Where is Salcheto?

Lo so, è da un po’ che non passavo di qua. Ma funziona così. Ho finito il nuovo libro, portato in giro lo spettacolo su Gaber, scritto pagine esecrabili sul potere precostituito.
Insomma, la solita vita.
In questo post vi parlerò di quanto sono grullo. Un tema appassionante, ne converrete.
Un passo indietro (cit).
Il 14 giugno ricevo un invito dall’azienda Salcheto di Montepulciano. La conosco di nome, ma non ho mai bevuto i suoi prodotti. Intendono organizzare un dibattito sui vini naturali (e biologici, biodinamici, etc). Sono la prima cantina carbon-free, che nessuno ha mai capito cosa voglia dire, e il proprietario Michele Manelli – al telefono – mi pare convincente.
Accetto.
Nei giorni successivi la Signora Addetta Stampa (d’ora in poi denominata “Sas”) mi richiama per la conferma. Ci saranno, tra gli altri, Angiolino Maule e Giulia Graglia. Bene.
Il giorno prefissato è il 29 giugno alle diciotto. Do per scontato che il luogo dell’evento sia la cantina Salcheto, visto che non avevo ricevuto notizie diverse (scoprirò poi che, nella seconda pagina dell’invito pdf, c’era un vago indirizzo diverso: “Sala delle Feste della Contrada di Gracciano, Piazza Pasquino da Montepulciano, Centro Storico di Montepulciano”).
Nel pomeriggio devo terminare un articolo e faccio un po’ tardi. Abitando relativamente vicino, non chiedo agli organizzatori il pernotto a Montepulciano. Non ne ho bisogno. Da Roma mi raggiungerà un’amica. Calcolo di essere lì per le 18.30. Informo con un sms la signora Sas, che mi aveva garantito di essere sempre (s-e-m-p-r-e) reperibile. Non mi risponde. Vamos.
Quando esco dal cancello, anzi prima di uscire dal cancello, un fulmine – giuro – cade a pochi metri da casa mia. Preciso come uno smash sbagliato di Seppi. Va via la luce. Il cancello è elettrico. Non ci sono chiavi che possano aprirlo. Quindi non ho modo di uscire. Ne deriva una quantità modica, ma precisa, di improperi. Sport in cui son solito eccellere.
Sto facendo tardi e nel frattempo piove a dirotto. Dopo mezzora riesco a ripristinare la corrente elettrica ed esco dalla mia reggia tascabile radical chic. Ho dovuto anche cambiarmi, perché ero zuppo. E’ un gran giorno.
Arrivo a Montepulciano attorno alle diciannove. Telefono alla Signora Sas – quella che “sarò sempre reperibile, stia tranquillo” – ed è spento. Daje. Giungerò (uso questa parola per non reiterare il verbo “arrivare”) un po’ tardi, ma per cena e io e la mia amica ci saremo: meglio di niente.
La cantina di Salcheto è in Via di Villa Bianca 15. “Via” per modo di dire. Non a Montepulciano, ma sopra Montepulciano. Molto sopra. Il navigatore, un Garmin riottoso e vile, mi conduce verso una strada cattiva a sterro. Lì le indicazioni finiscono, o quantomeno sono odiosamente frammentarie. Prendo un sentiero e mi trovo in un agriturismo. Ne prendo un altro ed entro in casa di un tizio che non sa se accoltellarmi oppure offrirmi da bere. Nel dubbio, scappo.
Soltanto alle 19.20, stremato, arrivo alla cantina di Salcheto, dopo tornanti polverosi strazianti. Lì, chi trovo? Nessuno. Non c’è niente, se non una coppietta di signori che candidamente mi dice: “Cercava qualcuno? Sa, è tutti chiuso”. A quel punto telefono alla Signora Sas (“Sarò sempre reperibile, stia tranquillo”). Non c’è campo. Telefono a Maule. Non c’è campo. Telefono a Graglia. Non c’è campo. Riprovo, riprovo. Non c’è campo. Non c’è campo. C’mon.
Riprendo la via per Montepulciano, ma nel frattempo prima di me è partito un mega-tir dalla cantina, che si intraversa – giuro – lungo i tornanti polverosi. Perdo altri venti minuti. E’ il Golgota, sto scontando la pena: così imparo a non santificare il Rosso della gentile Occhipinti.
Ho sbagliato data? Ho varcato una sliding door spazio temporale? E’ uno scherzo? Non si sa.
Si sa che mi riavvicino a Montepulciano, sperando che prima o poi qualcuno riaccenda il cellulare e mi richiami – dove diavolo era ‘sto convegno, in una catacomba? Raggiungo la mia amica nel centro di Montepulciano e sono le 20 passate. Nessuno ci richiama. Neanche Jennifer Connelly quando ci provai, mi aveva snobbato così.
Ci dirottiamo così nell’unico slowfood dell’allegro paesello e – a dirla tutta – non è che si sia rivelata idea peregrina.
Per la cronaca, non ho più saputo nulla di quella serata. Giulia Graglia mi ha mandato un sms di dispiacere per non esserci beccati. Angiolino Maule mi ha redarguito (pure) per averlo lasciato solo. E la Signora Sas mi ha mandato un sms di circostanza (visto al mattino dopo).
Dai vaghi reperti Youtube, intuisco che la serata c’è stata ed è andata bene. Data per assodata (amo le allitterazioni) la mia sbadataggine, lasciare un cellulare acceso o prevedere un numero attivo durante l’incontro non sarebbe stato sgarbato.
Comunque vada, sarà un insuccesso.

