Perda Rubia: un vino vero

Non ringrazierò mai abbastanza Marco Pozzali. E’ una delle firme che più stimo di Enolandia. Non ho mai capito perché inizialmente se l’è (un po’) presa per qualche battuta innocua del libro, considerando che lo celebro quasi in ogni pagina e ne consiglio gli ottimi due libri scritti con Federico Graziani, ma è irrilevante. Da permaloso, conosco quanto questo difetto sia imprevedibile e in buona sostanza stupido. E tra amici, succede.
Devo a Marco la scoperta della meravigliosa Perda Ruba. Una piccola, ma storica, azienda nell’Ogliastra. Progenitrice dell’ultimo dei Can(n)onau. Se n’era innamorato già Mario Soldati 34 anni fa, ne parla nel terzo viaggio di Vino al Vino. Chi vuole saperne di più, può visitare il sito dell’azienda o leggere il mio ultimo libro. Quello che dà il titolo a questo blog. Quello in cui parlo di Perda Ruba, e Renato Mereu, con palese trasporto.
Chi era ieri sera alla Vineria di Treviso, ospite di una degustazione organizzata dalla Slow Food cittadina, ha avuto modo di degustare il Perda Rubia. C’era Renato Mereu, persona di grande eleganza e spessore culturale (come i suoi vini). Colui che crea questi vini, seguendo le orme del padre Mario. E c’ero io, bischero ormai noto ma (se non altro) onesto nei miei affetti. Ancor più se enologici.
C’era anche Tavira, che non ha bevuto (è l’unica astemia di famiglia, sua figlia Zara ha un debole per il Porto) ma ha apprezzato i grissini dello chef.
Mereu ha fatto degustare al pubblico il Mirei 2009, il suo Canonau (così si dovrebbe scrivere) fresco d’annata, e poi 4 Perda Rubia: 2005, 2002, 1994 e 1992. Il Mirei costa 6 euro, il Perda Rubia 15.50 (anche le annate più vecchie). Un prezzo che definisco una volta di più ridicolo, considerata l’incredibile qualità. E’ un delitto (non casuale) che quest’azienda non compaia in nessuna guida, e spero che nella prossima edizione Slow Wine si renda conto della manchevolezza. E’ di gran lunga la guida migliore del lotto e Mereu non può mancare. Anzi, accanto ci andrà pure messa la chiocciolina. Oltretutto, è stata la prima (nel 1949) a puntare sul Canonau in purezza, quando gli espertoni ritenevano che fosse un’uva da taglio, buona solo per aumentare l’alcolicità di vini deboli.
La degustazione di ieri sera ha dimostrato quanto il vino (vero) sia materia dinamica. Un vino che non fa legno piccolo, che viene da agricoltura biologica, che utilizza lieviti autoctoni e non fa chiarifiche. Nessun trucco, nessuno stratagemma. E viti a piede franco, a ribadire l’idea di un Canonau d’altri tempi, antico. Sintetizzando al massimo: il vino contadino per eccellenza, da osteria di fuori porta. Nella sua accezione migliore.
Un unico difetto: la produzione è esigua e si trova a fatica nel “Continente”. Il mio consiglio è acquistarlo da loro, tramite il sito dell’azienda. Io faccio così.
Mereu non ama le degustazioni scolastiche e barbose. Inutile star lì a far la lista della spesa coi profumi e gli archetti nel bicchiere. Ha ragione, l’ho scritto anch’io tante volte. Lui si limita a dire che il Canonau vero – che per Mereu nulla c’entra con Grenache o Tocai Rosso – ha un “frutto speciale”, specifico. Apparentemente non vuol dire nulla, in realtà vuol dire tutto. Se credete di conoscere il Can(n)onau perché l’avete acquistato al supermercato, vi sbagliate.
Volendo essere più specifici, e didascalici, il Mirei 2009 spiccava per frutto rosso giovane e beva piacevole, ideale come vino da tutti i giorni. Col Perda Rubia si sale nettamente. Quasi tutti i produttori di Cannonau non credono alle potenzialità evolutive di questo vitigno. Dicono che non sa invecchiare. Provate a bere oggi, a distanza di 16 e 18 anni, le 1992 e 1994 Perda Rubia (ne sono rimasti meno di 10 cartoni in azienda, ma qualcosa c’è ancora). Poi me lo raccontate.
Un che di leggera ossidazione nella ’92, come certi Sherry da botti scolme o certi Savagnin del Jura, e grande acidità. Eleganza spiccata, via via che ha modo di aprirsi nel bicchiere. Vivo oltremodo il ’94, con un effetto carnoso ed ematico che mi ha ricordato certi aromi di bocca (o retrolfazioni) dei Montepulciano d’Abruzzo di Valentini più sanguigni (quelli che in qualche guida dicono essere caratterizzati da “sentori di omogeneizzato”  – non è una battuta). Ogni bicchiere, degustato mezz’ora dopo, era completamente diverso. Mutava, cambiava, si evolveva: a conferma di quanto il vino sia (debba essere, possa essere) vivo. Ogni annata aveva la sua storia: i suoi rimandi. Meno elegante la 2002, più precisa (ma paradossalmente giovane) la 2005, con quel chiodo di garofano netto e preciso: una delle speziature “speciali” del Canonau da viti a piede franco.
Ringrazio ancora una volta Renato Mereu e la sua famiglia, dalla moglie ai figli Mario e Valeria. Per quello che fa, per come lo fa. Per l’onestà (anche economica), per la competenza. Per il coraggio. E per quel suo lessico dotto e distinto, da uomo d’altri tempi, indomito e intatto. Come i suoi vini.

