Vini ostinati e contrari: Brunello di Montalcino Podere Sante Marie

IMG_1156E’ bizzarro ma forse anche emblematico che, per trovare un Brunello come si deve e senza per questo impegnarsi in un mutuo, occorra cercare una piccola azienda gestita non da toscani. Bensì da bergamaschi. I coniugi Marino e Luisa Colleoni. Non senza sacrifici, negli anni Novanta hanno acquistato questo Podere Sante Marie ai piedi di Montalcino. Vigneti di origine vulcanica, altitudine di 477 metri sul livello del mare. La vista, d’incanto, è in grado di dominare tutto. Un tempo questi luoghi erano terrazzamenti difensivi, eletti a baluardo della repubblica senese. Poche le bottiglie prodotte, neanche 10mila l’anno. Quasi tutte all’estero, Giappone anzitutto, e quasi tutte da Sangiovese Grosso. Ultimamente i Colleoni si divertono a produrre anche un bianco, assai piacevole, da uve Ansonica. Marino è uno dei nomi di punta dell’associazione VinNatur e crede in quello che si è soliti definire “vino naturale”, ma che è più esatto ritenere “artigianale” e “genuino”. La filosofia dei Colleoni è chiara: “Il nostro obiettivo prossimo è di non usare assolutamente niente. Vorremmo creare un equilibrio naturale dove i “buoni” e i “cattivi”  se la sbrighino tra loro”. In cantina gli interventi sono pochissimi. Il vino invecchia in grandi botti di rovere, di capacità variabile, solitamente tra i 5 e i 25 mesi. L’azienda ha anche qualche camera per i visitatori e la cucina di Luisa non delude. E’ sempre più raro imbattersi in scorci di Toscana autentica, ma qui la magia c’è ancora. (Il Fatto Quotidiano, 2 marzo 2015. Sedicesimo numero della rubrica “Vini ostinati e contrari”. Ogni lunedì in edicola)

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