Enoteche sbagliate

A volte mi chiedo se debba ricorrere alla sempiterna frase Lei non sa chi sono io.
L’altra sera ero ospite da amici. Avevo portato due bottiglie delle mie. Si aggiungono d’improvviso altri commensali, qualcuno dice Ho io il mio bianco. So a quale bianco allude, genere Ronco Uber Alles. Tremo e dico Ci penso io, tanto c’è un’enoteca qui vicino.
Un’enoteca molto nota e fornita. Li conosco, loro conoscono me. Solo che – bontà loro – non sanno che, rispetto al ragazzo che 8 anni fa sceglieva i vini piluccando nelle guide, un po’ sono cambiato e forse di strada ne ho fatta (cit). Evidentemente leggono solo il Gambero Rosso, e non gli ultimi numeri.
Loro invece, di strada, manco mezza. Non sanno chi sono ma io so chi sono loro. Venerazione per i voti di Wine Spectator (auguri, vai), culto di Robert Parker (oh mamma mia), adorazione di Michel Rolland (nooooooooooo). E in più una logorrea senza pari (DETESTO quelli che parlano troppo, lo accetto solo dalle donne bellissime e a volte neanche da loro. I chiacchieroni e le prolisse sono iatture bibliche).
Le mie visite in questa enoteca, di cui non farò il nome, sono calvari dalla trama già scritta. Mi raccontano di aver visitato aziende dove sono stato il giorno prima (ma quando glielo dico non mi filano: il logorroico è sempre bravo-solo-lui e non ascolta mai). Mi consigliano vini che mi fanno schifo (di cui nei libri parlo malissimo). Mi citano quali exempla giornalistici colleghi che detesto (e loro detestano me).
La loro idea di vino è americana, modernista, piaciona. I biodinamici li detestano, Porthos lo usano per bruciare le pigne.
Voi direte: perché allora ci vai? Perché a volte non ho alternative. Ancora: perché non gli dici chi sei? Perché il mio Ego debordante lo sfodero quando ne vale la pena. E infine: perché i vini non li scegli da soli? Perché non me lo permettono. I proprietari mi assaltano, insensibili alle mie richieste e virando sempre verso i loro vini Tre Bicchieri di questa gran ceppa. Vini due-palle, vini Nuntereggaepiù.
L’unica è salvarsi in corner e tirarla corta. Ma mica è facile.
L’altra sera volevo due bianchi altoatesini. Sono uscito con un Grillo Mozia 2009 di Tasca d’Almerita e un Meriggio 2009 di Fontodi. Il primo, per l’enotecaro, era straordinario (come no). Il secondo, per l’enotecaro, era uno dei pochi bianchi meritevoli (e già qui sono più d’accordo).
Del Grillo Mozia di Tasca d’Almerita (nuova etichetta, Mozia è una piccola isola un tempo insediamento fenicio) non salvo molto: sia chiaro, è fatto bene, nulla da dire, ma un bianco da 17 euro che non ha anima poteva andarmi bene giusto quando ancora credevo – nel secolo scorso – nei poteri divinatori del Vintage Tunina di Jermann.
Del Meriggio Fontodi già parlo meglio. L’azienza è giustamente nota per altre bottiglie, su tutti il Flaccianello semper fidelis, ma questo uvaggio a maggioranza Sauvignon Blanc con piccole percentuali di Pinot Bianco dice la sua. Profumi di pompelmo e fiori d’acacia (qualche guitto butterebbe là anche un’altra cosa a caso, tipo “ramo di pomodoro” o – why not – betulla appassita d’ottobre). Ma neanche quel vino – sui 16 euro – mi ha cambiato la vita.
Conclusione: o mi decido a presentarmi per intero, o cambio enoteca. Oppure, quando a cena si invita qualcuno all’ultimo momento, gli faccio bere l’acqua. O il vino simil-Ronco della casa (non mia).