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36 Responses to “Perda Rubia: un vino vero”

  1. Fulvio ha detto:

    peccato che sia quasi introvabile…….

  2. Shadout ha detto:

    grazie dell’informazione…anche il Mamuthone di Giovanni Sedilesu merita una segnalazione e si trova abbastanza facilmente

  3. Andrea Scanzi ha detto:

    Si trova con difficoltà, è vero. Ma se acquistate dal loro sito, la spedizione è velocissima e i costi assai onesti (anche comprendendo la spedizione).

  4. marco ha detto:

    senza nulla togliere a tutte le altre altrettanto belle recensioni , ma questa l ho particolarmente “sentita” dall inizio alla fine

  5. l'inutile idiota ha detto:

    Nooooo la vendita per corrispondenza noooooooo…già adesso sento un sottile senso di frustrazione… son qui davanti al mio PC tra una cazzata su FB e l’altra – a leggere e sognare:
    due amiche fighissime tacco 14+++ mi propongono di andare con loro a Buenos Aires ad agosto e la cosa non è semplice: ho moglie (che amo) figlia (che adoro) e sensi di colpa monumentali che cominciano a tormentarmi già da adesso)
    poi Andrea ci racconta di questi uomini speciali.. di questi vini unici che mi piacerebbe scoprire e conoscere di persona: stringere la mano a Mereu e pedalare tra sue le vigne, sentire l’odore della terra…
    e allora la vendita per corrispondenza no: peggio di una XXXga venuta male…
    Andrea perdona, ma il Sandro Bondi che è in me qualche volta prende il sopravvento…

    P.S.: ma tu come fai ad uccidere i sensi di colpa….

