Le Trame 2007 – Podere Le Boncie

Sabato sera mi sono nuovamente imbattuto in un Chianti Classico Le Trame. Il vino più noto di Giovanna Morganti, “mito” dei naturalisti di cui ho spesso parlato. E non sempre bene, principalmente per la scarsa gradevolezza olfattiva.
A febbraio ho recensito il Le Trame 2004 con un 6.5. Quella recensione ha costituito una sorta di pacificazione con questo vino, le cui critiche mi sono costate gli strali della produttrice e di qualche attempato fanoldboy khomeinista.
Quella bottiglia 2004, che secondo Arnaldo Rossi della Taverna Pane e Vino rappresentava la perfezione del Chianti, o giù di lì, per me era un vino – finalmente – ben fatto e senza difetti, bevibile e piacevole (che è già tantissimo per un rosso). Ma non molto di più.
Questione di gusti: quando hanno distribuito gli orgasmi per il Sangiovese, ero impegnato a sbirciare i tacchi di Naomi Watts.
Sabato sera è toccato al Le Trame 2007. L’ho ordinato al ristorante. Ero con Perfect 39. Il locale si chiama La Bucaccia ed è a Cortona. E’ recensito con toni da torcida su TripAdvisor e mi sono incuriosito. In effetti è un bel posto, anche se la carta dei vini – per quanto fornita – è poco coraggiosa. Tutti, o quasi, vini per turisti.
Le uniche bottiglie che sentivo vicine erano il Syrah di Stefano Amerighi e il Le Trame di Podere Le Boncie. Per primo ho ordinato il Syrah di Amerighi, ma non c’era (o meglio: la cameriera non l’ha trovato e soltanto a conto pagato ho scoperto che c’erano 3 bottiglie, nascoste non so dove). Mi sono così spostato sul Le Trame. Costo 35 euro. Un ricarico più congruo, a mio avviso, è sui 30 euro scarsi. Ma tant’è (cit).
Ci sono un aspetto negativo e uno positivo. Quello negativo è che il famigerato odore di feccino, o Chanel Terme di Saturnia Numero 5, c’era. Non predominante, come mi è capitato con altre annate de Le Trame, ma c’era. E mi è spiaciuto, perché 8 consumatori finali su 10, di fronte a quel sentore pur non accentuato, un vino così te lo rifiutano.
L’aspetto positivo è che la piacevolezza era meravigliosa. Più esattamente: la bevibilità. Da un punto di vista gustativo, è il Le Trame che mi ha convinto di più, proprio per la sua semplicità umile da Chianti che sa abbinarsi a tutto e non disturba. E’ finito in un attimo e ne avremmo tranquillamente bevuti altri bicchieri.
Da questa degustazione ho capito che mi sto avvicinando sempre più al Le Trame, e sto diventando sempre più naturalista (soprattutto con i rossi).
Però, non di rado, i vini mi tocca berli col naso turato. Come quando ci dicevano di votare Dc e derivati – e, beninteso, non li votavo.

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12 Responses to “Le Trame 2007 – Podere Le Boncie”

  1. Randy Sansa ha detto:

    Bevuto anch’io. Al naso un po’ Terme di Margherita di Savoia, vero. ma da profana, gradito moltissimo.

  2. Bante ha detto:

    A me il 2007 è piaciuto molto, e oltre a non riscontrarci nessun difetto olfattivo (è pulito) l’ho trovato molto ‘classico’: e proprio nel senso della bevibilità, che non è affatto beverina (bevibilità beverina, si capisce no?). Infatti ci mette un bel po’ ad aprirsi ed il tannino è fiero e aggressivo. Mi è piaciuto più del 2008, dove la ricerca di quella acidità borgognona disperatamente perseguita oramai non più solo dai ‘naturalisti’, porta il Sangiovese della Morganti un poco fuori dalla propria categoria di peso, per eccesso di magrezza. Scanzi non avrà mai orgasmi per il Sangiovese, che è vitigno troppo elegante e difficile (soprattutto quello che sfida i sassi del Chianti Storico), ma voler piegare un Chianti Classico nel ruolo inadatto della ‘semplicità umile’, fa torto soprattutto alla capacità di classificazione di chi lo scrive. E’ difficile fare un Chianti Classico ‘naturale’, perché quello che viene fuori è sempre un Chianti Classico, un vino che viene fuori alla lunga, non un vino pronto subito, ‘semplice e umile’. Se pensi che un Chianti Classico debba essere questo, forse ti sbagli con il Colli Aretini, ottimo Sangiovese scuro e profumato, da terreni gialli e fertili, pronto già al secondo anno di affinamento, e dal birignao inconfondibilmente e, in molti casi, inconsapevolmente umile.

