Viva la torba

C’è una cosa che non sopporto (tra le molte): del mondo degli alcolici: i postulati. Si va, come in quasi tutti i campi della vita, per mode, leggi sbagliate non scritte e presunte regole del buon gusto.
La barrique? A prescindere inaccettabile. Molti la pensano così.
Il vino col pesce? Sempre bianco. Molti la pensano così.
E il whisky? Mai con la torba. Altrimenti rovina tutto.
A tutto ciò rispondo: che due palle.
Non  sono un esperto di whisky, ma un po’ lo conosco. E so bene che, per gli “espertoni”, la torba sta ormai al whisky come la barrique nuova per il vino. Non va usata, non ci deve essere, altrimenti il whisky sarà falsato. Me lo ripetono anche gli amici della Tana degli Orsi di Pratovecchio, Simone e Caterina, dove peraltro andrò stasera con alcuni amici. “Il whisky vero non sa di torba”. Ma anche no.
E’ una regola che detesto. La accetto solo in parte, laddove si ricerchi un sentore esagerato e totalizzante (?) di torba. E’ un po’ come il parmigiano sopra certi sughi: se aggiunto un po’ li esalterà, se messo in abbondanza lo ucciderà.
Ad Arezzo ci sono buoni rivenditori di whisky. Uno dei migliori si chiama Carovaniere, in pieno centro. Ha anche buoni vini, è lì che ho ritrovato il Lambrusco Vigneto Saetti (di cui già ho parlato) e lo Champagne Aubry (che mi scolai per i cinquant’anni di Enzo Cerruti, con lui e Federico Ferrero: nel libro ne parlo). 
Lì ho comprato, giorni fa, un Laphroig Triple Wood, edizione limitata, bottiglia da un litro e prezzo sui 65 euro. Si trova solo nei Duty Free. L’ho degustato ed è meraviglioso.
Ho incontrato molti santoni, pronti a dirmi che i Single Malt di Islay sono troppo torbati. Mi hanno fatto provare i loro nettari del cuore, distillati rari e carissimi, senz’altro buoni. Eppure mai – mai – li ho amati come i miei whisky torbati del cuore: Ardbeg (recentemente acquistata dai proprietari di Moet et Chandon, non credo sia un bene), Laphroig, Caol Ila (il meno torbato del gruppo) e Lagavulin.
So che parliamo di gusti personali. So che molti ne sanno più di me. E so che, nel mio amore per il Lagavulin, c’entra molto la fascinazione per il Fabio Montale di Jean-Claude Izzo, lettura necessaria e dolorosa.
Le so, tutte queste cose. Conosco bene la mia fallibità. Ma – ora e sempre – grido Viva la torba, con quel tocco di fumo e mistero che sta così bene con le nottate pensierose dell’anima.

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28 Responses to “Viva la torba”

  1. Nic Marsèl ha detto:

    W la torba? condivido in pieno … e senza aver speso tutti quei soldi piango comunque la bottiglia di talisker 10 anni finita ieri sera…

  2. riccardo ha detto:

    vero, anche io amo la torba e l’affumicato che lascia nel whisky. ora è tutto un tuonare sulla barrique, su l’uso smodato dei luppoli nel nuovo fenomeno delle birre artigianali, i naturalisti e i convenzionalisti dei vini. insomma, cominciamo a ragionare e avere il nostro senso critico anche sull’enogastronomia visto che ormai l’abbiamo perso su tutti i campi del sapere. io sono per l’equilibrio. stiamo abbracciando e lasciando troppe bandiere a seconda delle mode.
    bene
    a me piacciono molto i whisky selezionati da samaroli, a te?
    ho iniziato il tuo libro, ho sgamato un refuso, forse mi sbaglio. nel capitolo secondo dedicato alla franciacorta parli del sommelier Luca Cardini, mi sembra si chiami Gardini. non per rompere, non sono un precisino è solo per sapere se è lui.
    saluti

  3. Elisabetta ha detto:

    Che cosa è la “torba”?????????

