Langhe, ora e sempre

Sabato e domenica sono tornato in Langa. L’aggancio è stato presentare I cani lo sanno alla Libreria Mondadori di Alba.
Con me c’erano alcuni amici e Perfect39.
E’ terra sacra e non può tradire. Soprattutto se hai accumulato un minimo di esperienza negli anni (decenni).
A pranzo, sabato, abbiamo provato lo slowfood Risorgimento di Treiso. Era ben messo nella guida. E’ discreto, non epocale. Un luogo da 6+, con la carta dei vini deficitaria e un oste che si vanta di essere antipatico per darsi un tono. Ma puoi permetterti l’antipatia solo se mi consigli vini sontuosi, e invece Dolcetto e Barbera erano davvero miseri. Bocciato (lui: il posto si può frequentare).
A cena eravamo a casa di Ezio Cerruti. E con Ezio non si sbaglia. Mai. Il livello di cibo e vino era incredibile. Limitatamente al vino, e quindi evitando di menzionare la superbia di caponata, insalate russe e tajarin ai funghi, segnalo come vini deluxe: la magnum di Champagne Milleèsime 2002 Sourdet Diot, due bianchi francesi pazzeschi (il Vins des Fossiles Chardonnay “En Saute Lièvre”, pura pietra focaia, e una Grenache bianca di Provenza, Milouise di Domaine Padie) e il plotone di Sol Cerruti. In particolare, la Magnum 2004 e l’eccellenza del Botrytis 2007. I rossi – Barbera di fabrizio Iuli, Corvina di Walter Massa e Barolo di Cappellano 2006 e Principiano 2005 – erano ovviamente degni, ma mi hanno colpito di meno. Livelli alti. Molto alti. Non solo enogastronomici. Uno spettacolo dell’anima e del cuore.
A pranzo, la domenica, ho portato la ghenga (?) al ristorante Bandini. Slowfood sacro e pressoché inarrivabile (nel senso di qualità elevata) a Cornapò, Portacomaro, nell’astigiano. Commovente la mousse di Robiola di Roccaverano, perfetti i primi e ogni cosa incontrata. Il prezzo, 30 euro cadauno, rimane inspiegabile, considerato che abbiamo bevuto un Crèmant Vouvray di Clos Naudin Foreau della Loira e due orange wines, l’A-iuto 2008 di Trincero e il georgiano Triple A Rkatsiteli 2007.
Una due giorni perfetta, come sempre capita in Langa.

P.S. Ancora Langa: l’11 e 12 novembre, venerdì e sabato, sarò il moderatore dei dibattiti all’interno di Docg: Dolcetto Dogliani e Corti (Garantiti), Primo Festival Internazionale di cortometraggi e film dedicati al vino.

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8 Responses to “Langhe, ora e sempre”

  1. Giovanni Corazzol ha detto:

    Come ti è sembrato l’A-iuto di Trinc(h)ero? (domanda interessata). Pretendo informazioni più circostanziate sulla grenache. pretendo ho detto. ecco. insomma per favore.

  2. Andrea Scanzi ha detto:

    Della Grenache bianca non ricordo il nome, lo posterò. Come recensione: fresca, di buona morbidezza, minerale, struttura esile ma non troppo, bevibilità suprema, buona complessità olfattiva. Da berne un secchio (cit). Meno tipica dello Chardonnay pazzesco Vin des fossiles (pietra focaia pura, mineralità incredibile, di fatto un vino “affumicato” naturalmente) ma più abbinabile e facile. Davvero da berne un secchio. La sfida tra orange wines della domenica, per me, l’ha vinta il georgiano. Era un po’ troppo freddo, e quindi si sentiva la tannicità, ma aveva – riscaldandosi – grande complessità olfattiva e molto carattere. Dell’A-iuto di Trinchero, Arneis e Malvasia, dico che al naso era leggermente ridotto e questo – come si sa – mi inalbera. Però si è via via aperto e, in bocca, era appagante. Dei quattro commensali, due hanno preferito l’uno e due l’altro. Entrambi vini da provare. Più ambizioso e riuscito (ma anche più difficile) il georgiano, più “facile” (a parte il piccolo difetto olfattivo) il Trinchero. Che è comunque un orange wine in terra che non c’entra nulla, o quasi, con gli orange wine (mentre in Georgia sono usanza antica, con la metodologia dell’affinamento in anfora).

  3. Giovanni Corazzol ha detto:

    Peccato per il naso, nelle mie bottiglie era forse la cosa che colpiva di piu’ (albicocca?). Se non sbaglio il “Bianco” è arneis, malvasia e chardonnay mentre l'”A-iuto!” solo arneis e malvasia.
    Piccoli lettori crescono. gulp

  4. Andrea Scanzi ha detto:

    Infatti ho scritto Arneis e Malvasia. La Grenache bianca era Milouise di Domaine Padie.

  5. Giovanni Corazzol ha detto:

    Bannami dal creato. Mai che si riesca a fare il saccentino senza rimetterci le piume. Addio

  6. Andrea Scanzi ha detto:

    Addio.

  7. Valerio Rosati ha detto:

    Buongiorno Andrea. Una piccola richiesta in generale da parte di chi deve fare un pò di attenzione al portafogli (la famiglia si sta allargando): potresti dare quando possibile un’indicazione sul prezzo dei vini che recensisci?

  8. Andrea Scanzi ha detto:

    Caro Valerio, quando so il prezzo lo scrivo sempre. Il Vin des Fossiles costa suui 9-10 euro. La Grenache bianca non so. Lo Champagne non so. Il Crèmant di Vouvray stava sui 20 euro bassi al ristorante. I due orange wines (Georgia e Trinchero) sui 25. Grazie.

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