Lambrusco Vigneto Saetti

Scrivo dal Qatar e penso a un vino bevuto giorni fa, prima di partire: Vigneto Saetti. Dove l’avevo già visto, sentito, degustato? All’osteria slowfood Tre Spade, Correggio. Terra di Ligabue (due) e Lambrusco (e popcorn, non è così facileeeee, cit). Mi era piaciuto. E mi aveva colpito, per il vezzo dell’etichetta in tessuto. Decisamente non comune.
Ho ritrovato il Lambrusco Vigneto Saetti a Le Carovaniere, whyskeria (e non solo) nel centro storico di Arezzo. Uno di quei posti pieni di rarità.
Ne aveva solo una bottiglia, era per prova. Sette euro. Mi ha visto così entusiasta che me l’ha regalata (ma nel frattempo avevo acquistato un Laphroig Triple Wood da 64 euro, tuoni e fulmini).
Amo il Lambrusco, si sa. Vitigno oltremodo sottovalutato. Il Vigneto Saetti è un Salamino di Santa Croce. Il Lambrusco più colorato e fruttato, di buon corpo, molto diverso dal Sorbara. Rientra in componente maggioritaria nel Lambrusco Reggiano, ma questo viene da Soliera, nel modenese.
Oltre all’etichetta, la particolarità del Vigneto Saetti sta nella concezione dichiaratamente vinoverista. Lieviti autoctoni, rifermentazione in bottiglia, niente solforosa, vigne di 30-40 anni. Lo si può paragonare ai più noti frizzanti di Camillo Donati, nome di culto porthosiano nel parmense.
Confesso che, soprattutto nei Lambrusco, la disciplina vinoverista è particolarmente controversa. Ne nascono sempre vini molto diversi da quelli a cui sei abituato. Ovviamente non somigliano alle schifezze da supermercato, ma nemmeno alle tante bottiglie di pregio più “normali”.
Il Vigneto Saetti che ho bevuto era un 2008, agricoltura biologica certificata. Sboccatura il 15 maggio 2009. Bel colore, buona spuma. Naso molto diverso dal Salamino canonico (o stereotipato?). Meno frutto e polpa, più lieviti e fiori rossi. Anche al gusto c’è come un dimagrimento.
Il corpo spumeggiante è qui declinato in una trama più sottile, elegante ma forse un po’ trattenuta. Rispetto ai frizzanti di Donati c’è una maggiore precisione gusto-olfattiva ma anche  minore personalità.
E’ un Lambrusco che vi consiglio di provare, per farvi la vostra idea e cercare di capire – poi – se è questo quello che cercate. O se, alla fine, preferite un Concerto Medici Ermete, un Campanone Lombardini o altri nomi (notevoli) similari.
In ogni cosa, buona bevuta.

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5 Responses to “Lambrusco Vigneto Saetti”

  1. Mena ha detto:

    Campanone rulez! Confesso di non avere mai provato il Saetti; sembrerà strano ma a memoria non mi pare di averlo mai visto nei ristoranti che frequento abitualmente qui a Modena. Dovrò sacrificarmi e provare l’osteria Tre Spade. 😉
    Ad ogni modo concordo: il lambrusco è stato per anni sottovalutato. D’altra parte, considerando gli scempi portati avanti per lungo tempo da produttori come Giacobazzi (8 e 1/2, il “lambrusco” in lattina!) e Cantine Riunite, non c’è da stupirsene.

  2. Alessandro ha detto:

    tengo sempre molto presente le tue considerazioni sul lambrusco, che rimane sicuramente uno dei miei vini preferiti, tra i tanti che ho bevuto il vigna migliolungo della cantina sociale di Arceto è quello che mi ha dato più soddisfazione…sempre tratto da tue dritte enologiche…grazie mille per le preziose info…!!!

  3. Bel lambrusco. Lo scoprii anni fa e rimasi piacevolmente stupito, anche dal prezzo. Non so ora se sia aumentato però. Scherzosamente ne scrissi anche qui
    http://blog.gamberorosso.it/archiviokelablu/articolo/lambrusco-salamino-di-s-croce#comment-form
    Il vezzo dell’etichetta in tessuto credo derivi dal fatto che una parente del produttore sia nel ramo tessuti.

  4. alan ha detto:

    Per me un vino molto interessante.
    Prezzo da lambrusco (meno di 7 euro)e qualità e finezza ben oltre il livello medio della categoria

  5. STEFANO ROSSI ha detto:

    il piu’ grande salamino in commercio.Sono sempre d’accrdo con te.Esiste anche una versione rosata
    spettacolare e stanno preparando una versione spumante metoto classico.Costano da lui 6 euroe li consegna lui personalmente a bologna per esempio

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