  4. Ivan ha detto:

    Andrea a casa mia il Laphroig non manaca mai. Ogni volta che riscendo dalla terra di Albione ne compro una bottiglia (al duty free, of course). A me piace, provato l’Oban?

  5. Alberto ha detto:

    Giusto!La vera libertà sta nella scelta personale, non in quella di terzi.

  6. Mattia ha detto:

    Sono d’accordo per quel che riguarda il rifiuto del postulato, come lo chiami tu. Le differenze sono solo la qualità del prodotto, il gusto personale ed eventualmente l’abbinamento con una pietanza, null’altro.
    Personalmente amo il whisky scozzese, possibilmente torbato anche se in quantità leggermente minore rispetto a quelli che hai citato nell’articolo (che son comunque ottimi): facendo dei nomi al volo, Talisker, Cragganmore, Balvenie, Oban, Edradour.

  7. Miche ha detto:

    Torba forever….. provate anche la Grappa Torba Nera di Castagner!!!!

  8. Mena ha detto:

    Adoro il Lagavulin proprio per quel sapore particolare che gli conferisce la torba. Idem per il Caol Ila (anche se il Lagavulin resta il mio favorito). Pure a me ne hanno dette di tutti i colori, dai puristi che vedono nella torba il male assoluto, agli amici che mi dicono “ma come fai a berlo, sa di pipa” (!). Sarà, ma io continuo a berli e mi piacciono.

  9. Vale ha detto:

    nelle mie frequentazioni (?) inglesi ho sempre sentito parlare della torba come di una caratteristica non di un difetto a priori, loro i giri d degustazione li chiamano surf and turf.

  10. Enrico ha detto:

    Laphroaig e Lagavulin, tutti e 2 buonissimi proprio per il sapore di torba , a me piacciono anche perchè sono stato dove vengono fatti ,il salmastro l’oceano , un pochino di Scozia dai

  11. Mauro ha detto:

    Io sono un affezionato del Bowmore

  12. Alex ha detto:

    Buonissimo il Talisker e meravigliosa la zona in cui viene prodotto.

  13. Chiara ha detto:

    L’Oban veramente buono…la cittadina scozzese indimenticabile…

  14. Paola ha detto:

    Di whisky non posso parlare, non bevendone, ma mio padre, intenditore e appassionato, mi ha sempre detto che per lui un buon whisky (amava quelli scozzesi) doveva avere un sapore leggermente torbato.

  15. Vale ha detto:

    eh vedi pure io la sapevo così dalle mie esperienze inglesi

  16. Mena ha detto:

    Infatti in Scozia (e non solo) il whisky lo amano torbato. Non troppo, ovviamente. Ma quel sapore che ti dice “io arrivo da lì” ci deve essere. Lo dico da perfetto analfabeta, intendiamoci: se non ci fosse quel sapore, ogni whisky mi sembrerebbe uguale. La torba, che non incide ugualmente in ogni etichetta, conferisce quel qualcosa in più che generalmente non trovi in bottiglie magari più consone agli intenditori. E’ un po’ lo stesso discorso dei vini; col tempo ho capito che spesso mi trovo a preferire un vino “imperfetto” ma vero, magari scorbutico, a volte plebeo. Un vino che per i puristi meriterebbe la scomunica. Ho visto dei puristi scomunicare la ribolla di Gravner. Da quel momento mi sono fatto un’idea precisa: il vino buono sta nelle papille di chi lo assaggia. Se non è un Cantine Riunite. 😉

  17. Andrea Scanzi ha detto:

    Buono, l’Oban, anche se lo metto dietro ad Ardbeg, Laphroig, Caol Ila e Lagavulin. La torba è un deposito composto da resti vegetali sprofondati e impregnati d’acqua che, a causa dell’acidit… Mostra tuttoà dell’ambiente, non possono decomporsi interamente. In alcuni Paesi come l’Irlanda e la Finlandia e in zone povere di alberi, la torba viene usata come combustibile fossil. Il processo di affumicatura mediante la torba, praticato soprattutto in Scozia, conferisce un aroma particolarmente forte e caratteristico. Con la torba viene affumicato il salmone e, soprattutto, il malto utilizzato per alcuni scotch whisky single malt, detti per l’appunto “torbati”. Questo dà un caratteristico sapore al liquore, molto apprezzato dagli amatori. (Wiki) @Mena. Bruttissima gente, i puristi. Pericolosi, più che altro. E pallosi. @Riccardo. Sì, qualche refuso c’è. Ad esempio un “Tojaj”. Ed è Luca Gardini, non Cardini. Chiedo venia, ma quando fai 1000 nomi è inevitabile.

