Vini ostinati e contrari: Pinot Grigio Ronco Severo

IMG_1660_2E’ una tipologia che meriterebbe più visibilità: il Pinot Grigio ramato. La parola “ramato”, in realtà, sarebbe un’aggiunta pleonastica. Diventa però necessaria se si è abituati a bere i Pinot Grigio bianchicci, nati cioè senza macerazione. La tipologia ramata appartiene a quella galassia – ora mirabile e ora modaiola – che gli americani chiamano “orange wine”: i bianchi vinificati come se fossero rossi, macerati a contatto con le bucce (ed è la buccia che contiene antociani e dà colore). I maestri di tale tipologia sono quasi tutti nella zona di Gorizia e Trieste, fino al confine sloveno e poi il Carso. Un guru come Gravner, negli anni, ha abbandonato il Pinot Grigio reputando che l’unico vitigno bianco meritevole di attenzione fosse la Ribolla Gialla. Altri, invece, continuano. E continuano bene: Klinec, Terpin, Princic, Podversic, Radikon Junior. Una delle ultime entrate è l’azienda Ronco Severo di Stefano Novello. Fa parte di Vini Veri, si trova a Prepotto (Udine). Ventotto giorni di macerazione in tini troncoconici di rovere, senza controllo della temperatura né uso di lieviti selezionati. Niente enzimi e un’idea filosofica di biologico: “Il biologico è avere il posto giusto, il territorio dove fare la tua cosa ed essere in pace con sé stessi. Senza questi due elementi non si va da nessuna parte”. Il suo Pinot Grigio ha sentori di cognac, armagnac e mallo di noce. La bevibilità è da applausi, l’eleganza non manca. Vino per ora di nicchia, tutto da scoprire. (Il Fatto Quotidiano, 30 marzo 2015. Ventesimo numero della rubrica “Vini ostinati e contrari”. Ogni lunedì in edicola)

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5 Responses to “Vini ostinati e contrari: Pinot Grigio Ronco Severo”

  1. Stefano ha detto:

    Vini interessanti con prezzi ottimi per questa interpretazione di vini macerati.
    Peccato che nella ristorazione in Valtellina dove mi trovo fatica ad inserirsi.

  2. Giacomo Cecotti ha detto:

    Il Pino Grigio di Stefano Novello è uno dei vini macerati sorpresa dell’ultimo anno. Ha una bella ricchezza olfattiva e gustativa, un calore avvolgente come la persona di Stefano.
    Per precisione il virgolettato: “Il biologico è avere il posto giusto, il territorio dove fare la tua cosa ed essere in pace con sé stessi. Senza questi due elementi non si va da nessuna parte” è tratto dal seguente articolo http://bora.la/2015/01/08/ronco-severo-vini-di-stefano-novello-empatia-al-primo-sorso/

  3. Stefano Cergolj ha detto:

    Per descrivere i vini di Stefano Novello dovrei usare un luogo comune, e cioè dire che rappresentano l’anima del produttore. Ma è proprio cosi’. Vini generosi, veri e senza doppia faccia. O si amano o non si amano. Ma la seconda ipotesi non la prendo nemmeno in considerazione. Ricchi di corpo e alcol, hanno però aromi e una spalla acida che li rende “bevebilissimi” e con enormi prospettive di invecchiamento.
    Da provare anche la Ribolla Gialla, il Friulano, il Severo Bianco e il Merlot. Notevoli
    P.S. Andrea ho visto che hai recensito anche la Vitovska di Zidarich. Magari ti ricordi durante la presentazione del tuo libro a Monfalcone, prima dello spettacolo teatrale, di un tizio (IO) che ha voluto renderti omaggio di un suo vino…ma in quel periodo non stavi benissimo ed eri in leggero ramadam enoico!!! 🙂

  4. Alessandro ha detto:

    Mai bevuto un simile pinot.

    Congratulazioni

  5. Stefano ha detto:

    Concordo su tutto. Ronco Severo è diventato un punto di riferimento per i vini del Friuli.
    Complimenti e Auguri di Buona Pasqua Andrea, dall’Alta Valtellina, Bormio.

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