Il “Renzusconi” di Scanzi: “Cantonata colossale”

Schermata 2018-01-28 alle 18.25.54(Paolo Morando per Trentino e Alto Adige, 28 gennaio 2018). È bene che lo sappiano, gli elettori del Pd in platea: il “Renzusconi” di Andrea Scanzi che andrà in scena domenica prossima 4 febbraio a Bolzano, alle 18 al teatro Cristallo (e in caso di sold out potrebbe scattare una replica in serata), non sarà esattamente “gentile” nei confronti dell’ex presidente del Consiglio. Lo spettacolo è tratto dal suo omonimo libro, già alla quinta edizione. “Renzusconi”: e pensi a un ircocervo come il “Dalemoni” di vent’anni fa copyright Giampaolo Pansa. Ma non è così: «Il protagonista è Renzi – conferma il giornalista – volevo raccontare Renzi perché su Berlusconi si è già scritto tanto. E poi, venendo io da sinistra, trovo che il nervo sia più scoperto: se mi delude Berlusconi lo do per scontato, se lo fa la parte politica teoricamente a me più vicina, mi incazzo di più». Scanzi è un candidato mancato alle elezioni del 4 marzo: ha ricevuto proposte da Movimento 5 Stelle e Liberi e Uguali, rifiutandole.

Partiamo proprio da qui: perché? E se l’offerta fosse arrivata da altri partiti?

Ho rifiutato a prescindere da chi me l’ha proposto. Non sarei un buon politico, in Parlamento proprio non mi ci vedo: sono troppo indipendente per poter accettare anche un solo ordine dall’alto. Ma soprattutto, secondo me l’intellettuale o l’artista deve rompere le scatole, sferzare il potere, deve rischiare, ma non entrare in Parlamento. Non mi risulta che Pasolini o Gaber si siano mai candidati, per fare un esempio. Poi c’è un ultimo motivo, più egoistico, ma forse quello che conta di più: mi diverto molto di più a parlare con te, a fare teatro, a scrivere, ad andare in giro con la moto… Se fossi chiuso in Parlamento, peggiorerebbe tutto della mia vita. E io mi voglio troppo bene.

Nonostante il titolo, parli pressoché solo di Renzi. Un sunto, in poche parole.

È la brutta copia di Berlusconi, per tanti motivi che elenco nel libro, secondo me difficilmente confutabili, ma soprattutto è una delle più grandi cantonate prese negli ultimi vent’anni da questo Paese. Non ricordo un incantamento, per fortuna breve perché è già sceso dal 40% al 22, così surreale come quello che ha caratterizzato Renzi: una persona sostanzialmente senza talento, goffo, caricaturale, imbarazzante, privo di doti significative, con una classe dirigente terrificante, che è riuscito a spolpare dall’interno un partito teoricamente di sinistra trasformandolo nella brutta copia della Dc. Questo in breve è “Renzusconi”, sia a teatro che nel libro.

In rapporto a Berlusconi, definisci Renzi «l’allievo che non ha superato il maestro». In che senso?

Trovo che abbia meno talento. E che durerà molto di meno. Anche se è vero che nel 1994 Berlusconi dopo sette mesi di politica sembrava finito, quando Bossi lo mandò a quel paese…

E invece dopo 24 anni vive e lotta ancora assieme a noi.

Schermata 2018-01-28 alle 18.26.08Può darsi che pure Renzi, dopo questa crisi, lo ritroveremo nel 2030 candidato del Pd o di un altro partito. Ma lo trovo improbabile. E poi Berlusconi è un genio del male: come imprenditore e presidente del Milan, poi, bravo lo è stato eccome. Non riesco invece a capire che cosa Renzi abbia saputo fare: a Firenze non lo rimpiangono né come presidente della Provincia né come sindaco, come presidente del Consiglio è stato “strapazzato” (ma qui Scanzi usa un altro termine, ndr) in maniera imbarazzante con il referendum del 4 dicembre, si ostina a stare lì e ogni settimana crolla nei consensi. Mi sembra molto peggio di Berlusconi. Dopo di che, io ho più cose in comune con la politica del Pd che con quella di Forza Italia. Ma le differenze purtroppo sono solo sui temi etici.

