Cococciola 2011 – Rubiro

La Cococciola è un raro vitigno autoctono abruzzese. Si trovo soprattutto nella provincia di Chieti. Fino a qualche anno fa era usato come uva da taglio. Ora la si prova sempre più spesso in purezza, soprattutto nelle Igt Colline Teatine e Terre di Chieti.
Venerdì sera, prima di ritirare il Premio Borsellino, mi sono imbattuto a Giulianova in una Cococciola un purezza. Rubiro 2011, Igt Terre di Chieti. Prezzo al ristorante sui 10 euro.
L’ho trovata come mi immaginavo. Onesta, non impegnativa (oltretutto era giovanissima), di buona beva. Tra le caratteristiche: una chiara nota agrumata; sapidità accettabile; leggermente erbacea; finale un po’ ammandorlato. Ovviamente non un vino lungo. Classico bianco da aperitivo, o in abbinamento a piatti di pesce non troppo elaborati.
Il fascino dei vitigni autoctoni risiede anzitutto nella loro unicità. Che non vuol dire per forza “bontà”, o “eccellenza”. L’unicità può anche essere assai semplice. E’ il caso della Cococciola, che non mi pare in grado di sopportare grandi evoluzioni e affinamenti nel tempo, ma ha la sua dignità.
Voi conoscete bene questo vitigno?

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6 Responses to “Cococciola 2011 – Rubiro”

  1. benux ha detto:

    Bevuta la Cococciola Coste di Brenta del 2008 un vino di corpo e struttura più da sencodi piatti di pesce che da aperitivo.

  2. benux ha detto:

    Sempre a proposito della cococciola come non menzionare lo Spumante metodo classico Esmery’s Brut fatto con cococciola al 50 % chardonnay 30 e trebbiano per il resto.
    10 anni sui lieviti fresco acido e soprattutto sapido, sembra un vino fatto apposta per piacere a te.
    Dimenticavo prezzo incredibile meno di 15 euro in enoteca.

  3. xoan ha detto:

    da buon abruzzese non può che farmi piacere leggere articoli sulla cococciola. Oltre alla versione molto particolare citata da Benux, vorrei segnalare le varianti charmat di Cantina Tollo, Cantina Orsogna e Cantina Frentana. L’Abruzzo dei bianchi non è solo trebbiano ma anche pecorino, cococciola, passerina uve bianche che danno origine a vini considerati forse per troppo tempo minori. Uno di questi è anche il montonico, un vino così fresco, armonico e profumato da essere chiamato “le petite champagne” dai francesi che alla fine del ‘700 invasero le colline teramane.

  4. federico ha detto:

    Noi la cococciola non la produciamo…ma Andrea, la prossima volta che passi per Giulianova vieni a trovarci in cantina. Scoprirai una Passerina molto interessante…A mio padre digli pure che ti mando io e fatti aprire qualche bottiglia con una decina di anni alle spalle.
    ps. grazie ai tuoi libri e al tuo blog ieri sera in un’ enoteca dalle parti di asolo ho assaggiato finalmente il sassaia di maule 2011. beh più che assaggiato visto quanto ne è rimasto nella bottiglia direi ..bevuto!
    mi hanno proposto anche un braide di gaspare buscemi. qualcuno lo conosce?

  5. Donato ha detto:

    Provata la Cococciola della Cantina Tollo, di buona qualità, secondo me, e forse anche di più facile reperibilità rispetto ad altre bottiglie (la cococciola è ancora difficile da trovare anche nelle enoteche locali). Mi hanno suggerito la cococciola Unico di Tenuta Ulisse ma non ho mai avuto occasione di provarla.
    Fantastico il Trebbiano Santa Maria dell’Arco 2005 suggerito da Federico.
    Se posso permettermi un suggerimento invece su un Montepulciano d’Abruzzo direi il Crognaleto di Santoleri, azienda incredibilmente trascurata dalle guide, secondo me, considerando anche che ha fatto la storia del vino in Abruzzo. Provata la vendemmia 2004, buonissimo e di una facilità di beva devastante (sempre parere personale)

  6. Marco ha detto:

    Trovandomi a cologa spiegge villaggio europa teramo, ho avuto di scoprire grazie a Marco il proprietario del villagio presso il loro ottimo bar ristorante “piatti e pizza da favola” proprio questo vino che come dire, per nome e per notorietà hai me non ancora a me conoscuto… ho trovato ottimo al primo assaggio una boccata di freschezza e pesca niente da invidiare a tanti bianchi sopravvalutati da provare…

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