Feedback: Il viandante bevitore

Questa è una recensione che mi lusinga. L’ha scritta Mauro Erro e lo ringrazio. Il post di oggi, mentre sono in volo per Assen, è suo.

“Scanzi mi garba.
Le sa dare. E quando dico che le sa dare, parlo di tecnica pura e semplice. Tecnica di penna, ovviamente. Usata a mo’ di fioretto o sciabola di volta in volta.
Talvolta sono intransigente. Che si scriva in un italiano non solo corretto non è un optional.
Non solo. È anche affilato come quelli che furono e che difficilmente trovi oggi.
Non ho ancora letto il suo libro, ma il suo blog cerco di seguirlo.
Mi piace quando lo leggo su Micromega ed ancor di più su La stampa. Quando riesco.
La recensione sull’ultima fatica di Ligabue era da applausi, ad esempio. E non ho ascoltato l’album.
Infine, con il vino se la cava niente male.
Nell’ambiente mi sa che un po’ lo si snobba. Anche perché lui dell’ambiente non è. Talvolta da l’idea del primo della classe, di quello so tutto io. E non ha sempre ragione. Ma fargliene un colpa addirittura.
D’altronde è sfrontato, bello, ha un discreto successo, due Labrador e sembra pure felice.
Quando è troppo è troppo.
Una bella novità come l’ultimo prosecco spumante Brut di Frozza, un cru da un’unica vigna, che ho stappato quando ho iniziato a scrivere questo pezzo.
E di cui mi rimane quest’ultimo sorso.
Con dedica” (Mauro Erro)

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3 Responses to “Feedback: Il viandante bevitore”

  1. Luca Miraglia ha detto:

    Caro Andrea, tecnicamente quella di Mauro Erro non è una recensione, avendo lui espressamente affermato “non ho ancora letto il suo libro”.
    E’ invece l’occasione, rafforzata dalle sue osservazioni, calzanti come al solito, sul Fiano di Picariello, per un incontro di penna che, come ho già detto, auspico fortemente possa diventare conoscenza diretta perchè siete due gran belle teste ed avete dalla vostra l’entusiasmo dell’età.
    Ribadisco il desiderio di vedervi insieme qui in Campania, oppure … già sai dove in Casentino!

  2. Nic Marsèl ha detto:

    Sono andato da Frozza dopo aver letto un tuo post e ne valeva la pena (sia di leggere il post che di adare a Vidor). Solo prosecco declinato in cinque modi diversi, tutti freschi croccanti e sapidssimi. La mia preferenza (da verificare a freddo) è andata alla nuova selezione (una specie di cru del colle dell’orso), ma ho trovato molto interessanti anche la versione ferma “opereta” (dicono sia il vero tradizionale, quello che si beveva una volta in loco) e il sur lie o “colfondo”, vero motivo del viaggio. Ora le bottiglie riposano nella mia cantina ma presto ci accompagneranno in tavola per trovare la loro collocazione ideale.

  3. Gianmaria ha detto:

    Una Bella Bottiglia Di Catalanesca Del Vesuvio? La Vogliamo Buttare? 3 Euro Dal Contadino Alle Falde Del Monte Somma, Ben Spesi. Peccato Che Questo Tipo Di Vino Non Venga Venduto Altrove, Ma Chiunque Lo Abbia Assaggiato(Tra Cui Un Mio Amico Del Chianti), Ha Apprezzato!

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