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25 Responses to “Where is Salcheto?”

  1. Alfredo Frucuglione ha detto:

    “Reggia tascabile radical chic”: mai immagine fu piú perfetta.

    Leggenda, Andrea Scantozzi. Leggenda.

  2. Antonio ha detto:

    Bene, credo ora tu sia in credito con il karma per almeno tre vite…..

  3. Francesco ha detto:

    certo che Lei,Scanzi,se le va proprio a cercare eh?tempo fa ha conosciuto Cariddi e non contento ora mi cita Scilla.uno dei rossi della suddetta l’ho bevuto ieri sera,il Frappato del 2009,il suo vino piu’ morbido e fruttato.e vi ho pensato….ma mai l’avrei immaginata come il giovane Tim Curry e la sua bella vergine a bussare al castello di Transilvanya.ho anche un dubbio su chi si celasse dietro al Sas.non era sas ma sp,cribbio!

  4. superbol ha detto:

    bella Jennifer Connelly, me ne ero quasi dimenticato.

  5. Adriano ha detto:

    ahahah le cronache fantozziane sono sempre ilari e esorcizzanti. Mentre leggevo mi ricordavo la mia ricerca del festival della birra a Stoccolma anni fa. Era presentata come tra le più importanti del globo terrestre, c’era un indirizzo, un sito, delle ragazze casualmente disinibite intente a bere invitanti doppio malto. L’ufficio del turismo però ne disconosceva la stessa esistenza, ma l’interpellata riconosceva una sua amica tra le bevone del sito di cui sopra. Mi traccia un itinerario con lo sdegno di chi intravede in me il turista sbagliato nel posto giusto, mi getto su 3 mezzi improbabili che mi condussero nella periferia industriale di Stoccolma, in mezza un parco, vicino a dei capannoni, in un non luogo privo di festival, di birra e di donne.

  6. Gilda Frigida ha detto:

    Scanzi, ma ci ha provato davvero con Jennifer Connelly? La facevo piú serio.

