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Battaglio – Tenuta Petruno Perniola

martedì, Febbraio 15th, 2011

Alle radici del Primitivo“. E’ questo lo slogan della Tenuta Patruno Perniola. Gioia del Colle, Bari. Piccola azienda, tre etichette in produzione. Il Marzagaglia, una Doc Gioia del Colle 100 percento Primitivo: il vino più impegnativo, che non ho bevuto. Il Chirintana, Igt con Primitivo in purezza sottoposto a parziale appassimento dell’uva. Ne ho una bottiglia a casa, la berrò.
Il terzo vino, forse il più tradizionale, è l’Igt Battaglio. Ancora Primitivo in purezza. Vigneti con almeno sei anni di vita.
Sono venuto a conoscenza dell’azienda grazie a Manila Benedetto, che – durante la presentazione a Polignano a mare – mi tirò le orecchie, non senza motivazioni, per avere parlato poco dei vini pugliesi nei due libri.
Ho bevuto il Battaglio 2007 ieri sera. Sul Primitivo ci sono scuole di pensiero opposte; chi lo ritiene un vitigno che può solo fare “massa”, chi punta invece a un lodevole incremento qualitativo. In una regione, peraltro, non ancora uscita interamente dal concetto di vino quantitativo e non qualitativo.
Non conosco il prezzo della bottiglia, ma il Battaglio è un bel vino. L’unico limite che posso trovargli è una sorta di eccessiva educazione. Non è né ruffiano né piacione. Né marmellatoso (nonostante i 14 gradi: ben gestiti) o concentrato. Avrei solo preferito qualche lieve spigolatura in più. Maggiore anima, forse.
E’ un vino pulito, preciso, che mira alla morbidezza ma non dimentica l’acidità. Profumi schietti di frutta e fiori rossi, buona bevibilità. Inizialmente si percepisce al naso un legno non ancora smaltito appieno (dopo un primo periodo in acciaio, il vino sosta 8 mesi in barrique lievemente tostate).
Detto che è un bel prodotto, immagino con un rapporto vantaggioso qualità/prezzo, un coraggio più deciso permetterebbe al vitigno di raccontare ancora di più la sua terra. E la sua storia. La strada pare quella giusta. Si tratta solo di togliere qualche freno inibitore.