Parli delle leggi sul testamento biologico e sui diritti civili.

Esatto: cose meritorie, e nel libro infatti lo scrivo. Ma se devo scegliere tra il jobs act di Berlusconi o quello di Renzi mi cambia davvero poco.

Il tuo titolo suggerisce l’ipotesi che dopo il voto ci si ritrovi ad avere a che fare proprio con “Renzusconi”, cioè un governo di “Grosse Koalition” all’italiana. Con Renzi sempre in sella.

È vero. Non credo che Renzi sia finito, anche se lo spero per la sinistra e per questo Paese. Ma ora è in grande difficoltà. Sono almeno due anni che sta agonizzando: dalle europee del 2014 ha perso tutte le elezioni immaginabili, tranne Milano e poco altro. Non ricordo un fallimento così duraturo. Per il dopo voto vedo due strade, e mi fanno entrambe orrore. La prima: vince il centrodestra tanto largamente da essere autosufficiente, quindi Berlusconi si tiene Salvini e la Meloni, pur non sopportandoli, e sopra il 40% riescono ad avere una maggioranza, magari raccattando qualche transfuga della Lorenzin. L’altra ipotesi: il centrodestra da solo non basta, quindi Berlusconi si libera delle ali estremiste Salvini e Meloni, prende Renzi e la Lorenzin e fanno un governo, se ci arrivano con i numeri. Però a quel punto non lo so chi è più forte: Berlusconi porta in dote un 15-20% e Renzi un 20-22, si dovrà vedere. A quel punto però il “renzusconismo” effettivamente ci sarebbe e Renzi continuerebbe ad esistere. Ma in realtà Renzi, alle prossime elezioni, pur perdendo ha già vinto.

Vale a dire?

Ha trasformato il Pd in un partito personale. Quindi porterà in Parlamento dei fedelissimi, personaggi improbabili a cui non farei governare neppure un condominio, ma così avrà 200 persone che faranno tutto quello che vuole lui. Che gli frega se nel frattempo la sinistra è morta? Fa politica per se stesso e con quel 20% tutto suo potrà fare quello che vuole. Il problema però non è tanto di Renzi, ma di chi lo vota pensando di essere di sinistra. È questo che trovo curioso.

Che prospettive vedi invece per chi ti ha proposto di candidarti? Movimento 5 Stelle e Liberi e Uguali, assieme, potrebbero costituire un’altra minuscola ipotesi di coalizione di governo.

Schermata 2018-01-28 alle 18.26.20Sono d’accordo sull’aggettivo minuscola. È possibile che l’ipotesi di governo meno peggio sia 5 Stelle con Liberi e Uguali, ma è difficile per almeno due motivi: il primo è che mancherebbero i numeri, perché i 5 Stelle dovrebbero superare il 30% e Liberi e Uguali il 10. Poi c’è il secondo problema: sono due forze che hanno anche dei pregi, tra le quali ci sono belle persone, ad esempio Di Battista e Civati. Però hanno entrambe il mito della superiorità e il culto dell’autosufficienza. E quindi in Liberi e Uguali ci sono persone come la Boldrini che dicono: con i 5 Stelle no perché sono sessisti. E nei 5 Stelle c’è chi dice: con Liberi e Uguali no perché Bersani ha votato tutto quello che ha fatto Renzi. La sostanza è che nessuno dei due parla con l’altro. E questo lo trovo deludente, anche per il Paese.

Però in questi giorni i segnali di interesse reciproco non sono certo mancati.

Per carità, può darsi che dopo le elezioni Di Maio si innamori di Grasso e i due inizino a parlarsi seriamente. Ma ci credo poco.

Hai deciso chi voterai?

Il mio trasporto per queste elezioni è sottozero. Ancora non so chi votare. Ma invece so benissimo chi non votare.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Leave a Reply