San Fereolo (1920-2011)

Non ho passato un bel Natale. Febbre, nausea, digiuno. E il solito rompimento di palle che mi danno le feste. L’unica cosa bella è stato dire in tivù a Minzolini quello che quasi tutta l’Italia voleva e vorrebbe dirgli. Son soddisfazioni (cit).
Poi è arrivata la notizia della morte di Giorgio Bocca. Non ho fatto in tempo a dolermene che, sul web, è montata la rumenta degli insulti grevi e irricevibili. Uno dei momenti più bassi nella storia recente di questo paese.
Della vicenda ho già scritto, non voglio ripetermi e non amo le santificazioni. Soprattutto degli “antitaliani” che hanno provocato – costruttivamente – una vita intera. Non le hanno mai volute.
Da qui all’insulto, però, ce ne passa. E l’insulto, ancor più postumo, è imperdonabile.
Nicoletta Bocca è figlia di Giorgio. L’ho vista la prima volta all’Hotel Columbus, due anni fa, Roma, per il raduno dei vini naturali. L’ho rivista, e ci ho parlato un po’ più, neanche due mesi fa a Dogliani per la rassegna di vino e cortometraggi.
Immagino che non ne possa più di essere ritenuta la “figlia di”. Posso intuire che un padre così sia stato a volte difficile. E non so se nemmeno l’effetto che ha fatto, a Giorgio Bocca, vedere sua figlia protagonista di Senza trucco, il film di Giulia Graglia che vive di capitoli femminili – e il più vero è proprio quello che riguarda Nicoletta.
Non so nulla di tutto questo.
So però che, stasera, quando tornerò a bere vino, berrò San Fereolo. Perché ho sempre amato i suoi vini (più i bianchi dei rossi: un mio limite, ormai). Perché mi piacciono le persone libere.
E perché un partigiano – io credo – si saluta con un brindisi. Un brindisi fatto bene, in solitario. Con l’unico vino possibile.

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22 Responses to “San Fereolo (1920-2011)”

  1. Luca Lopardo ha detto:

    Stamani mi sono rivisto una decina di filmati di Bocca. Bellissimo. Specie da Fazio, malcelatamente piccato nel sentirsi dare del “buonista” (un complimento).
    Bocca andrebbe unilateralmente stimato per la caratteristica prima di tanti genii: saper sbattere in faccia, col sorriso, che non c’è nessuna speranza.
    Me lo immagino, chissà perché, a giocare a tresette con Céline e Bukowski. Altri due che fallirono l’obiettivo, covato un’intera vita, di risultare talmente antipatici da non essere adulati dopo la morte.

    Un brindisi a Giorgio.

  2. carolina ha detto:

    Ho sempre detto al capitano bocahert che abbiamo una casino di cose comuni, io e lei.
    Oggi ha condotto suo papà in una chiesa, suo papà e poco importa che si chiami Giorgio Bocca, per lei era semplicemente suo papà.
    Trovo insulso lo strepitare di parole “del cazzo” (cit.) usate per definire una persona che io ho sempre ritenuto libera, una persona che solo lei sapeva di cose che aveva fatto potenzialmente di destra, sinistra, centro; una persona che è sempre stata coerente con se stessa ” alla facciazza altrui” (cit.).
    Ora resta Nicoletta, con Pietro, ed il sogno di Santo Fereolo fatto di vita-vite-vino. A noi che le siamo amici resta un’amica da sostenere e coccolare il giusto, perchè si sa che i capitani sono combattivi.
    Io mi sono fatta un bicchiere di Raboso, perchè vini del Santo Fereolo in canna non ne avevo nessuno disponibile qua dove abbiamo la cantina, però me lo sono fatto assieme a mio papà… una delle poche cose che abbiamo fatto senza i nostri teatri, in silenzio… noi che non siamo bravi a fare certe cose….
    Grazie per queste tue parole.

  3. Andrea Scanzi ha detto:

    Grazie a te, Caterina. Sfortunatamente anche questo post ha dato adito a polemiche e attacchi.
    Non c’è speranza.
    Ancora un abbraccio alla famiglia Bocca.

  4. Valter ha detto:

    Come sempre stupende parole.

  5. Valentina ha detto:

    mi unisco al brindisi.

  6. Crealto ha detto:

    Cin cin a Nicoletta e Giorgio

  7. Della ha detto:

    Non si può tutti le stesse idee (per fortuna), ma credo che ciascun pensiero vada rispettato anche se diverso dal tuo, e le ingiurie postume sono solo vigliaccheria, a chiunque siano dirette.

