La mirabile bellezza delle Polaroid

Schermata 2017-08-28 alle 12.51.20Durante una cena tra amici, provate a tirare fuori una Polaroid: i presenti saranno oltremodo rapiti da quell’oggetto così meravigliosamente anacronistico. La fascinazione avrà doppia motivazione: gli over 35/40 si sentiranno catapultati nel passato, mentre i più giovani vedranno qualcosa di così stravagante (e quindi affascinante). E’ il magico mondo delle fotocamere istantanee, e non pensate che sia (solo) un gioco. Lo è, e già questo basterebbe, ma c’è anche chi crea capolavori. Pensate a Helmut Newton e oggi a Maurizio Galimberti, fotografo di fama mondiale. La passione sta crescendo anche tra i fotografi amatoriali. Strano, ma neanche tanto: di fronte al parossismo di digitale, avverti per rappresaglia una gran voglia di analogico. Come per il vinile. Negli Anni Zero, le macchine istantanee sembravano superatissime. Poi, complici anche i venditori ambulanti che con fotocamere analoghe ti scattano foto-ricordo mentre sei a cena, il cambio di rotta. Fujifilm ha reso noto che le fotocamere Instax vendute nel 2015 sono state 5 milioni e 6.5 milioni nel 2016. Le pellicole Fuji Instax sono uno dei prodotti più venduti su Amazon. Ne esistono due formati: il mini, grande come una carta di credito, e il Wide, ovvero il doppio. Lo sviluppo si esaurisce in 3-4 minuti e non c’è più bisogno di agitare la pellicola: sono cambiati i reagenti. Le Wide richiedono fotocamere più grandi e assai meno comode da portare via. Uno dei difetti delle istantanee. Un altro sono i prezzi delle pellicole: se le macchine si trovano anche sotto le 100 euro (ma ne esistono anche da 300 o 400), ogni foto costa 1 euro/1 euro e mezzo. Per le Polaroid il discorso aumenta ancora: 2 euro abbondanti a foto. Qui lo sviluppo torna a essere lento come una volta: sui 10 minuti per il bianco e nero, sui 20/30 per il colore. Il prezzo fa sì che ogni scatto sia prezioso: è il ritorno al “one shot”, al non sprecare le foto come facciamo adesso con il digitale perché “tanto è gratis e poi c’è Photoshop”. Ed ecco l’ultimo difetto, che però per molti è un pregio: la labilità tecnologica. A volte l’otturatore inceppato, in altri casi lo sviluppo difettato. E’ tutto così provvisorio e così stimolante. Anche per questo, quando Polaroid ha smesso di produrre le macchine così in voga negli Ottanta e Novanta, un manipolo di appassionati ha acquistato uno stabilimento olandese Polaroid nel 2008. Ha lavorato otto anni per recuperare il recuperabile e imparare a riprodurre le pellicole. Quindi, nel 2016, si è immesso sul mercato con il nome di Impossible Project, presentando anche una macchina istantanea tutta sua. E’ la Impossible, adesso, a produrre le pellicole buone per tutte le vostre vecchie Polaroid: le 600, le Image Pro, le Spectra e la storica “portasigari” SX70 cara nei Settanta da Warhol. Nel mercato si trovano anche altre proposte: Lomography, Mint. Persino Leica. Le foto istantanee hanno un gusto magico, stupiscono ogni volta, non sono mai fredde e sanno di antico. Proprio un bel mondo. (Il Fatto Quotidiano, 28 agosto 2017)

 

One comment

  1. La contemporaneitá del presente lungo il corso di una pellicola, ferma nel tempo, incastonata tra passato e futuro da un flash. Un lampo dell’obiettivo. E un confronto, tra un attuale, pratico selfie ed una fotografia fatta sviluppare dal fotografo o prodotta dalla stessa macchina fotografica. L’attimo congelato nel tempo seppur in costante movimento, evoluzione, veicolato dalla velocitá incalzante della tecnologia contemporanea. La fotografia scattata e proiettata verso un domani, nell’istantaneitá di un istante, tra una dimensione remota ed una futura. Tra un’immagine colorita di vivida modernitá, catturata anche e solo grazie ad un cellulare e l’ altra distinta dall’opaco binomio bianconero appartenente ad un nostro ieri. Ma ritratto da una Polaroid oggi. Con immutato fascino e pure per la mia generazione che ha avuto origine negli anni ’90, significativo valore, non solo cronologico. Generazione reduce e custode di istantanee dalla superficie lucida e lucida anche nella memoria. Basta uno scatto con una Canon per ottenere un immortalato, immediato passo a ritroso nel tempo, facendola sembrare una fotografia di chissá quanti anni fa. Fa pensare. Specie a quanto sia lontana nel tempo giá la nostra stessa, giovane generazione, rispetto al passo sempre piú incalzante e rapido di questo odierno sviluppo tecnologico. Incedere che non necessita di uno sviluppo in pellicola. Neanche di restare impresso. Sulla pellicola delle nostre rimembranze e nelle nostre menti.

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