  6. Andrea Scanzi ha detto:

    Caro Marco, per fortuna non tutti gli articoli hanno lo stesso “tiro”, proprio perchè hanno input ogni volta diversi. E’ come per le annate: alcune calde, altre fredde, alcune difficili, altre facili.
    Tieni poi conto che quella di ieri non era una degustazione asettica, che faccio in casa o con amici, ma in presenza del produttore. Le migliori. Soprattutto se vino e produttore sono di altissimo livello. Mi è capitato la stessa cosa, per dire, pochi mesi fa con Collecapretta.
    @Inutile idiota. Non ho ben capito che sensi di colpa dovrei avere. Se parli di donne, non li ho mai avuti. In linea di massima, la mia unica regola è fare sempre i miei comodi. E’ anche per quello che sono (felicemente) separato e single. Di sicuro al tuo posto io andrei a Buenos Aires, ma è anche vero che io sono un cattivissimo maestro.
    Poi, nello specifico: perchè mai dovrei non comprare on line? Che masochismo è? Se la cantina ce l’ho vicina, ci vado di persona. Altrimenti me li faccio spedire, i vini. Senza alcun senso di colpa. Figurati se non bevo Perda Rubia in nome di una (non ho ben capito quale) imprecisata purezza. 🙂
    Ah: Sandro Bondi sta al buon vino come Adornato alla coerenza.

  7. Elisa ha detto:

    GRAZIE DELLE OTTIME SEGNALAZIONI

  8. Paolo ha detto:

    Scanzi sei un grande.

  9. l'inutile idiota ha detto:

    1)Si.. parlavo di donne… e appunto mi chiedevo: ma come cavolo fai ad essere così spietato?
    2)Andro’ a Buenos Aires…sensi di colpa permettendo…e mi giustifichero’ pure dicendo me che lo ha detto TU..:-)
    3)Nessuna purezza per carità…mi era venuto, appunto, un attacco di spleen alla Sandro Bondi, che sta alla poesia come Materazzi al bel gioco…e che sto attraversando un periodo di inutile idiozia…
    4)Preferisco cmq. aspettare e andare in Sardegna di persona..
    5)Continua sempre cosi’

  10. simona ha detto:

    Il ritratto del Sig. Mereu e del suo vino è lo specchio della nostra Sardegna: indomita, intatta (non la costa smeralda) distinta e diversa da tutte le altre, quasi un continente, diceva uno scrittore.

    Grazie ad Andrea che ha saputo cogliere tutte le sfumature e le ha trasformate in un post particolare.

    Attrus annus mellus.

  11. Andrea Scanzi ha detto:

    Il suo post mi fa particolarmente piacere, Simona. Grazie.

  12. Francesco ha detto:

    Perda Rubia, come già detto tanti post fa una vera rivelazione (grazie). Per chi non lo conosce Andrea ha omesso un dettaglio, piccolo ma significativo: è pericoloso, e molto, un bicchiere tira l’altro e alla fine si tira il collo alla boccia con una velocità imperdonabile. Sottoscrivo anche la mutevolezza nel bicchiere, e da qui, a mio modesto e alcolico parere, sta parte della sua grandezza: pensi di averlo afferrato e lui, zac, si gira dall’altra parte, sarà un vino femmina? Uhm ora che ci penso…
    @inutile idiota: scusa la maschia franchezza, ma quante seghe, questo vino è una goduria e internet è un gran negozio, prenderlo in sardegna è grande, ma se non puoi andrci l’unica soluzione è ordinarlo e pace.
    ciao
    PS 3 figli fa sarei andato di filato a buenos aires, oggi l’avvocato di mia moglie affilerebbe il coltello e inciderebbe, o se inciderebbe!

  13. Kurtz 71 ha detto:

    E’ vero Scanzi, input diversi generano sensazioni ed emozioni diverse. Siamo umani e non catalogabili.
    Leggendo qs righe ci si rende conto ancora una volta di quanto certi vini siano l’emanazione di chi li produce. Non accade spesso, quasi mai, ma quando avviene il prodotto è quello che hai narrato.
    La terra, il frutto, il lavoro dell’uomo e la sua passione sincera: l’equilibrio alchemico che genera grandezza.

    Bella Scanzi!