  8. Andrea Scanzi ha detto:

    Dipende. Dire: “Bocca non mi piaceva” è un parere. Dire: “Bocca era razzista, fascista, omofobo, uguale a Borghezio, bastardo” non è un parere. E non lo rispetto. Anzi mi fa schifo chi lo pensa e scrive.
    Quanto agli spazi personali, come social network o blog (personali), pubblicavo e pubblico chi mi pare. Sono gli altri a bussare alla mia porta, se apro o chiudo dipende da me. Ingiusto? Pazienza.
    Pretendere che sia anche “obbligato” a dar spazio a tutti – ma proprio tutti – a casa mia, be’, non è democrazia: è sadismo. 😉

  9. Gloria ha detto:

    Sono stata al funerale perchè sentivo di dover rendere omaggio alla persona, sarà per le mie radici ma lo percepivo come uno di famiglia. Mi sono commossa e sono rimasta molto turbata da quelo che ho letto in rete, credo che il problema di questo paese sia che ci sono poche persone come lui, autentiche e di spessore

  10. Luca Lopardo ha detto:

    “Un grande giornalista, un grande scrittore. Un grande amico, con il quale ho vissuto l’inizio della mia avventura giornalistica.”

    Va bene tutto. Gli insulti, il pressapochismo, la mediocrità dei troppi lama mancati. Va bene pure fallire l’obiettivo di una vita. Glielo perdoniamo.
    Ma leggere certe parole da Emilio Fede fa davvero troppo male.

    Non bastava Berlusconi ai funerali di Gaber.

    Che stanchezza, ragazzi. Mamma mia.

  11. Andrea Scanzi ha detto:

    Fede si è dimenticato di raccontare, ad esempio, che quando Bocca lo presentò a Berlusconi, disse – rivolgendosi a Confalonieri: «Ho un amico un po’ scemo, è stato processato come baro e condannato. Questo disoccupato, prendilo…».

  12. Luca Lopardo ha detto:

    Ahahahah. 🙂

    IDOLO. Bocca per sempre IDOLO.

  13. Giorgione ha detto:

    Stasera per altri motivi sarà aperto in compagnia un Salmanazar.
    Tra i tanti bicchieri e brindisi scontati,uno speciale sarà per il partigiano Giorgio

    Giorgione

  14. Della ha detto:

    @Scanzi: E’ vero hai ragione, in casa propria ciascuno fa entrare chi gli pare. 😉
    @Lopardo: Fede è il re delle maschere e penso che sia lui ad aver ispirato il detto :”una volta toccato il fondo si inizia a scavare..”.
    Quando credi che ormai non ti possa più meravigliare (in negativo), riesce sempre a fare il miracolo.

  15. carolina ha detto:

    idolo si 🙂 daltronde aveva capito bene di che pasta era ed è fatta certa gente. il suo problema, che poi non è un problema, è che aveva le palle e dimostrava bene di averle; non si nascondeva dietro a frasi del tipo “ma io volevo dire così ed invece avete capito cosà”. era uno schietto, vecchia maniera. uno che se serviva ti mandava in mona come diciamo noi… adesso se la riderà assieme a bartolo e baldo, con idro e enzo… 🙂

  16. Pietro ha detto:

    Mi sento sempre tanto solo quando qualcuno che stimo, e che in qualche modo mi è stato amico e compagno anche senza conoscerlo viene a mancare. Mi mancheranno i suoi libri, i suoi articoli caustici e spesso “senza speranza” .
    Ho brindato anch’io a Giorgio Bocca. Spero che ora stia con Bartolo e Baldo. Langaroli, ruvidi e veri. Gente che leggeva il futuro. Che non stava in linea, che evolveva all’indietro.
    Che ha fatto figli che come loro non stanno in linea ed “evolvono all’indietro”. Lontano da questa banda di pazzi che chiamiamo Italia, o mondo moderno, o mercato globale.
    Ti sia lieve la terra Giorgio.