  3. amaro ha detto:

    Ti sei mai assaggiato invece il 5 di Podere Le Boncie? Secondo me ti farà diventare un vero fan della Morganti!!

  4. Carlo Tabarrini ha detto:

    Scanzi, lei “trama”.

  5. claudio ha detto:

    Il Sangiovese, del quale nemmeno io sono particolare apprezzatore, è obiettivamente un vitigno con le palle, ovunque lo si metta. Poi che molti dei vini fatti con questo vitigno siano monnezza, è la triste verità. Ma non giudichiamolo dagli esempi sbagliati. Io continuo a pensare che Le Trame sia troppo caro per il suo effettivo valore. Se costasse una decina di euri in meno, avrebbe più senso. Discorso che ritengo valido per molti altri Chianti per altro.

  6. Andrea Scanzi ha detto:

    Questo post ha stimolato un dibattito che, forse, merita più spazio. Ho così deciso di togliere alcuni commenti per riprendere e sviluppare prossimamente l’argomento Sangiovese in un post specifico.
    Aggiungo che, come faccio su Twitter e nella pagina pubblica di Facebook (quella privata è inattiva), non interverrò più nei commenti. NI post, gli status, i tweet e gli articoli bastano – e avanzano – per spiegare il mio punto di vista.
    Grazie.

  7. Alessandro, Enea ha detto:

    Pergole Torte Montevertine: il Magnum è fantastico, me ne è rimasto uno del 2000 e un 3 lt. del 2004, aspettando l’occasione. Più invecchia e più migliora, “Il curioso caso di Benjamin Button”. Io scrivo quello che sento, e ascolto quello che dice il vino.

  8. michele malavasi ha detto:

    La riduzione olfattiva delle trame è un aspetto riscontrato non solo da Andrea ma anche dall’ottimo Fabio Cagnetti, sul suo sito postvino riporta infatti:
    ” Le Trame 2008, passata la riduzione iniziale, ci regala un frutto intenso e scuro, appena balsamico, una splendida mineralità, e al palato un vino agile, fresco, bene integrato, con un tannino appena un po’ invadente e un finale pulito. Grande. Il 2007, al contrario, espressione di un’annata sulla carta ben superiore, appare contratto, piuttosto condizionato dalla riduzione e con un tannino un po’ slegato”
    Per cui sembrerebbe un marchio di fabbrica che non compromette la beva, ma limita l’olfatto almeno inizialmente e necessita di adeguata ossigenazione per potersi esprimere.
    Certo che il rischio è che un consumatore non preparato, al primo contatto con il vino potrebbe chiedere repentinemente il cambio della bottiglia.

  9. Francesco ha detto:

    Io invece sono cresciuto a pane e sangiovese e questo vitigno lo amo, praticamente in tutte le salse ma penso che le trame costino troppo, decisamente tanto. E’un base e 35 euro sono uno stonfo, prendo Montevertine a 28-30 sempre e comunque.

  10. Bante ha detto:

    Costa quindici euro in cantina.

  11. Marco ha detto:

    Il Chianti della Morganti è territorio di Berardenga al 100%. quindi un vino più caldo e strutturato rispetto, che so, ai vini di Radda.
    Montevertine e Monteraponi su tutti, nel territorio raddese, sono espressione di finezza ed eleganza. Soprattutto il baron Ugo di Monteraponi stilisticamente puzza di Borgogna alla grande, sembra abbiano piantato sangiovese a chambolle.

  12. […] settimana fa ho recensito un Chianti. Era quello di Giovanna Morganti, Le Trame. Come tutti i suoi vini, mi è piaciuto ma non mi ha fatto impazzire. Per correttezza, ho […]

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