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24 Responses to “Enoteche sbagliate”

  1. Gabriele ha detto:

    …chissà perchè ho capito già dal titolo dell’articolo a chi ti riferisci!!!!;)

  2. Nic Marsèl ha detto:

    Peccato per il mozia. Mi ero ripromesso di assaggiarlo dopo aver letto che il vigneto è tra le saline e che la vendemmia prevede il viaggio dell’uva su piccole barche per raggiungere la sicilia. Mi sembrava affascinante.

  3. Pietro ha detto:

    Andrea, mi fai morire! E’ stato divertente leggere il tuo post e ricordare che anche io credevo nei ” poteri divinatori del Vintage Tunina” e nell’infallibilità dei 3 bicchieri. W l’evoluzone del gusto e delle idee.

  4. Massimo Barbolini ha detto:

    Sembra la mia enoteca, ma non la e’ per il semplice motivo che mia moglie ti sarebbe saltata addosso, sessualmente intendo…Bel post. Fognini ieri si e’ un pochino Gasquettizzato…

  5. Elisabetta ha detto:

    “ego debordante” li hai colpiti in punta di fioretto!! Ma quando ce vò,ce vò!!!

  6. Davide ha detto:

    “Tre Bicchieri di questa gran ceppa” è fantastico. Fossi in te farei una rubrica ad hoc. L’unica mia delusione è che credevo che uno come te avesse un centinaio di bottiglie a disposizione sempre. 😉

  7. Chinaski ha detto:

    approvo!

  8. Enone ha detto:

    ahahahah.. Quanto vere furono tali parole!!!

  9. Michele ha detto:

    I poteri divinatori del vintage tunina è roba da pulitzer solo per questa frase…Uno dei vini più sopravvalutati al mondo…Per non parlare dei monovitigni di jermann. Il gambero rosso è stata una guida nei miei primi anni di imberbe cercatore di vini mi fa piacere che non sono stato l’unico a muovere i miei primi passi nel vino con questa guida. Poi per fortuna si evolve…

  10. Andrea Scanzi ha detto:

    @Davide. Le ho, infatti. Ne ho trecento (anche più, credo), ma dovevamo essere in 3 e avevo portato due vini. Poi siamo diventati 9 e non avevo più scorta, casa mia era distante. 😉
    @Nic. Non sono il Vangelo, eh. 🙂 E non ho scritto che è un vino cattivo. Ma se devo stare in Sicilia, viro sul Carricante, per dirne uno (di alcune aziende, non tutti). Il Grillo Mozia ha senz’altro una bella storia, e buona sapidità, ma l’ho trovato deficitario quanto a personalità e troppo perfettino per i miei gusti. Tutto qua.
    @Gabriele. Sì, credo tu abbia capito a quale enoteca mi riferisco.
    @Massimo Barbolini. Hai un bel blog e (per quel che vale) sono d’accordo sul Pinot Nero del Pendio, un pallino di Porthos secondo me un po’ troppo pompato (ma il Metodo Classico è ben fatto, a parte l’etichetta orrida). Il Parafada 2005 è giovanissimo, anche se dei 3 Massolino è in via teorica il più facile. Comunque meglio altre annate, la 2001 ad esempio.

  11. Massimo Barbolini ha detto:

    Grazie, e’ sempre un piacere leggerti ma il tempo per commentare e’ sempre poco..Assaggero’ la 2001.. Buon lavoro.

  12. Elena ha detto:

    Ciao Andrea!
    sabato mattina parto per la Champagne! E lo so che non te ne importa niente – giustamente – ma sono troppo felice e mi andava di condividere con te! Naturalmente parto con gli appunti presi dal capitolo apposito de “Il vino degli altri”.
    Bisoux!