  14. Marco Pozzali ha detto:

    Caro Andrea, hai ragione: sono permaloso e anche invidioso.
    Invidio ed esempio le tue collane e il tuo braccialetto ma quel che invidio di più…è il tuo innegabile successo con il gentil sesso…

    Dai, permaloso certo, ma non stupido… concediamoci almeno reciprocamente il beneficio del dubbio. Come con il vino, come per i vini.
    Perda Rubia è una bellissima cosa.
    P.S. Ti ho mandato una mail.
    Marco Pozzali

  15. Andrea Scanzi ha detto:

    Caro Marco, è la permalosità ad essere un po’ “stupida”. Non certo tu. Quello intendevo. E ti parlo da permaloso. Nel post ho solo fatto una battuta, come sai bene, e come ho fatto nel libro, saturo per il resto di complimenti e riconoscenza nei tuoi confronti.
    Non devo concederti alcun beneficio del dubbio, perché ti stimo molto.
    Mercoledì, a Treviso, sei stato iper-citato. Ti porto i saluti anche del dottor Mereu.
    Un abbraccio e a presto. 😉
    @Kurtz. Non ho nulla da aggiungere al suo post, portentoso e splendido. Grazie.
    @Francesco. Hai ragione, Perda Rubia ha dalla sua anche una bevibilità suprema. Riguardo a Buenos Aires, io parlo da uomo senza figli. La mia visuale è quindi necessariamente libera e irriverente. Avessi figli, cambierebbe tutto. Non solo a livello legale. E’ però anche vero che non è un caso se non li ho. Ma torniamo a parlare di vino, siamo Ot (cit).

  16. marco ha detto:

    Da quando leggo questo blog , ciò che scrivi tu Andrea e ciò che scrive chi lo frequenta , mi sento diverso e più fiducioso

    Sarò pure sdolcinato ma è rassicurante sapere che c è gente che quando assapora un bicchiere di vino pensa alla terra che ha partorito la vite ed al produttore che l ha coccolata e lavorata per ottenere un prodotto capace di cambiare ad ogni sorso

    Andare oltre con semplicità e curiosità è vera passione
    Grazie a tutti vigliacchi e farabutti (cit.)

  17. gianni ha detto:

    Ottimo vino il rubia, altro bellissimo cannonau è il pane e vino aqnche se non in purezza. Ha anche u bellissimo ed intrigante bianco.
    Gianni Z.

  18. Paolo ha detto:

    persone come Andrea (e quello che scrivono) sono delle piccole e preziose oasi di sopravvivenza
    grazie

  19. alberto ha detto:

    domenica,neve ormai ghiacciata e un canonau perdarubia 2005. stavo cercando l’azienda migliavacca e sono capitato qui.c’ero mercoledì in vineria,invidiatemi,a conoscere l’uomo e il suo lavoro.c’è poco da dire se non cercatelo

  20. Valeria ha detto:

    Ciao Andrea,

    desidero ringraziarti davvero tanto per queste poche righe che, proprio perchè non sono il solito trattato prolisso e pedante, scritto da chi crede di saper davvero parlare di vino, trasmettono subito, a chi legge per la prima volta di mio padre, l’autentico impegno e il grande amore che mette (e che ha sempre messo) nel fare il SUO vino. Un uomo che non ha mai ceduto alle lusinghe del guadagno facile a scapito della qualità; un uomo che non ha mai cercato il consenso allargato, ma che ha sempre lavorato solo nella convinzione di voler far bene ciò che per lui non è altro che una vera passione.
    E’ vero, forse è un uomo d’altri tempi, ma in questo mondo sempre più popolato di persone banali e prive di identità, parlare con lui è come prendere una boccata d’aria fresca di montagna, dopo aver passato una settimana in mezzo allo smog del frenetico traffico di città.

    Grazie ancora

    Valeria

  21. Nicolò ha detto:

    Io c’ero a Treviso. E’ stato l’incontro con un gentiluomo idealista e concreto come il dott. Mereu (così mi è sembrato essere), il grande (nel senso che è piuttosto alto!,ma non solo) Andrea Scanzi, e un grande grande vino. Pur essendo un goffo ed entusiasta neofito del mondo enolico, non ho potuto non entusiasmarmi di fronte alle straordinarie declinazioni di sentori e sapori che nascevano dai calici davanti a me, con una sconcertate diversità ed unicità di ogni annata, tale da poter affermare di bere cinque vini diversi.
    Amen. Come penitenza della mia pretesa di giocare a pseudo esperto ho appena ordinato 6 bottiglie di Perda Rubia 2002 via internet. Che Dio mi perdoni, e sempre sia esso lodato per darci persone come Mereu e Scanzi (e non scherzo anche se sono non credente!)
    Atè logo
    Nic.