  7. Roberta ha detto:

    Mi presento….Sono la Sig.Sas con diritto di replica:
    1) il mio telefono ha smesso di prendere alle ore 19.20 (40 minuti dopo l’ora dell’appuntamento…direi abbastanza per un ritardo non comunicato)
    2) mai detto la frase “Sarò sempre reperibile”….Il Signore è sempre “Reperibile”, io sono soggetta a fulmini, saette, e tre che spesso non prende come qualsiasi comune mortale
    3) l’sms è stato inviato la sera alle ore 22.30
    4) Ricordo che alle elementari scrivevo alle amiche quando ero dispiaciuta per qualche cosa, alle superiore ho imparato la signorilità del confronto diretto….Ma dimenticavo….siamo giornalisti, non uomini

  8. Andrea Scanzi ha detto:

    Prima di tutto la ringrazio, Gentile Signora Sas: ero praticamente sicuro che non avrebbe minimamente capito il tono ironico del post, come capita a tutti quegli uffici stampa pedantucci e non sempre bravissimi.
    La ringrazio per avermi tolto il dubbio (che non avevo).
    Il post è palesemente autoironico e infatti il vero Fantozzi della vicenda sono stato io. L’han capito tutti tranne – temo – lei. Nessuno l’ha mai accusata di chissà quali reati e, se volevo farlo, mettevo il suo nome e cognome reali. Che conosco. Non ce m’era motivo, essendo un articolo scherzoso (che racconta comunque tutte cose vere).
    Riguardo alle sue repliche, meravigliosamente piccate e pleonastiche.
    1) Può anche essere, a me non risulta. Mi pare di averla già chiamata una prima volta attorno alle 19 (non c’era campo) e – di sicuro – non ha risposto al mio sms inviato attorno alle 18.30, in cui la avvertivo del mio ritardo. Non era tenuta a farlo, ma poteva farlo. Che l’errore sia stato anzitutto mio è conclamato e palese. Aggiungo poi che, durante un evento, l’ufficio dell’addetta stampa non deve smettere di funzionare MAI, usando al limite quel dispositivo di non ultimissima generazione conosciuto come “vibrazione”, oppure “modalità riunione”. Se si organizza un evento in luogo non coperto, ci si adopera per avere comunque un punto salvo. E quantomeno, se si è letto un messaggio di un ospite in cui si legge “arriverò alle 19, scusate”, prima di cena si richiama quella persona. Questione anche solo di educazione, che andava di moda tanto alle elementari quanto alle superiori (cit).
    2) L’ha detta eccome, quella frase, nelle telefonate precedenti. Non saranno state le parole esatte, ma mi ha ribadito che l’avrei potuta chiamare in qualsiasi momento. Peraltro, nei due (forse tre) dialoghi pre-evento, non ha mai specificato dove fosse il luogo esatto (dandolo per scontato, e qui ha ragione lei considerando che nella seconda pagina dell’invito c’era).
    3) A me risulta la mezzanotte o giù di lì, ma ormai quell’sms l’ho cancellato. Cambia poco, comunque: sempre tardi era. E “al mattino dopo” l’ho visto io (come specifico nel post) perché, dalle 22, il cellulare l’ho spento io. Vi avevo chiamato anche troppo.
    4) Per le chiusure a effetto, mi telefoni. Saprò darle consigli stilistici preziosi. Quella che ha usato è debole e pure un po’ patetica.
    Mi fa comunque piacere che l’abbia presa bene.
    Saluti e grazie.

  9. Stefano ha detto:

    Il giovane Tim Curry non bussava al castello, era il padrone di casa e organizzatore della “convention” (my unconventional conventionists…).
    Brad Majors (il bussatore) and his fiancée Janet Weiss (la vergine) erano interpretati rispettivamente da Barry Bostwick e Susan Sarandon.
    Comunque il mio preferito rimane il criminologo.

    IT’S JUST A JUMP TO THE LEFT…

  10. Giovanni Corazzol ha detto:

    Telefoni? uffici stampa? sms? mezzi antiquati e privi di qualsivoglia affidabilità. si indica l’evento e si sparga la voce. il resto venga da sé. Segnalo che il dolcetto base di Roddolo quest’anno è uscito bene. ma bene bene. Sono eternamente riconoscente. Quando potremo ricevere rivelazioni/anticipazioni sul nuovo libro? che la latitanza abbia un senso, Corna di centomila diavoli zoppi e guerci!

