava il tempo). Accompagnò subito egregiamente dei fagottini di spada filettato a mo’ di carpaccio farciti di verdurine e olive e proseguiì per il resto della cena – più strutturata – in modo sempre nuovo e sorprendente. Se il Ribolla gialla di Damjan Podversic è il suo prodotto migliore, ricordiamo comunque il suo Kaplja come bevuta assolutamente memorabile.
    Nella nostra umile cantina giacciono ancora una bottiglia di Kaplja e una di Ribolla 2003 dello stesso vignaiuolo felice (così ce lo ricordiamo quando lo incontrammo) in attesa fremente di essere stappate e assaporate.
    Ci chiediamo: chissà se l’hanno conservata come si deve quella bottiglia che hai bevuto tu. Secondo noi i vini cosiddetti naturali (o simili) hanno bisogno di maggior attenzione proprio nella conservazione: sbalzi di temperatura e umidità potrebbero nuocergli di più rispetto ad altre bottiglie.
    Un caro saluto:)rossal

  14. arturo zanarotti ha detto:

    ma si conserverà meglio un vino con acidità aggiunta o un vino naturale per così dire che l’acidità dovrebbe averla di suo?O sarà solo la solforosa a fare questa parte difficile nella vita di un vino?

Leave a Reply