Ca’ del Bosco (il futuro del vino)

Sono appena tornato dal convegno organizzato stamani da Ca’ del Bosco nella loro azienda. Titolo: “Il futuro del vino di qualità“.
Erano presenti gli addetti ai lavori (non il pubblico). Vari relatori si sono avvicendati. Cito, tra i tanti: (cito: Enzo Vizzari, Ian D’Agata, Marco Pallanti, Marco Sabellico, Luciano Ferraro, Serena Sutcliffe).
Con l’occasione, Ca’ del Bosco ha presentato la nuova collezione vintage di millesimati: Pas Dosè, Brut, Saten. Annata 2008. Nuova veste grafica, (soprattutto) nuovo sistema di pulizia avveniristico delle uve. “Le terme degli acini”. Abbattimento dei solfiti in bottiglia (con la cifra esatta dichiarata nel retroetichetta). Semplicemente strepitoso il Pas Dosè, ottimo il Brut, ben fatto il Saten. Encomiabile l’Anna Maria Clementi 2004 Rosè (e più ancora il Brut).
Maurizio Zanella, e tutta l’azienda, mi hanno parlato di questo convegno più di un mese fa. Ho cercato di dare il mio contributo. Desidero esprimere tutta la mia stima (pubblica: per quella privata ho già dato) nei confronti di Zanella. Pioniere vulcanico, per niente facile, geniale. Di rara correttezza.
E’ stata una bella esperienza.
Inutile soffermarsi sulla perfetta efficienza dello staff, oggi. Il catering era di Chicco Cerea, pluristellato Michelin e ritenuto uno dei migliori catering d’Europa. Menu d’altissimo livello.
Tra gli interventi del mattino, ho particolarmente apprezzato Fabio Giavedoni (Slow Wine) e Angiolino
Maule (La Biancara). Molto lucido il primo, felicemente provocatorio – ma rispettoso – il secondo.
Un plauso anche a Federico Quaranta, a cui devo delle scuse, perché ho spesso fatto coincidere la mia idea di Decanter (RadioDue) con quella  di Luca Maroni (che non ci collabora più da 5 anni). E’ stato bravo.
Molto bello rivedere Gigi Garanzini, nei confronti del quale ho una stima totale.
In generale è stato un dibattito alto, stimolante, vivo. Forse (a tratti) politicamente corretto, e non credo che fosse questo l’intento di Zanella, ma mi è piaciuta l’idea di far dialogare figure (teoricamente) distanti, convenzionali e naturalisti, su temi irrinunciabili: cos’è davvero la naturalità? Cos’è la qualità? Cos’è la comunicazione (e cosa deve essere) nel mondo del vino?
Continuo a pensare – da giornalista che non scrive solo di vino, e che per lavoro si trova perfino a doversi scontrare con le Meloni – che molti vignerons siano personaggi letterari casualmente usciti da libri. Scriverne è facile: basta rimetterli dentro le loro pagine. Maurizio Zanella rientra tra questi. Nei pregi, nei difetti. Nel sogno, nella follia. A prescindere da Ca’ del Bosco, che può piacere o non piacere (ed è nota la mia predilezione per le cantine più piccole), Zanella è stato (e rimane) il pioniere di Franciacorta. Il visionario. L’uomo che, ogni volta, alza l’asticella dei suoi vini. E quindi quella dei concorrenti. Rischiando, in nome della qualità, anche il rovescio aziendale. L’ho trovato – umanamente – persona corretta, schietta, stimolante. Colta. Vera. Ad averne.

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8 Responses to “Ca’ del Bosco (il futuro del vino)”

  1. fabio vedovato ha detto:

    ogni bravo produttore dovrebbe limitarsi a far giudicare i propri prodotti ali potenziali clienti, trovo difficilissimo da accettare la supponenza di tanti vignerons che iniziano il discorso con il mio vino o vini sono migliori degli altri…..di maurizio zanella non ho bei ricordi….quanta superbia….

  2. Gladiator ha detto:

    Io sto con il prosecco di Valdobbiadene anzi per essere preciso con il superiore di cartizze

  3. Luca Miraglia ha detto:

    Andrea, sarei interessato agli atti dell’incontro (ove disponibili), perchè gli argomenti affrontati mi sembrano molto stimolanti per ogni enoappassionato.
    Puoi indicarmi, eventualmente, a chi rivolgermi?
    Altrimenti, pazienza: guardare l’inguardabile Meloni (nonchè il tuo nuovo look “capello corto”; ma ti eri messo d’accordo prima con Ligabue?) è stato oltremodo illuminante su ciò che, pare, ci siamo fortunatamente lasciati alle spalle.

  4. Luca G. ha detto:

    Caro Andrea, ti seguo da tempo e credo (credevo?) di aver capito il tuo approccio nei confronti dei produttori di vino. Proprio per questo mi sorprende non poco questo entusiasmo per una cantina come Ca’ del Bosco, la più commerciale in Franciacorta (se si esclude Berlucchi, che però resta un’altra cosa, nonostante il recente ritorno alla docg), la stessa che vende un vino come il Prestige – non credo ci sia da spiegare nulla a nessuno, considerato il livello del blog – allo stesso prezzo del blanc de blanc di Cavalleri, infine la stessa che fa pagare quasi 100 euro l’Annamaria Clementi (massimo rispetto, per carità, ma a quel prezzo quanti capolavori – veri – si comprano?). Io ne capisco di sicuro molto meno di te, ma nel mio piccolo resto convinto che la parola vigneron e la filosofia di Ca’ del Bosco siano due mondi distantissimi fra loro. Con immutata stima, Luca.

  5. Stefano Legnani ha detto:

    ” cos’è davvero la naturalità? Cos’è la qualità? Cos’è la comunicazione (e cosa deve essere) nel mondo del vino? ”
    Non ho una risposta puntuale a queste domande ma tra tutti gli interventi della giornata, pubblicati su you Tube, il tuo intervento è quello che sento più vicino al mio sentire il vino.

  6. […] Scheda del libro « Ca’ del Bosco (il futuro del vino) […]

  7. Marco Rossetti ha detto:

    “Non sopporto i manichei del vino”… perchè allora ti comporti da manicheo quando parli di altro.
    Politica: che lo schieramento conservatore (come anche le varie Unioni di sinistra) di questo paese negli ultimi 18 anni abbia fallito è un dato certo, ciò non giustifica le offese di Grillo ad un giovane giornalista tuo collega.
    Tennis: non essere tifoso di Federer è naturalmente legittimo, non riconoscerne il talento vivo (che non si vedeva dall’epoca aurea di J. McEnroe; DFW) non è intelligente…

    Comunque quando parli di vino dai sicuramente il meglio di te, da sommelier AIS mi trovo quasi sempre daccordo con i tuoi consigli. Ciao!

  8. […] vi ho più volte raccontato, martedì ho partecipato al convegno “Il futuro del vino di qualità”, […]

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