Syrah 2008 – Stefano Amerighi

E’ innegabile che un vino ti piaccia non solo in virtù delle sue doti oggettive, ma anche tenendo conto del contesto. Durante una bella serata, o un pranzo piacevole, sarai più prodigo di complimenti: positivamente ricettivo.
Così, di fronte a questo Syrah 2008 biodinamico di Stefano Amerighi, enfant prodige cortonese di una zona notoriamente vocata per la vinificazione di questo vitigno, può essere che sia stato portato a una “sopravvalutazione” dettata dalla compagnia. Amici, amiche. E un bel pranzo alla Taverna Pane e Vino di Cortona, martedì scorso.
Al tempo stesso, avevo degustato anche le annate precedenti di Amerighi, che si è sempre ispirato – fin dai suoi raduni sovversivi alla Tana degli Orsi di Pratovecchio – a Damijen Podversic e a un’idea molto vera, e naturale, e schietta (talora quasi brutale) di vino. Lo cito anche ne Il vino degli altri.
Finora, per quanto apprezzabili, i Syrah di Amerighi mi sembravano veraci ma non bilanciatissimi. Un po’ troppo kurnati, nel senso di iper-concentrati (naturalmente, va da sé). Di beva non facile. Testimonianza di un apprendistato che, in parte, è ancora in atto. Da qualche parte avevo letto che i suoi vini erano dei “vorrei ma non posso”.
A inizio anno a Roma, al raduno dei vini naturali presso l’Hotel Columbus, avevo notato un miglioramento significativo.
Ora, di fronte a questa annata 2008, che al ristorante trovate attorno ai 25 euro, riscontro un vino molto vicino alle ambizioni migliori di Amerighi: rispettoso di terroir e vitigno (che di per sé è colorato, ha struttura e non potrò mai avere la “drittezza” di un Pinot Noir); beva gradevole, giusto corpo e carattere; equilibrato e accessibile anche per il consumatore occasionale, ma non per questo dozzinalmente facile.
Credo che, con le annate successive, Amerighi aggiusterà ulteriormente il tiro. Intanto, dei Syrah cortonesi base, è il migliore. Non solo: è uno dei Syrah più encomiabili d’Italia.

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18 Responses to “Syrah 2008 – Stefano Amerighi”

  1. Riccardo La Ginestra ha detto:

    Concordo pienamente con la descrizione , complimenti a Stefano per la bravura e la passione che ci mette.
    Un abbraccio a tutti e due, ciao da riccardo

  2. Andrea Federici ha detto:

    Un gran bel syrah…
    Di sicuro la foto utilizzata nella recensione è da meno, ma almeno la richiesta di poterla pubblicare ritengo sarebbe stata appropriata.
    Aggiusterò anche io ulteriormente il tiro… ingrandisco per le foto successive la sovraimpressione del mio nome e il copyright.

  3. Andrea Scanzi ha detto:

    Ho sempre usato, in questo blog, foto tratte dalla rete. Non ho mai avuto problemi. Le chiedo scusa se la cosa l’ha ferita nell’intimo.
    Ho comunque sostituito la foto, non più sua. Non ne conosco l’autore. Sarò lieto di citarlo, se si farà vivo.
    Il link esatto è: http://www.amicidivini.com/wordpress/?p=1245

  4. Sergio ha detto:

    ‎’nchia il Syrah… sono i momenti in cui soffro per la mia dieta con divieto di alcool annesso.

  5. Francesco ha detto:

    Andrea ,mi hai fatto venire in mente che a KKK a Rivergaro abbiamo parlato di un sagrantino di Calcabrina Cantine che non conoscevi.questo fine settimana al critical wine di cardini ci saranno. ne comprero’ una bottiglia in piu da farti avere.se poi avessero anche il passito,non in commercio, avrai un po’ di fortuna in piu’. lo so,lo so mi devo ricordare anche della maschera Mino Reitano ma prima il piacere, @Sergio la mia dieta mi e’ appena costata un botto: bici nuova.funziona, fumo meno e continuo a bere.

  6. Carlo ha detto:

    Come no ! Calcabrina, impressionante… com’era…animale vegetale…grande.

  7. claudioT ha detto:

    A Roma al Columbus per i vini naturali, l’ho provato e mi è sembrato troppo cortoneggiante o se vogliamo italianiggiante old style (tutta ciccia e brufoli), molto ricco, scomposto e poco elegante alla Domaine Clape (Cornas – Rhone)con qualche anno in più.
    Non avendo bevuto annate precedenti di Amerighi non posso apprezzare il suo affinamento e miglioramento produttivo ma un appello è giusto darlo a chiunque e magari anche un terzo livello di giudizio!!!

  8. Andrea Scanzi ha detto:

    Senz’altro è ricco, cicciuto e italianeggiante. Non l’ho trovato però – non la 2008 bevuta a Cortona due giorni fa – scomposto o senza classe. Certo, se uno vuole solo il Syrah eremitico e spietato: non è quello di Amerighi.
    Ritengo che i suoi miglioramenti – non ancora totali e definitivi – siano già tali da ritenere, oggi, il suo 2008 pregevole. Il tuo intervento, ClaudioT, è però prezioso. E apprezzo molto anche il riferimento forbito e calzante a Clape. Grazie.