  22. Armando Treccaffé ha detto:

    Vorrei che mia figlia un gorno dicesse qualcosa di simile…e faro’ di tutto perché cio’ accada

  23. Andrea Scanzi ha detto:

    Gentile Valeria, ho passato il Capodanno 2010 bevendo soltanto Perda Rubia. L’ennesima emozione.
    Grazie a Lei per la gentilezza e l’attenzione. Avete costruito una realtà che scalda il cuore. Sono certo che sarete bravi affinché essa – così – continui.

  24. Augusto ha detto:

    Ero in Sardegna questa estate per girarmela in camper quindi , tassativamente , niente tv e vita all’aperto . Mi sono portato dietro solo l’ipad sul quale avevo scaricato i tuoi libri . Vado alla ricerca quindi del vero Canonau: niente da fare , nessun negozio , nessun supermercato ( neanche quelli con i vini in vetrina chiusa a chiave) e nessuna enoteca(!!! ) aveva il Perda Rubia !! Ieri mi è arrivato preciso e puntuale con il corriere , ne ho approfittato per prendere anche l’olio . Dunque Natale e capodanno dedicato al mitico Mereu.

  25. Claudio ha detto:

    Io ne ho sentito parlare molto bene in radio, su una trasmissione di vinicoltura, siccome sono appasionato dei buoni vini ho deciso di provarli, speriamo bene.
    Saluti Claudio

  26. Tiziana ha detto:

    Ho un Perda Rubia del 1966 (15°), conservato come da regola (condizioni ottimali della cantina). Sarà ancora buono? Qualcuno ha avuto l’esperienza di degustare questo vino degli anni 60?
    Saluti Tiziana

  27. Marco Delugas ha detto:

    Io ho telefonato al signor Mereu per una visita in cantina e mi sono sentito rispondere che non avevano bottiglie e che non potevano ospitarmi (cosa che mi è sembrata assurda, perchè mi interessava più conoscere e parlare con i produttori che degustare, che metto sempre in secondo quando visito una cantina). Ho comprato qualche 2005 e qualche 2006 trovandomi di fronte a delle grandissime delusioni, tutte ossidate, una pungenza al naso molto forte e nessun riconoscimento se non l’uva sotto spirito. Ho saputo poi da altri produttori che le vigne sono praticamente abbandonate. E’ stata insomma una delusione da tutti i punti di vista. Mi dispiace dirlo ma è cosi.

  28. Nadia ha detto:

    Buon giorno, vorrei sapere quanto può valere una bottiglia di Perda Rubia del 1985 in ottime condizioni. Grazie

  29. Massimiliano ha detto:

    Sono passato anche io in cantina, come avevo già fatto anni fa, ma confermo che non c’è più niente….la cosa che mi ha messo più tristezza è stato vedere le viti del podere abbandonate a se stesse. Peccato. Nella mia cantinetta ho ancora un Perda Rubia 2006…ho provato a cercare informazioni in paese ma non ci sono notizie certe del,perché di questo abbandono.

  30. Massimiliano ha detto:

    Penso che l’azienda non esista più. Ci sono passato sia l’anno scorso che quest’anno, ma oltre ad osservare sconsolato i vigneti abbandonati e il punto vendita chiuso non ho visto anima viva. In paese non hanno saputo darmi spiegazioni…..che peccato.