  13. Stefano & Francesco ha detto:

    Ciao Andrea,
    un paio di ringraziamenti doverosi a…colui al quale abbiamo affidato la nostra personalità: viva la libertà, viva le palle, viva l’originalità! Ci sono rimasti solo due difetti: le superga e le infradito. Eccheccavolo, ci sarà la prossima conversione!
    A parte tutto (ci piaci davvero, e cerchiamo di leggere molto di quello che scrivi) vorremmo ringraziarti per la stupenda “solita” fonduta di pesce, che ci siamo mangiati in compagnia una sera accompagnata da due Franciacorta Numerozero Pas Dosè dei Fratelli Muratori. Non sappiamo se lo conosci, ama cavolo se è tanta roba! A proposito, vorremmo esagerare e proporti un Equipe 5 della Cantina di Soave: se lo provi, a parer nostro è davvero buono, generoso al naso, sapido e fresco, intenso in bocca. Grazie per la fonduta suggerita dai tuoi libri.
    E grazie per le indicazioni del Piemonte, il prossimo weekend andiamo. Abbiamo già organizzato la visita da Elio Grasso e Beppe Ca’ Viola. Prima delle Langhe si va da Giulia Cavalleri. E il sabato pomeriggio, Flavio Roddolo ci ha concesso l’onore di dedicarci un po’ del suo tempo!
    Ah, un’ultima cosa: un complimento per come riesci a creare, disegnare le persone che conosci e che fai conoscere nei tuoi libri sul vino. Una pennellata, breve e intensa (magari gli impressionisti ti piacciono pure) e nelle tue pagine, oltre al vino, la geografia, la musica e ai film, c’è anche l’uomo.
    Un abbraccio
    Roger fino alla noia…e oltre, dato che ci sei già arrivato.
    Per finire: MAGICA, MAGICA TRIPLETA! e grazie per le predizioni di ottobre, manca solo Milito pallone d’oro per vederti sotto una tenda con una palla di vetro e il poster di Nostradamus alle spalle!
    Stefano & Francesco

  14. Stefano ha detto:

    Carissimo Andrea, ti rubo (da sommelier ci diamo del TU) un paio di minuti per complimentarmi con te per il libro ELOGIO DELL’INVECCHIAMENTO. Lo ho trovato molto utile e divertente. Sono in sintonia con te su tante cose, io amo il mondo del vino, ma non mi vedrai servire a nessuna comunione. Dopo essere diventato sommelier ho continuato a studiare e cercare di imparare. Ho iniziato una collaborazione con la rivista LAVINIUM per la quale vado a conoscere i produttori della mia regione, il FVGiulia ed è un modo per continuare ad imparare. Ed è lì che ho letto del tuo libro e a scatola chiusa lo ho comprato, assieme all’ultimo uscito (approffitando dell’offerta BOL 3X2). IL VINO DEGLI ALTRI inizio ora a leggerlo, ma sono sicuro mi piacerà.
    Per uno come me praticamente neofito, che altri letture mi consiglieresti che sono ASSOLUTAMENTE da non perdere?
    Grazie mille e complimenti

  15. Armando ha detto:

    @ Stefano… mi permetto di intervenire per consgliare un libro da leggere: Massimo Ubigli, i Profili del vino…io lo inizio domani daccapo dopo averlo piluccato un po’ qua e là. Leggillo: è come andare a scuola di tennis da Ivan Lendl per poi passare ad applicare la teoria sui campi accompagnato da Gattone Mecir…il massimo…

  16. gianmarco ha detto:

    parole sante. anch’io, da neofita, anni fa prendevo per vangelo le segnalazioni del gambero. poi però ho cominciato a incrociare i giudizi, a guardarmi intorno: hugh johnson, espresso (la guida fatta meglio, x me, senza apriorismi), maroni (ebbene sì, ma dopo aver capito la sua personalissima “filosofia” e aver apprezzato la sobrietà lessicale, ho letteralmente buttato il libro nel cestino), go wine, bibenda e infine, il mare magnum del web. il tutto come scrivi spesso tu va verificato con il proprio gusto personale. a me fa piacere, x esempio, aver scoperto da anni che i vini dell’etna sono tra i più buoni e originali d’italia (x me). oggi se ne sono accorti tutti, ma fino a 4-5 anni fa a roma trovavi a malapena le bottiglie di benanti. anzi, spero che l’assalto dei produttori non provochi danni. ad agosto vado lì, lo chiederò a salvo foti (se riesco a parlarci)

