Lama Bianca – Feudo D’Ugni

IMG_4727In queste ultime settimane ho bevuto grandi vini. Quasi tutti li conoscevo già, da Cavalleri a certe annate un po’ lontane del Paleo de Le Macchiole (strepitose 2001 e 2004). Ho avuto conferma della bontà dei Vermentino di Cantina Siddura e continua a non farmi impazzire la produzione di Cinque Campi. Ho anche ritrovato una lontana “Plenum Quartus 2001” di Dievole, le edizioni deluxe dell’azienza senese che univa il suo Sangiovese a un’uva di un’altra regione (Piemonte) o straniera (Francia, Spagna, Portogallo). La “Quartus” proponeva un blend Sangiovese e Touriga Franca lusitana: da ragazzi, in Toscana, il Dievole era “il vino di lusso”. Ripensato e ribevuto oggi, capisci che nel frattempo è cambiato un mondo, e che le bottiglie più bevibili della loro produzione sono quelle meno ambiziose e più semplici.
Mi sono anche regalato due primizie, acquistate entrambe alle Vecchie Carovaniere di Arezzo da Francesco Mattonetti: l’Ardbeg non-chill filtered Airigh Nam Beist Limited 1990 Release, ormai fuori produzione; e uno dei miei Calvados preferiti, Les Vergers de la Morinière di Michel Hubert, un 13 anni del 2000 distribuito da Moon Import. Una volta provati, ne scriverò.
Mi rendo però conto che il vino di cui ho più voglia di parlare è un semplice Trebbiano d’Abruzzo naturale. Si chiama Lama Bianca, è un semplice vino da tavola, lo trovate a meno di dieci euro. L’azienza è la Feudo d’Ugni di Cristiana Galasso, Contrada Macchie San Valentino in Abruzzo Citeriore (Pescara). Qui trovate una bella presentazione di Lavinium, scritta nel 2010, che però segnala un indirizzo diverso da quello riportato in etichetta. E’ delizioso. Senza pretese, ha una bevibilità spiccata e finisce senza accorgersene. L’annata che ho bevuto con Perfect39 è la 2012. Fresco e sapido, di buona personalità e discreta persistenza, è un vino glou glou di quelli che amo sempre più. Dei bianchi italiani distribuiti da Arkè, assieme a Franco Terpin, Angiolino Maule, Stefano Legnani e Davide Spillare, è quello che mi convince di più. Lo conoscerete già: in caso contrario, ve lo consiglio.

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4 Responses to “Lama Bianca – Feudo D’Ugni”

  1. Simone ha detto:

    Detto che ti invidio per la bottiglia pregiatissima di Ardberg, mi piacerebbe sapere se conosci (penso proprio di si) e che parere hai sui distillati di Vittorio Capovilla e in particolare sul Rhum Rhum.

    un saluto e buone feste da un tuo coetaneo e corregionale.

    Simone

  2. Cristiana ha detto:

    Semplice, delizioso, senza pretese, buona personalità e glou glou …grazie per il bel ritratto del Lama Bianca.

    Cristiana

  3. Cristian Di Camillo ha detto:

    Per la serie vini glu glu ti segnalo:

    – Trebbiano igt umbria di cantina margo’
    – vignamare (uve grillo) di Barraco
    – Buscaia Malvasia umbria igt Collecapretta
    – Vetua bianco az agr. Vetua (5terre)
    – Serment bianco toscano Poggio Concezione
    – Coste di rivaiolo 2009 San Fereolo
    – Goldmuscadeller Thomas Pichler
    – Sassocarlo Terre a Mano Fattoria di Bacchereto
    – Roero Arneis Valfaccenda
    – Tauma Cerasuolo d’Abruzzo Tenuta Pettinella
    – Malvasia istriana Rencel
    – Tarbianaaz Trebbiano az agr. Vittorio Graziano

    Chiedo venia per eventuali imprecisioni dovute alla scrittura di getto.

    ciao Cristian

  4. Marco ha detto:

    Noto che Perfect39 continua a rimanere sempre 39…. non si starà mica prendendo gioco di te 🙂
    Di Feudo d’Ugni io ho bevuto solo i rossi, che ne pensi?

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