  17. Giulia ha detto:

    Grazie Andrea per questo pensiero. Avrei voluto dedicare un post a Nicoletta sul mio blog, ma ogni parola mi suonava retorica e strideva con la sobrietà di quella che è diventata un’amica preziosa per me nell’ultimo anno e mezzo. Spero non ti dispiaccia se mi appoggio a quello che hai scritto e se, per una volta, abbandono il coraggio e mi nascondo dietro alle parole che avrei voluto sapere esprimere io e che invece sono rimaste incastrate in un groppo in gola.
    Mi unisco al brindisi con una bottiglia di San Fereolo

  18. Sandro ha detto:

    Caro Andrea, mi scuso innanzitutto per non scrivere di vino ma tra il Maradagal e il Parapagal della di ieri lettura serale mi sono imbattuto, incuriosito, sulla tua comparsata al cospetto del simpatico Minzolingua e ho pensato che si è persa una occasione: una occasione per seppellirlo con una risata.
    Eh si, perché alla fine la tua domanda “…non si sente imbarazzato….non prova un po’ vergona….” Non potrà mai ottenere l’effetto sperato: infatti il Minzo ha semplicemente risposto “assolutamente no” (i Ferrara, i Sallusti, i Feltri o i Bondi avrebbero risposto esattamente allo stesso modo).
    In questi casi io credo che l’unica cosa da fare è proprio prenderli per i fondelli (con classe, ovviamente).
    La Minzo parade era perfetta ma citando però i titoli imperdibili; non sarebbe stato male argomentare che il suo TG al cospetto di TG normali tipo SKYTG24 o TGLA7 non faceva proprio bella figura; che all’arrivo di un normale professionista (Mentana) a La7 un milioncino di teleutenti RAI ha visto bene di migrare altrove per ottenere qualche barlume di notizia. Basterebbe andare su Youtube (secondo me ricordare agli ascoltatori che basta che verifichino loro stessi ciò che si sostiene, aiuta sempre) e rivedere gli editoriali: sarebbero stati perfetti sul sito del PDL o su menomalechesilvioce e non ne abbiamo proprio bisogno durante il TG1 (poi si è aggiunto addirittura Radio Londra del Giulianone: che orrore).
    Insomma, oltre che lacché è anche un pessimo professionista o forse un grande professionista nel trovare diversivi pur di non parlare della crisi, del bunga bunga, di Noemi o della D’Addario (oltre ai già citati “errori” su notizie scomode di rinvii a giudizio).
    Con immutata stima.

  19. Luca Miraglia ha detto:

    Spero che la crescente amarezza degli ultimi scritti sia stata, almeno in parte, compensata dall’avere assistito alla fine della parabola dell’uomo che esempificava il dissolvimento dei valori in cui Bocca credeva.
    Poi, in fin dei conti, “time fades away” (cit.)
    E brinderò alla fine di questo annus horribilis con l’unico, vero vino “partigiano”, un sano, dritto, asciutto, rigoroso Dolcetto (Alba, Dogliani, Ovada?) Non so, purchè sia lui.

  20. aisai (isidoro meli) ha detto:

    Scanzi, io apprezzo quasi tutto quello che scrivi. Ma permettimi: dire “sono felice che Bocca sia morto” è un insulto, dire “Bocca era razzista” è un’opinione. Può risultare odiosa, ma è pur sempre un’opinione. Poi magari si possono circostanziare certe esternazioni di Bocca (ho avuto uno scambio di opinioni con Beha, in proposito), altre si possono interpretare (anche io credo che lo stato delle cose, al sud, abbia concorso a sviluppare nella popolazione i peggiori difetti, e ne abbia svilito le virtù), ma non credo sia corretto lasciare che certe cose passino in cavalleria senza (quanto meno) un confronto approfondito, naturalmente isolando chi si lascia andare ad espressioni di giubilo per la morte dell’uomo.
    Certo, il confronto andava fatto prima della morte di Bocca. Ora ha un sapore amaro.
    Scusami se riprendo qui l’argomento, ma l’hai fatto tu stesso. E poi i toni e i tempi di questo blog sono assai più gradevoli, e forse più appropriati per un argomento così delicato.

  21. Andrea Scanzi ha detto:

    Nessuno ha mai scritto (qui) “sono felice che Bocca sia morto”, e se lo avesse scritto sarebbe stato censurato. Continuo a ritenere che la frase “Bocca razzista” sia un insulto, oltre che un falso storico, e non ho alcun rispetto intellettuale – alcuno – per chi lo ha scritto o lo pensa.
    Ho più volte parlato di Bocca, qui e soprattutto altrove, e non mi passa neanche per l’anticamera del cervello di tornare sull’argomento. Men che meno qui. Avendole, peraltro, già risposto.

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