  17. antonio ha detto:

    Peccato in quell’enoteca non avessero un Bianco Breg Anfora d’annata!!!!
    Da settembre(se riesco ad aprire la mia enoteca per quel periodo)se ti trovi ad andare a cena a Roma in zona Pigneto o Tor Pignattara passa da me!!!Hihi

  18. davidep ha detto:

    Post bellissimo….non c’entra niente, ma una menzione a Fognini per ieri sera la regaliamo?

  19. Nic Marsèl ha detto:

    Andrea, non sarai il vangelo ma ho preso le misure sui tuoi assaggi e se devo spendere 17 euro, piuttosto che un vino a tuo giudizio perfettino e senza personalità (il mondo ne è pieno), preferisco scegliere una bottiglia con qualche difetto ma anche qualche possibilità in più di rimenere impressa nella memoria.

  20. Maurizio ha detto:

    Bellissimo post, da appendere in qualche enoteca. Che ne pensi dei vini di Icardi? Ci sono stato qualche giorno e ci ho scritto un post “rurale”. 🙂 http://tornoaivinili.blogspot.com/2010/05/naked-as-we-came.html

  21. Simone ha detto:

    Buonasera e tanti complimenti…sto leggendo in questi giorni il libro”il vino degli altri” e lo trovo decisamente ben fatto…
    Sono contento perchè è esattamente come me lo aspettavo…tecnico e ricco di interessantissme dritte ma non palloso e legato a schemi classici dei libri che solitamente trattano della tematica vino…
    i giudizi vengono dati senza peli sulla lingua (come nel tuo stile..) anche a costo di sembrare blasfemo:-)..ho avuto modo di scoprire dalle foto e dai numerosi post che sei anche un appassionato di cucina e di panificazione..volevo chiederti se oltre a essere un grande intenditore e soprattutto grande amante del vino, lo sei anche delle birre..chiedo questo perchè trovo che anche quello sia un mondo bellissimo e molto interessante…(e anche se ho 26, posso dire con orgoglio di aver largamente precorso i tempi per quanto riguarda la diffusione della birra artigianale in Italia…:-) )
    un saluto, continua così!!
    Simone

  22. Nic Marsèl ha detto:

    @Stefano : mi permetto anch’io di intervenire per consigliare qualche lettura. Su tutto “Vino al vino” di Soldati, poi “Il romanzo del vino” di Cipresso e personalmente trovo sempre interessante spiluccare “Il vino : 100 domande e 100 risposte” di Sicheri (Hoepli).

  23. Andrea Scanzi ha detto:

    @Nic Marsel. La cosa buffa è che a Simone, via mail, avevo dato gli stessi consigli di lettura (aggiungendo anche i libri di Marco Pozzali). Grazie per la stima.
    @Davidep. Di Fognini ho parlato giorni fa nel blog de La Stampa, anche qui NO. 🙂

  24. Gennaro ha detto:

    Ciao Andrea,
    ho letto entrambi i tuoi libri(perciò mi permetto il “tu”:) e li ho trovati godibili e divertenti, sia per il modo di scrivere non prosaico(come direbbe i nostro amico Paul) sia per la completezza delle informazioni(i refusi secondo me sono un modo per vedere se il lettore è attento:D). Concordo pienamente con questo post, gli enotecari parkerizzati sono il peggio che possa capitare soprattuttto ai neofiti, che vengono letteralmente violentati sia ecomicamente che enoculturalmente. Inoltre concordo altrettanto pienamente, sia con l’evoluzione del gusto,(sempre sia lodato) sia con il fatto che la logorrea possa appartenere e neanche sempre, alle belle donne!

    Continua cosi ed io ti seguirò(forse suona troppo biblico, ma rende l’idea del mio apprezzamento per ciò che fai).
    Un saluto a presto

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