Tenuta di Valgiano 2004

Non so quando ho acquistato questo vino. Credo tre anni fa, durante il tour di Elogio. E’ un periodo in cui, in cantina, trovo bottiglie lontane. Di cui poco o nulla mi ricordo.
Tenuta di Valgiano è il prodotto di punta dell’azienda omonima. Capannori, provincia di Lucca. Dal 2001 operano in biodinamica.
Valgiano è un’azienda che, salvo rari casi, unisce amanti del vino moderno e cultori del tradizionale. L’annata 2004 fu particolarmente lodata (Tre Bicchieri, tra gli altri) e sempre il Gambero Rosso ha premiato la cantina come una delle più encomiabili in Italia per rapporto tra vino e natura. Rispettando ambiente e tradizione.
Oggi l’ultima annata (2007) costa attorno alle 60 euro in enoteca. Una Doc Colline Lucchesi, ma di fatto un Supertuscan. Maggioranza Sangiovese (60 percento), 20 Syrah e 20 Merlot.
E’ il prodotto di punta della struttura di Moreno Petrini. Proviene dalle vigne più vecchie e dai vigneti migliori. Matura in barriques di rovere francese, non più di un quinto nuove per 15/18 mesi.
Non il mio vino, sulla carta. Non lo berrei, infatti, se fossi in cerca del vino della vita. Non lo consiglierei a tutti i vinoveristi (a molti sì). Ho senz’altro incontrato bottiglie con più anima.
Se però cercassi il vino in grado di mettere d’accordo tutti, felicemente perfetto, tecnicamente ineccepibile e al tempo stesso modaiolo, per giunta proveniente da un’azienda vicino ai temi “verdi”: be’, allora lo consiglierei.
Capisco perché sia uno dei rossi più lodati di Toscana, quindi d’Italia, quindi del mondo. Ha naso complesso, erbe aromatiche e cannella, pepe e frutta rossa matura. Allungo splendido, freschezza “furba” (ma precisa), morbidezza “furba” (ma vera). Equilibrato, di bevibilità splendida. Al massimo della forma, bevuto adesso, ma con ancora i suoi begli anni davanti. Ancor più in un’annata benedetta come la 2004.
Un gran vino, senza se e senza ma.

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4 Responses to “Tenuta di Valgiano 2004”

  1. simona ha detto:

    Segnalo a tutti e ad Andrea in particolare l’interessante articolo
    scritto da Michela Murgia sul vino, dopo la partecipazione al reading sul vino sardo: Storie di vite Vini, uomini e donne di Sardegna.Al Man Museo d’arte, giovedì 28 aprile alle ore 21.

    http://www.michelamurgia.com/di-cose-sarde/economia/del-rosso-e-del-nero

    Spero che la prossima volta invitino anche te Andrea.

  2. IlSommelierAlDente ha detto:

    Riesce a mettere d’accordo tutti o scontenta tutti? Mah..a me rimane il dubbio di una presa di posizione “furbetta” e probabilmente tra vinnaturisti e convenzionalisti ne escono piu’ contenti i secondi..Comunque un vino ineccepibile dal punto di vista tecnico, forse un tantino senz’anima. In Toscana se devo scegliere bevo altro.

  3. DIONISIO ha detto:

    Gentilissimo Andrea,

    Ho appena terminato di leggere il suo libro “Elogio dell’invecchiamento”. Bellissimo e molto esaustivo per un sommelier di campagna come me. Volevo solo una sua precisazione sul capitolo dedicato al nebbiolo, più precisamente dove dice che le zone riconosciute per la produzione sono 13, io sapevo 11.

    Grazie e ancora complimenti, nella speranza che scriva presto altri libri sul vino.

    Dionisio

  4. antonio ha detto:

    interessante..Da assaggiare…

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