  31. Alessio ha detto:

    Io sono Alessio e scrivo dalla Sardegna (Zona Sulcis a 70km da Cagliari). Dal 2013 mi sono messo alla ricerca di qualsiasi “Perda Rubia” ancora “VIVO” e devo dire che le mie ricerche sono state, tanto faticose quanto fortunate! Sono riuscito con mille telefonate, viaggi ecc ecc (una storia da romanzo) a recuperare 2 bottiglie a Siena Perda Rubia 2006 (annata sfortunata causa incendio di parecchi ettari della vigna a Cardedu e vino di conseguenza compromesso, così come la produzione interrotta anche per questo motivo..una bottiglia di queste 2 l’ho aperta e ormai era cherry a sapore di fumo ahimè), una bottiglia storica del 1985 a Padova (che sta in bella vista all’ingresso di casa mia) e nella mia adorata isola altri 2 Perda Rubia, uno annata ancora 2006 (aperta, è andata leggermente meglio ma era un misto tra cannonau e marsala) e fortunatamente un Perda Rubia 2005 che aprirò presto (non vedo l’ora, mi hanno detto che è stato l’ultimo riuscito come si deve!) poi 2 Mirei 2006 (dimenticati in una enoteca..speriamo siano ancora buoni) e un Mirei 2009 forse non conservato ottimamente..vedremo..vi aggiornerò! Se andate su alesessininstagram (dentro instagram) troverete qualche foto che testimonia i ritrovamenti sacri! Saluti e Salute!! Andrea è stato informato del tutto strada facendo! Può confermare! A presto, Alessio.

    Ps. La produzione potrebbe presto riprendere, girano voci al riguardo. Forse nel Maggio 2016 avrò qualche news.
    Qualche bottiglia del 2006 riesco sicuramente a recuperarla a prezzo basso e non garantendone la qualità ovviamente,mentre per Mirei non c’è più nulla da fare a parte aspettare un mio invito a pranzo per aprire assieme le 3 bottiglie..Una bottiglia (o forse più) di Perda rubia del 2005 si trova in provincia di Genova, per sapere il ristorante o altro scrivetemi ad ale.kiral@hotmail.it se volete info.
    Per finire, in commercio si trova tranquillamente un Cannonau “Minneddu” Cantina Paddeu di Mamoiada che è prodotto allo stesso identico modo (a piede franco e non innestato su vite americana come tutti gli altri) ed è buonissimo!!

  32. Giovanni ha detto:

    Potete trovare informazioni sul sito http://www.tenuteperdarubia.com
    La cantina è viva e vegeta, e con altre interessanti produzioni, ha solo cambiato sede operativa !

  33. Manuel ha detto:

    Aperta una bottiglia del 92 L1/94 oggi 1-11-18 ,lasciata in decanter per 8 ore e con la carne e stata una buona bottiglia di Canonau .

  34. Sardinian ha detto:

    Affascinato dalla storia di questa azienda ho fatto una piccola indagine… Le vigne non sono mai state accorpate alla cantina di Cardedu, ma si trovano nella strada provinciale tra Lotzorai e Talana, quindi quelle che vedevo ormai abbandonate vicino alla cantina hanno poco a che fare con Perda Rubia. La cantina nuova appunto si trova là, accorpata alle vigne. Ho saputo che hanno ripreso la produzione dal 2015 con una nuova etichetta “Naniha” e che a breve uscirà anche l’etichetta principe Perda Rubia (l’ho letto sul loro sito Facebook). Io conservo ancora un “ambrato” dell’86 (uno l’ho bevuto l’anno scorso) e un rosso del 74.

  35. Massimiliano ha detto:

    L’ho provato…e purtroppo non ha nulla a che fare con il “vecchio” Perda Rubia. Non so cosa ne pensiate

  36. Sardinian ha detto:

    beh credo che sia stata fatta un’altra etichetta perché è proprio un altro vino rispetto al Perda Rubia a partire dal fatto che venga vinificato in acciaio e non faccia passaggio in legno..ovvio che non può essere lo stesso. Aspetto l’uscita dell’etichetta Perda Rubia per poter fare un confronto.

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