  18. Eric ha detto:

    Io m’intendo quasi per niente di vino, e ancora meno di whisky (sebbene mi piacciano entrambi); di birra invece un po’, e negli ultimi anni vanno di moda le maturazioni in cask di single malt scozzesi, se non addirittura la torba stessa per il processo di fermentazione. Quindi ho più o meno idea di certi sapori.
    Personalmente sono d’accordo con Andrea… perché fare i dogmatici, i puristi? Mi è sì capitato di bere birre in cui la torba sembra che te la buttino in bocca con la pala, ma in altre non guastava assolutamente, anzi; in alcuni casi ho percepito addirittura una fine morbidezza che conferiva proprio classe.
    Curioso come questo post arrivi proprio in giorni che mi vedono leggere “Storie nel bicchiere” di Micheal Jackson… 🙂

  19. Patrizia ha detto:

    DIFFIDA DAGLI ASTEMI

  20. Marco ha detto:

    grande Andrea. viva lo scotch e la torba.
    certe regole sono in effetti del tutto eccessive.

  21. Andrea Scanzi ha detto:

    Sempre, Patrizia. Diffidare sempre. E nel libro segnalo (ironicamente) altre categorie di persone che potenzialmente nascondono qualcosa. 🙂

  22. LordGiallu ha detto:

    Ovviamente condivido. Sia l’amore per la torba che quello per Montale. Di consiglio (come ho fatto io) di fare sooner or later un viaggio nelle distillerie scozzesi…quella del Laphroaig è meravigliosa.

  23. Giulio ha detto:

    Il mio prefereto è il Lagavulin Distillers Edition, affinato in botti che hanno precedentemente contenuto Pedro Ximenez…una vera goduria…l’unico neo è che se non stai attento la bottiglia se ne va in fretta 🙂 !!

  24. cristiano (FI) ha detto:

    assaggiate l’ardbeg “uigeadail” e non riuscirete più a farne a meno, torba equilibrata, passaggio in sherry cask … semplicemente una meraviglia … …

  25. marco ha detto:

    Anno 1986 Irlanda del Nord, prima del boom, Distilleria Bushmill co.Antrim. Agosto ma sembra novembre, visita distilleria alle 10.30 assaggio triplo ti scalda il cuore, Bushmill il più buono d’Irlanda e poi alle Giant’s Causeway. W la torba !! Hai provato l’Highland park ?

    Un Gaelico capitato per errore in Lombardia.
    Uisge na beatha

  26. Marco De Tomasi ha detto:

    Occhio a non passare da un dogma ad un altro.
    I nomi fatti (Lagavulin, Oban, Ardbeg, Caol Ila, ecc. ecc.) hanno in comune il sapore di torba perché vengono da una zona ben determinata (Islay) dove gli scotch DEVONO avere quella caratteristica.
    Sono whisky eccellenti, non per questo “superiori” a quelli di altre zone della Scozia.
    Sono sicuramente dei distillati di “impatto”, che per le loro marcate caratteristiche colpiscono immediatamente il consumatore, sia l’esperto, ma soprattutto il neofita.
    Anch’io ho iniziato dai torbati “snobbando” il resto.
    Poi ho incontrato uno Speyside (The Macallan 18 y.o.) che mi ha decisamente allargato gli orizzonti !
    (continuo a bere ed apprezzare comunque i torbati di Islay).

  27. Maria ha detto:

    A me i whisky torbati piacciono molto; adoro i torbati di Islay.

  28. fabrizio ha detto:

    ciao Andrea,
    mi piace il whisky torbato ma equilibrato. hai consigli da darmi sull’acquisto di una bottigia con un buon rapporto qualità prezzo?
    grazie

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