Primosic (e altro)

Lo scorso weekend sono stato in Friuli Venezia Giulia. Venerdì avevo la data di Gaber se fosse Gaber a Spilimbergo, domenica a Gorizia.
E’ una regione che mi affascina molto. Mi ci sento a casa. Ho avuto modo di conoscere belle persone, ritrovare vecchi amici (i compagni di merende del Terrae Doc di Tolmezzo), di visitare i luoghi di Pier Paolo Pasolini e di incontrare alcuni produttori.
Il tempo era poco, ne avrei voluti salutare molti di più.
Sabato ho passato la giornata da Primosic, a Oslavia. Piacevolissimi. Sono perfino tornati a teatro, il giorno dopo, per vedermi a Gorizia.
Mi ha colpito la gentilezza di tutta la famiglia. L’educazione senza finzioni, la passione, la semplicità.
Ho provato molti bianchi (non rossi), avvertendo distintamente come negli ultimi anni ci sia stata una netta diminuzione (o abbandono) di barrique.  Buona longevità. Le ultime annate, dovendo smaltire meno legno, si riveleranno superiori alle precedenti.
Non amando granché lo Chardonnay, è ovvio che sia stato colpito da varietali diversi. A svettare  è stato – e non è per me un paradosso – uno dei vini meno cari, la Ribolla “Think Yellow” che fa solo acciaio. Il prodotto base dell’azienda, sulle 10 euro in enoteca. Un vino dritto, minerale, duttile nell’abbinamento e di grande bevibilità. Riuscita la Ribolla Gialla Riserva 2008.
Come tributo alla mia età, i Primosic hanno aperto perfino un Pinot Grigio del 1976 (la ’74 non c’era).
Vi segnalo il Ribolla Noir, uno spumante Charmat che unisce Ribilla e Pinot Noir: bollicina onesta, dal buon rapporto qualità/prezzo. Nell’ultima edizione si è provato a diminuire le atmosfere (tipo Saten), dalla prossima si tornerà a quelle consuete. Meno facili, ma più stimolanti.
Poi, andando in cantina, il proprietario ci ha fatto sentire quello che riteneva essere “il vino dei suoi sogni“. Non è ancora imbottigliato. Un uvaggio (Chardonnay, Sauvignon e Pinot Grigio, mi pare). Era davvero diverso dalle annate precedenti. Un surplus di mineralità, di carattere, di personalità, di progressione gusto-olfattiva. Era come se, in quel vino, ci fosse la quadratura del cerchio di 5 generazioni di Primosic che, ora affidandosi alla tradizione e ora sperimentando sodalizi con colossi industriali (Porsche), sanno valorizzare delle terre sature di potenzialità. Mistero. E sangue, perché teatro dei maggiori massacri durante la Prima Guerra Mondiale.
Ancora oggi i vigneti sputano pallottole e granate. L’ossario di Oslavia raccoglie 60mila vittime.
E’ un luogo di bellezza straziante, dove pullulano i produttori mitici (compreso Josko Gravner, che ho visitato la mattina successiva e di cui ho parlato stamani sul Fatto Quotidiano). Luogo di persone vere, di un livello medio altissimo (nei bianchi) e di paesaggi inesorabili.
Un luogo dove tornerò presto.

Vini che mi hanno colpito nel weekend: Ribolla Think Yellow Primosic, “Vino dei sogni” (ancora senza nome) Primosic, tutti i bianchi di Gravner, l’annata 2010 botritizzata di Gravner (il vino dolce “definitivo”), Pinot Nero 2008 Le Due Terre, Vitovska 2009 Zidarich, Ograde Skerk. Discreta, non indimenticabile, la Ribolla 2004 di Podversic.
Ristoranti provati: Agli amici, Istriago di Spilimbergo (buono, ma la carta dei vini è spaventosamente lacunosa), Lokanda Devetak a Savogna d’Isonzo (ottimo e carta dei vini mirabile).
Enoteche provate: La Torre Orientale a Spilimbergo, Il Giardino dei Vizi di Gorizia. Entrambe notevoli.

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5 Responses to “Primosic (e altro)”

  1. Luca Miraglia ha detto:

    Questo post mi porta immediatamente ad una lettura di appena una settimana fa, il quarto volume di “Vini naturali d’Italia” di Giovanni Bietti, dedicato alle regioni del Nord-Est e quindi anche al Friuli.
    Volume piacevole ed estremamente interessante sullo specifico argomento (come i precedenti tre); in particolare mi ha colpito sapere che l’idea della prolungata macerazione delle uve bianche (da cui gli “orange wines” che tanto ci intrigano), idea portata avanti dai produttori friulani da oltre vent’anni (Gravner in testa), sta lasciando il campo ad espressioni meno esasperate e, perciò, più bevibili e fresche.
    Poi, la tua stessa emozione visitando l’Ossario di Oslavia, “luogo impressionante e solenne” (cit.).

  2. gianmarco ha detto:

    luoghi bellissimi, persone che si aprono incredibilmente alla confidenza e alla familiarità dopo un approccio spesso ruvido e diffidente, bianchi splendidi e prosciutto da sogno… w il friuli!

    p.s.: mi permetto sommessamente di osservare che l’euro è maschile, non è come la lira…

  3. Stefano ha detto:

    Gravner e gli altri…………….tanto vicini e tanto diversi……………chi avrà ragione ?

    Il primo con le foglie delle sue vigne dal colore verde chiarissimo, il resto con un verde molto intenso.

    Perchè non parliamo anche delle vigne e non solo dei vini?

    Sono un Istraghese, alla trattoria agli Amici si mangia molto bene e si stà benissimo, il GRAVNER ce lo portiamo appresso :):):)

    con il baccalà di D’Istrà è perfetto.

    Ciao Rita 🙂

  4. Damijan ha detto:

    Caro Andrea,
    Leggo spesso il tuo blog e non ti nascondo lo stupore nel vedere
    recentemente una tua brevissima critica sulla mia ribolla gialla 2005.
    Stupore che nasce non dalla presunzione che il mio vino possa non
    piacere, ma dal fatto che la ribolla 2005 non è mai stata messa in
    commercio. Sono indeciso se presentarla al Vinitaly 2012 e stiamo
    comunque ultimando in questi giorni la nuova etichetta per questa
    riserva in cui credo molto. Per un piccolo produttore che fa molta
    fatica per proporre vini in cui crede, e avere un minimo di
    visibilità, un’accoglienza fredda sul tuo blog non è il miglior
    inizio, ma ancor meno se il vino in questione non esiste ancora
    (almeno in commercio). Spero alla prima occasione di poter provare
    insieme questa ribolla gialla 2005 accettando, nel caso, qualunque tua
    successiva critica.

    Un saluto
    Damijan Podversic

  5. Andrea Scanzi ha detto:

    Caro Damijan, il mio era un refuso. Abbiamo ordinato la tua Ribolla perché, al mattino da Gravner, si era parlato molto di te e alcuni (benchè di Gorizia) non ti avevano mai bevuto. Io amo molto i tuoi vini, li ho scoperti anni fa alla Tana degli Orsi e so quanto hai aiutato anche Amerighi. Quella Ribolla (la 2004) era buona, non eccelsa. Da qui a parlare di “accoglienza fredda”, ce ne passa. Un saluto, grazie e buon lavoro.

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