Alenta 2006 – Sarrapochiello

Di Nifo Sarrapochiello ho molta stima. I bianchi di questo giovane produttore campano sono tra i migliori d’Italia.
Ieri sera mi è capitato di ritrovare una sua bottiglia particolare. Alenta, Vendemmia Tardiva di Falanghina, Doc Sannio.
Produzione di 6mila bottiglie, 14 gradi, 14 euro.
Era nascosta in cantina, insieme a tante altre.
Non molti rischiano la vendemmia tardiva – senza resuduo zuccherino – per un vitigno ritenuto facile come la Falanghina. Ci sono molte incognite (ammuffimenti indesiderati etc) e la resa è bassa. Sarrapochiello, che ha sede a Ponte nel beneventano, ama le sfide.
I vigneti, nel comune di San Lupo, hanno 20-25 anni. Bene lo ricorda Alessandro Marra nella recensione del portale Vinix. I terreni sono argilloso-calcarei.
Bel giallo dorato, denso. Profumi speziati ed erbacei, con nuance (?) di liquirizia. Frutta e fiori gialli macerati. Morbido e caldo, con acidità percettibile – che un po’ fatica a camuffare la botta alcolica.
Elegante, felice progressione in bocca, persistenza pregio.
Non direi che è il vino che preferisco di Sarrapochiello, ma solo perché la sua produzione è davvero alta.
Da provare.

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6 Responses to “Alenta 2006 – Sarrapochiello”

  1. Francesco Maule ha detto:

    Bella storia! Mi piacerebbe trovare un buon campano, non troppo estremo ma comunque rispettoso che lavori bene sia con Fiano e Greco che con l’Aglianico.
    Li lavora Nifo? (ha un nome incredibile)

    Poi avro’ forse bisogno di te perche’ voglio fare un salto in Langa, e tu Roddolo lo conosci…

  2. Armando Trecaffé ha detto:

    …grazie Andrea…un sussulto patriottico mi inebria quando scrivi dei vini del Sannio….profitto del tuo post per far conoscere a qualche appassionato enofilo in vena di gite e scoperte la festa del vino locale – http://www.vinalia.info – bel posto con tanti vini outtake e tanti sarrapochielli de scoprire…

    P.S. se ho violato se regole del sito cancella pure…

  3. Luca Miraglia ha detto:

    L’areale del nord-beneventano si sta imponendo, finalmente anche al di fuori dei confini regionali, come una delle più interessanti regioni vinicole del Mezzogiorno (e non solo); i comuni di Ponte, Paupisi e Torrecuso fanno ormai da cornice ad alcune realtà aziendali che, ovunque presentino i propri vini, raccolgono riconoscimenti di alto livello.
    Ne è esempio chiaro la Falanghina Alento di Nifo Sarrapochiello, di grande corpo ed eleganza (difficilmente riscontrabili in altre espressioni del medesimo vitigno provenienti da differenti areali campani), ma un pò tutti i bianchi del beneventano surclassano i propri omologhi delle zone costiere quanto a struttura e, in fin dei conti, fascino.
    Non dobbiamo dimenticare, poi, che la grande qualità si abbina, nella maggior parte dei casi, a prezzi davvero interessanti.
    @ Francesco: Nifo Sarrapochiello è il cognome del produttore, che di nome fa Lorenzo.

  4. Valerio ha detto:

    @ Francesco Maule
    mi permetto di rispondere perchè da circa 1 annetto mi sono innamorato della Campania Felix (grazie anche al nostro Ospite e alla sua recensione della falanghina base di Nifo dell’anno scorso). Tendenzialmente non è semplice trovare un produttore che faccia bene tutte e 3 le cose. La maggior parte nasce come produttore di 1 tipologia e poi acquista le altre uve per ragioni commerciali. Comunque per un produttore con una buona qualità su tutto ho un buon ricordo di Terre d’Aione.
    Ti segnalo comunque altre eccellenze “sparse”:
    falanghina: il base di Nifo è da premio oscar (la vendemmia tardiva non l’ho provata). Faecva anche un greco, che stranamente sul sito non menziona, ma non ho assaggiato nemmeno quello. Anche Aia dei Colombi (Guardia Sanframondi) fa grandi cose sia sulla falanghina (2 tipi) che sull’aglianico.
    Greco: Torricino (Tufo)
    Aglianico: recentemente sono rimasto folgorato da quello di Ciabrelli (Castelvenere). Di questo produttore ti segnalo anche la Barbera del Sannio, vitigno autoctono che nulla ha a che fare con la barbera piemontese (ovviamente), che è un rosso SBALORDITIVO (provare x credere).
    Pallagrello bianco: altro vitigno autoctono del casertano. Ti consiglio quello di Masseria Piccirillo. un’esperienza da provare.

  5. amaro ha detto:

    Sarrapochiello lavora abbastanza bene suoi vini che personalmente trovo molto puliti e ben fatti e rispecchiano il territorio, tra l’altro, lavora in regime biologico , però c’è da dire che è una mosca bianca sul territorio sannita.La maggior parte dei produttori si affida agli enologi, fa tanta troppa quantità (i disciplinari comunque lo prevedono!)sui rossi dosa troppo il legno (a volte anche sui bianchi), ed anche i vini da agricoltura biologica spesso sono troppo lavorati e pesanti da bere.Oltre Nifo Sarrapochiello volevo segnalare 2 piccole cantine nella provincia beneventana una è I Pentri e l’altra Podere Veneri Vecchio per il resto per trovare qualcosa di buono bisogna andare sul vicino e straordinario territorio irpino!

  6. Alessandro Marra ha detto:

    Bello leggere (ancor più su queste pagine) di un vino e di un produttore che ben rappresentano – lo credo anch’io – il Sannio.
    Il “mio” Sannio, aggiungerei, visto che lì ci sono nato e cresciuto.

    P.S.: Grazie della mention.

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