  9. Antonio ha detto:

    Il Syrah 2008 di Stefano Amerighi è oggettivamente il migliore in circolazione in Italia (trovarne uno migliore è impresa ardua!!!)con i suoi spigoli, la sua corposità, la sua profondità e soprattutto con grande possibilità di evolvere.

  10. claudioT ha detto:

    Grazie a te, è sempre piacevole lo scambio di impressioni ed esperienze.
    Comunque c’è anche da dire che il Syrah di Amerighi è da impianti più o meno giovani che tra qualche anno, perseverando nella strada della qualità e della grande attenzione in vigna, potranno assumere una linea e una carattere meglio equilibrato e non per questo scontato!

  11. Riccardo ha detto:

    Andrea, sarebbe quantomeno auspicabile che le foto prese da internet (http://www.amicidivini.com/wordpress/?p=1245) e soggetta comunque ai diritti d’autore, riportino il nome dell’autore o quantomeno una richiesta di autorizzazione ad essere pubblicate altrove.
    Grazie

  12. Andrea Scanzi ha detto:

    Infatti lo riport(an)o. Guardi il commento del 16 giugno, ore 17:07.
    Ho comunque tolto anche la sua foto. Faccio solo presente che, in 4 anni di blog enologico (e di blogger tre blog in altrettante testate nazionalu), l’unica volta in cui mi è capitato che qualcuno facesse l’offeso – per la foto all’etichetta di un vino – è stato in occasione di questo post. Che non parla di Gioconda, Helmut Newton e nemmeno delle tesi complottiste su Jfk.
    Ne prendo atto. Satollo di stupore e inebriandomi di nuovo scibile.
    Mi stia bene.

  13. Riccardo ha detto:

    Ciò non da il diritto di prendere foto degli altri o pubblicarle senza chiedere l’autorizzazione o citarne l’autore. Sul blog che lei ha linkato e da cui aveva preso la foto il mio nome compare praticamente ovunque.
    Cordialmente

  14. Luca ha detto:

    Ci mancavano solo i fotografi indispettiti. Mamma mia che palle ultimamente in questo blog

  15. Francesco Santini ha detto:

    Premesso che sono di parte in quanto amico e venditore dei vini di Stefano devo dire, senza fare delle valutazioni qualitative che sarebbero fuori luogo, che, a mio parere,le differenze tra le 3 annate finora uscite sono dettate essenzialmente dal differente andamento climatico delle annate stesse, a grandi linee: 2006 con caldo ma buone acidità, 2007 caldissimo, con grandi concentrazioni e acidità un po’ contenute, 2008, annata fresca e di ottima maturazione. Se a quanto detto aggiungiamo la gioventù delle vigne, credo che l’evoluzione del syrah di Stefano non sia stilistica, ma sia dovuta alla volontà ( e capacità) di Stefano di interpretare annata per annata senza voler piegare l’uva arrivata in cantina ad una sua idea di vino preconcetta.

  16. attoadivenire ha detto:

    Sono daccordo sulle considerazione fatte su Stefano Amerighi, sicuramente è un produttore in “divenire” ma vi invito calorosamente ad andarlo a trovare in cantina e assaggiare….L’annata 2009 vi drà ancora ragione ma l’annata 2010 secondo il mio umile parere sarà un vino stupendo!
    Dove alla potenza si unirà anche l’eleganza…..
    Non pensavo che per una foto ci si potesse inc…tanto 🙂

  17. Claudio ha detto:

    È stato un caso, hanno messo in tavola oggi un 2011…… Non conoscevo questo colore ormai dimenticato la sua pastisità mi è rimasta agganciata, voglio scoprire chi lo proiuce, quindi scatto e vado dentro una collina a Cortona e chiedo( dovè la fattoria?) mi accolgono un giovane barbuto con in testa una genuiale idea. Apriamo un bandone e mi dicono: impossibile che lei oggi abbia bevuto un 2011. Effettivamente grazie ad un vero amico ho avuto questo privilegio. Mi immergo in una degustazione oscura tra dimenticati sapori e mi rendo conto che quello che i nostri nonni hanno fatto con i piedi lo possiamo ancira bere ma solo se amiamo la terra e la rispettiamo. Grande Annata 2011

  18. Clarissa ha detto:

    D’accordissimo con Claudio. Io l’ho provato ieri per la prima volta, incuriosita sia dalla particolarità del produttore sia da tutti i commenti positivi che avevo trovato in rete. Non ho provato nessun altra annata ma mi sembra che il 2011 sia stata eccezionale. Da amante dello Syrah, lo trovavo da tempo un vitigno troppo “sputtanato”, Stefano Amerighi è riuscito a farmene innamorare di nuovo.

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