  11. Un Uomo Normale ha detto:

    Caro Scanzi,la seguo da tempo, qui e sulle sue pubblicazioni, e in me, avanza un’idea: di quanto lei sia così enofighetto e snob, anche nei confronti di un addetta stampa che, mi sembra, ha fatto tutto il possibile.
    Lei facendo così getta letteralmente “guano” non solo sulla Sig. Sas ma anche su sull’azienda….
    Forse è meglio continuare a parlare bene dei soliti noti…accessibili anche a tutti…. (vedesi Dolcetto di Roddolo,,,a quanto viaggia??…lasciamo stare).
    Smetta di fare tanto lo snob e scenda dal piedistallo, grazie!

  12. Andrea Scanzi ha detto:

    Impari a leggere, Un Uomo Normale (nick impegnativo). Usi la tastiera qwerty senza effetti allucinogeni (cos’è quel “,,,”?) e si firmi. Anche se – qualora usasse il vero nome – significherebbe ammettere chi è. E non ci farebbe un figurone, essendo interessato in prima persona alla (non) querelle.
    Il post è ironico. Lo capirebbe anche Red Ronnie.
    Altri commenti di tal guisa, e su tal (non) argomento, non verranno pubblicati.
    Ah: non è piedistallo. Sono alto di mio.

  13. Carlo Tabarrini ha detto:

    wo wo wo, quì si sta alzando la temperatura, io sono troppo dolce e temo di rifermentare… quindi me ne vado senza nemmeno cercare di spezzare una lancia a favore di chi non ne ha proprio bisogno..

  14. Giovanni Corazzol ha detto:

    UUN: che deve lasciare stare? odioso. ad ogni modo, costa – non viaggia – 6 euri.

  15. FRANCESCO ha detto:

    @stefano:grazie,mi ero accorto della errata attribuzione anch’io,ma troppo tardi.grazie per ricollocare Scanzi al fianco della Sarandon.ma dopotutto poiche’ mi hanno votato 60 milioni di italiani dico e scrivo quello che mi pare.mi si conferma che sas e’ spsixtyeight,stesso cipiglio o autogol come direbbe as(giu’ la maschera,as,giu’ la maschera)
    @juancoraz:la saluto

  16. sara ha detto:

    Complimenti per l’articolo “criminoso” sul fatto di oggi.

    Una foto nitida e completa della situazione attuale.

    Oltre il vino:
    http://www.comune.siddi.ca.it/news/index.php?nop=vis_news&nid=9&chi=news

  17. Adriano ha detto:

    Cazzo, allora il post non era ironico, tardo io a non averlo capito! Ora ho anche paura che l’ufficio del turismo svedese mi mandi lettere minatorie a casa. Però Cristo (cit.) lei Scanzi è un vero disastro. Non riesce nemmeno a scrivere buongiorno senza fare incazzare qualcuno.

  18. Gilda Frigida ha detto:

    Un Uomo Normale, ma perché ce l’ha con Roddolo? É troppo bravo? 😉

  19. Valerio ha detto:

    Jennifer Connelly domina incontrastata i miei sogni erotici da almeno 20 anni. Se t’avesse risposto giuro che mi sparavo…

  20. Roberta ha detto:

    Gentile Andrea le assicuro che ho scritto il post con un grande sorriso e la ringrazio per le grasse e grosse risate che mi ha fatto fare. Come lei mi sono divertita molto a scrivere e come lei vivo di ironia…peccato non lo abbia capito. Quando vuole il mio numero ce l’ha…sono quasi sempre disponibile…un caro saluto

