Archive for Ottobre, 2012

Due bianchi piemontesi

mercoledì, Ottobre 3rd, 2012

Una delle regole auree che ti insegnano, quando vai in Langa, è di non bere bianchi piemontesi.
E’ davvero così? Sì e no. Di vini bianchi piemontesi che cambiano la vita, non ne conosco. Men che meno in Langa.
E’ raro che i Metodo Classico mi convincano, è difficile che i bianchi fermi e non macerati vadano oltre la piacevolezza minima. E anche i (pochi) macerati, spesso, sembrano più strani che buoni.
Tranne rari casi, ovviamente. Tra i quali, magari, rientra anche la Nascetta (del futuro; di quelle esistenti, al momento, non ne ho riscontrate di memorabili).
Il mio bianco piemontese preferito è l’Erbaluce di Caluso. Secco, tengo a specificare; niente vendemmia tardiva, o comunque residui zuccherini. A pari merito con i Timorasso migliori (Massa) e certi azzardi di San Fereolo. E davanti a bottiglie pluridecantate (alcune buone) di vitigni alloctoni come Chardonnay e Riesling (Germano, Vajra).
Nei giorni scorsi mi è capitato di provare due bianchi piemontesi. Entrambi regalati.
Uno, noto, era il Brut Metodo Classico di Luigi Coppo. Lo conoscevo e continua a non convincermi appieno. Manca di slancio, di drittezza, di eleganza. Un po’ opulento anche al naso, poca eleganza e non poca grassezza. Mi stanca (ma non ha stancato gli altri commensali, è giusto sottolinearlo. La bottiglia è finita).
L’altro, che non conoscevo, era un Gavi giovanissimo. Annata 2011. Azienda La Scolca. Etichetta Nera, Gavi dei Gavi. Uno dei prodotti di punta.
Tutt’altro che un vino integralista per naturalisti. Sarà stata la sete, sarà stato il buonumore, ma lo abbiamo bevuto con effettivo piacere. Un Gavi non ambisce mai a essere il vino della vita: vuole solo essere gradevole. E quello lo era. Per freschezza, mineralità discreta (per essere un Gavi 2011) e bevibilità.
Per essere un Gavi (Cortese in purezza) non è economico, in Internet si trova attorno ai 25/30 euro.
Non lo ordinerei mai al ristorante, ma sarei molto felice di trovarlo quando chiedo – o mi tocca chiedere – “un bicchiere di bianco”, in quei locali che servono aperitivi senza avere una benché minima carta dei vini. E allora tocca andare alla cieca, sperando di limitare i danni. O addirittura di uscirne mediamente soddisfatto.

Nascetta

martedì, Ottobre 2nd, 2012

Il vitigno Nascetta mi ha sempre incuriosito. Autoctono piemontese, non proprio terra di bianchi (men che meno in Langa), ma sempre più riscoperto.
L’ampelografo Gagna lo citava a fine Ottocento come vitigno buono in uvaggio con Moscato e Favorita.
Secondo Gagna somigliava al Nasco, autoctono sardo, anche se (si è scoperto dopo) non era così. E’ vicino, casomai, al Gros Blanc.
Per Rovasenda, che la chiamava “Anascetta”, era “uva delicatissima e vino squisito”. Per Fantini vantava “finezza uguale al Moscato”.
Cresce soprattutto a Novello, piena Langa. Qui potete trovare altre informazioni.
A lungo dimenticata, o al massimo usata in piccole parti nella Doc Langhe Bianco (si sposa abbastanza bene con lo Chardonnay), per alcune aziende è di colpo divenuta l’unica uva bianca su cui puntare in Piemonte. Più del Cortese di Gavi, più dell’Arneis (e lasciando stare Timorasso ed Erbaluce, splendidi, che però fanno storia a sé).
Adesso si può anche imbottigliare come Langhe Doc Nascetta, senza farla ricadere nella generica Doc Langhe Bianco.
Molti ci stanno puntando, anche colossi come Fontanafredda. E poi l’Azienda Agricola Rivetto, Ettore Germano, Braida. E Poderi Cellario. Il vino si chiama Sè, annata 2011. Ne ho provate due bottiglie, con amici. La prima era sin troppo morbida, molto intensa all’olfatta (più che complessa). In debito di freschezza, che pure dovrebbe avere – la si ritiene assai longeva, adatta anche alla spumantizzazione come si faceva nell’Ottocento – e con profumi dolci spiccati. In qualche modo moscateggianti. In effetti è un vitigno autoctono semiaromatico, con molti terpeni. La seconda bottiglia di Cellario credo fosse difettata, perché una volta aperta – a fatica, il tappo si è sbriciolato – è comparsa una schiumina bianca un po’ inquietante.
Chi di voi ha provato più volte la Nascetta, magari di produttori diversi? Che ne pensate? E’ futuribile come dicono? Davvero può rivaleggiare come i migliori Riesling?