Croci – Lubigo 2010

Qualche giorno fa ho esternato il mio apprezzamento per i vini piacentini. Ammettendo anche una particolare curiosità per i vini di Massimiliano Croci.
Proprio lui, sabato scorso, mi ha fatto avere tre suoi vini all’interno di Streghe di verso e di vino, la serata organizzata a Castelvetro di Modena da Marina Bersani (proprietaria de La Compagnia del Taglio). Entrambi sono originari di Castell’Arquato.
I vini a me donati erano il Lubigo, l’Alfiere Metodo Classico (Bianco) e il Gutturnio.
Domenica sera ho bevuto il Lubigo.
L’azienda di Croci, di cui ho sempre letto (e sentito) bene, è appunto a Castell’Arquato. Località Monterosso, nove chilometri circa dall’uscita autostradale di Fiorenzuola D’Adda. Ne parlava bene Porthos ed è molto amata dai naturalisti, ma sei anni fa la celebrava in tivù anche Paolo Brosio (sì, quel Paolo Brosio). Una sorta di piccola azienda capace di essere trasversale. Dal sito scopro che c’è anche una B&B e stanno lavorando all’apertura di un agriturismo. Massimiliano lavora col padre Ermanno. L’azienda è stata fondata nel 1935 da Giuseppe Croci.
Prima di ricevere questo regalo, avevo già provveduto a inserire alcuni vini di Croci – praticamente tutti, tranne il vino di ghiaccio che coraggiosamente produce, e che molti apprezzamenti riceve – nell’ordine inviato all’importatore Cave de Pyrenes. Una quarantina di vini, quasi tutti bianchi, italiani e non solo: via via li recensirò qui.
Il regalo di Croci, che non era tenuto a fare e per il quale lo ringrazio pubblicamente, ha velocizzato questa mia conoscenza (comunque tardiva, lo so. Ma se avessi già scoperto tutto, non sarebbe divertente).
Il Lubigo è esattamente come lo immaginavo. Esattamente. E non è una critica. Un “naturalmente frizzante” sur lie, sui lieviti. Annata 2010 (sul retroetichetta c’è vezzosamente scritto “Venti Dieci”, in lettere). Quattro giorni di macerazione, rifermentazione in bottiglia. Ortrugo in purezza.
Il prezzo è davvero basso: più o meno 7-8 euro in cantina, 10 in enoteca (o giù di lì).
E’ un frizzante che per certi versi ricorda alcuni Prosecco Colfondo (quelli migliori, eh), di cui condivide impostazione e semplicità. Oltre che il desiderio di rifarsi alla tradizione. Non c’entra nulla con gli Ortrugo canonico-moderni e, rispetto al geograficamente non lontano (e forse più “mitizzato”) Camillo Donati, mi pare più immediato e meno spigoloso.
Molto limonato al gusto, quasi citrino. Evidenti, al naso e per retrogusto, i lieviti e la crosta di pane. Per mineralità mi ha ricordato il Sassaia di Maule (faccio questi paragoni, ben sapendo che sono vitigni diversi, per dare ulteriori coordinate a chi non conosce Croci e l’Ortrugo naturale).
Bollicine gradevoli (è un frizzante, non uno spumante). Bevibilità meravigliosa. Nessun difetto. Dodici gradi e mezzo, che non si sentono grazie a una buona acidità (e alla bassa temperatura di servizio: è un vino che consiglio freddo). Profumi semplici, gusto piacevole. Chi non lo conosce può trovarlo “strano” e “debole”, come spesso capita per i vini naturali. E’ infatti accaduto a uno dei commensali che lo ha bevuto con me.
Il Lubigo è un vino non ambizioso, che si vanta di essere umile e che risulta – ancor più d’estate – oltremodo indicato. Encomiabile il rapporto qualità/prezzo.
Rientra in ciò che cerco da un bianco senza troppe pretese. Lo riberrò spesso.

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6 Responses to “Croci – Lubigo 2010”

  1. Francesco ha detto:

    bevuto ieri in provincia di ‪#parma‬. L’aggettivo “umile” gli si addice senza considerarlo come un difetto. Apprezzato!

  2. Ivan ha detto:

    Acquistato per curiosità un paio di giorni fa per fare un pò di “palestra”, lo assaggerò presto.

  3. Simona ha detto:

    Lo compro! Grazie, d’estate è più difficile trovare vini adatti.

  4. Gabriele ha detto:

    Francamente è davvero tanto tempo che la mia tavola non un vino di Massimiliano Croci, per caso e non per altro. Però l’ultima volta che bevvi il suo ortrugo l’esperienza non fu delle migliori. Premesso che la rifermenazione in bottiglia mi piace parecchio e che – di conseguenza – fondo, velature ed eventuali riduzioni iniziali non mi disturbano affatto ricordo il vino molto più simile ad una Franziskaner che non ad un ortrugo, non so se rendo l’idea…

  5. […] Scheda del libro « Croci – Lubigo 2010 […]

  6. gabriele ha detto:

    Buonasera Andrea, parlando di piacentino ti consiglio vivamente quanto segue:
    Vignamorello, La Tosa – Gutturnio
    Il Giorgione, Tollara (bonarda vinificata con la tecnica dell’amareno)
    Romeo, Castello di Luzzano – Gutturnio
    Macchiona, La Stoppa
    Tasto di Seta, Castello di Luzzano, Malvasia di Candia ferma secca
    Sorriso di Cielo, La Tosa, Malvasia di Candia ferma secca

    Ci sono poi molte altre cose degne di nota nel piacentino, le trovi qui: http://www.piacenvino.it
    Buona serata

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