  21. Un Uomo Normale ha detto:

    @Gilda: niente di personale con Roddolo, anzi chapeau, è come lo si colloca, cioè un vino x TUTTI, sia i gusti che i portafogli…
    @Scanzi:Sono lontano migliaia di km da Salcheto e non vendo Salcheto; è il suo uso, molto furbo, dell’ironia che mi urta un pò, a volte…. Si sà era un post ironico… Poi sull’uso della tastiera, ci tengo di piu’ all’uso della lingua,lascio che Lei mi insegni, dall’alto della sua statura, dove il peccato di hybris è, oramai, cosa di tutti i giorni.
    Con affetto e ironia.

  22. Andrea Scanzi ha detto:

    Meglio così, Roberta. Un saluto a lei, con affetto e ironia.

  23. Gilda Frigida ha detto:

    Un Uomo Normale, il Dolcetto Superiore Roddolo lo vende a 7 euro a bottiglia. Di cosa stiamo parlando? Non faccia l’esegeta di Cicchitto, su. 😉

  24. Michele Manelli ha detto:

    Gentile Andrea, arrivo un pò tardi nella mischia, senza neanche la cavalleresca opportunità di sedarla (ai tempi del rugby era una delle poche cose in cui eccellevo). Giusto per dirti che mi era in effetti dispiaciuto non averti tra noi e non conoscerne personalmente il motivo, ragione per cui nell’imbarazzo ammetto di non averti chiamato a stretto giro. Ti confermo che la serata era stata organizzata davvero più per “dibattere” che per “comunicare” e che il luogo non a caso era un tantino riservato ed ameno, si potrebbe dire intonato (diciamo la verità, un po da carbonari…). Forse anche per questo non sono ancora seguite comunicazioni successive sulle quali comunque stiamo lavorando, per usarle spero come punto di partenza per un percorso di cui mi sembra senz’altro aver sentito il bisogno. Fatto questo pippone, non mi esimo da un commento sul tuo post. Il primo pratico, sul concetto di “Carbon Free”: credimi noi non lo siamo e siamo i primi a criticare, allo stato attuale dell’arte, l’uso di un tale termine, penso tra l’altro tu associ questo concetto alla nostra cantina proprio in ragione del fatto che molta stampa ce l’abbia indebitamente “appioppato” (uno dei temi su cui abbiamo appunto dibattuto la fatidica sera). Se hai voglia di approfondire fammi un cenno. In linea generale ho sorriso e mi ha fatto piacere leggere della tua avventura, un contorno divertente a quei giorni già ben densi di avvenimenti (ed un po di pubblicità gratuita sul tuo blog perché no). Non ti nascondo pero che anche io ho percepito un senso critico eccessivo nei confronti sia della mia azienda che dello studio che ci assisteva. Visto i tanti sforzi profusi in buona fede e per fini davvero molto idealistici e sani, può infastidire. La lancia che spezzo a favore di tutti è che non è davvero facile farsi capire senza guardarsi negli occhi, un arte-mestiere che tra l’altro non invidio a voi giornalisti, specialmente nell’era del blog. Chiudo quindi con un invito a venire a Montepulciano a capirci meglio. Michele

  25. Andrea Scanzi ha detto:

    Gentile Michele, la ringrazio dei chiarimenti.
    Non c’era da parte mia alcun eccesso critico (uso davvero altri toni, che conosco, se voglio essere “eccessivamente critico”).
    Ho scritto quel post, peraltro con ritardo, perché la storia – che mi vede come protagonista-grullo – mi faceva ridere. E’ stata una giornata campale e mi sono sentito discretamente in colpa per avere fatto giungere un’amica da Roma.
    Credo che da parte vostra ci siano stati dei piccoli errori di comunicazione – non ci voleva molto a uscire dalla zona “senza campo” all’ora di cena e fare un’ultima ricognizione comunicativa, anche considerando il mio sms – ma del tutto plausibili e legittimi.
    Spero prima o poi di incontrarla.

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