Bignami del M5S, dai VDay alla sfida a Renzi

foto1Il Movimento 5 Stelle nasce a Milano il 4 ottobre 2009, per volere di Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio. E’ la versione definitiva di ciò che erano stati i Meet Up, gli Amici di Beppe Grillo e le Liste Civiche. Il vero anno di nascita è il 2005, quando vede la luce il blog di Grillo. Il successo dei primi VDay (2007 e 2008) dimostra che Grillo ha un potere politico enorme, ma i media nostrani dormono e rosicano. I segnali del boom del 2013 sono molteplici: il buon risultato nel 2010 in Piemonte (la Bresso darà ai “grillini” la colpa della sconfitta con Cota) e in Emilia Romagna, culla dei primi successi ma anche delle faide interne più virulente. L’anno prima Grillo si candida alla segreteria del Pd: già al tempo ripeteva “meglio un nemico vero di un amico finto”, a conferma di come detestasse di più l’apparente democrazia del Pd rispetto alla palese negatività dei berluscones. Nel 2011 il M5S cresce ancora, entrando in 28 comuni e stupendo da più parti (per esempio ad Arezzo). Nel 2012 vince clamorosamente a Parma. A ottobre 2012 il Movimento è prima forza in Sicilia. Celebre il gesto dell’attraversamento a nuoto dello stretto di Messina da parte di Grillo, che tanti paragonano alle imprese muscolari di Mussolini per riverberare il concetto che “i grillini sono fascisti” (ma all’occorrenza comunisti, leghisti o terroristi). Il risultato alle politiche di febbraio 2013 è un terremoto: 25.55% di voti in Italia, 9.67% all’estero e 8 milioni e 700mila voti alla Camera (109 deputati). Bene m5sanche in Senato:23,79% in Italia e 10% all’Estero (54 senatori). Per il Parlamento italiano è una rivoluzione: entrano 163 “cittadini”, per nulla politici di professione. Dentro c’è di tutto: gente scampata alla legge Basaglia (spesso espulsa nelle tante epurazioni), figure anonime e profili che stupiscono per carisma e preparazione: da Di Maio a Di Battista, da Morra a Lezzi. Mentre i giornalisti si impegnano alla “caccia al grillino scemo”, i 5 Stelle riescono a perdere un milione di voti in un colpo solo, quando – durante lo streaming con Bersani – Crimi e Lombardi giocano pietosamente al poliziotto buono e cattivo. I 5 Stelle fanno bene a dire no a Bersani, che non chiede loro di governare assieme ma un furbastro appoggio esterno, mentre sbagliano a non fare il nome di un premier gradito durante il secondo giro di consultazioni (e Letta ringrazia). Le Quirinarie dicono Rodotà, ma il Pd prima accoltella Prodi e poi rispolvera Napolitano: per il M5S è una botta tremenda. Da allora i 5 Stelle si distinguono per una opposizione vera e senza sconti, ma anche per una ipercoerenza che scivola talora nel velleitarismo politico. Mentre i media elucubrano sulla “mancanza di democrazia interna” e su “Casaleggio nuovo Goebbels”, spunta Renzi. All’inizio è lui a vincere tutto: li trita alle Europee e li tratta da pezzenti negli streaming. Poi, dopo la vaccata del #vinciamonoi e l’harakiri dell’Aventino televisivo (ma anche la vittoria a Livorno) nel 2014, cambia tutto: Renzi cala e i 5 Stelle crescono. Dimostrano di averci visto giusto in molte occasioni, risalgono nei sondaggi e varano – su volere di Casaleggio, scomparso il 12 aprile 2016 – un “Direttorio” composto da 5 figure di spessore (a parte il tragicomico complottista Sibilia). E’ la fase 2, quella del “passo di lato” di Grillo. Il resto è storia (e trionfi) di ieri. Se Renzi aveva come primo obiettivo quello di uccidere i “grillini”, non solo non ci è riuscito: li ha pure rafforzati. (Oggi, 26 giugno 2016, Il Fatto Quotidiano dedica uno speciale di quattro pagine al M5S. A me è toccato il riassunto breve delle puntate precedenti)

7 Comments

  1. Anch’io concordo sulla bravura e simpatia di Scanzi , in quanto ai 5 stelle che dire , non
    mi sono simpatici e non li voterò mai , io credo che il loro successo , fermo restando la capacità di alcuni di loro, sia data dal fatto che la gente non ne può più di scanadali e
    corruzione ma sulla loro capacità di governare un paese ho i mie dubbi. Si vedrà .

  2. Ciao Andrea, io credo il vero rafforzamento del M5Stelle sia imputabile al fatto che abbiano preso Roma e Torino, senza candidare personaggi “noti e carismatici” del proprio movimento.

  3. Carissimo Scanzi.
    Definire,seppur per gioco, un bignami questa sintesi ,mi pare riduttivo.
    Per coloro che come me si stanno avvicinando alla politica da poco tempo, è un Fondamentale di Storia Politica Italiana,altro che.
    A me i 5 stelle sono iniziati a interessare da quando Grillo,ed altri esaltati facinorosi del movimento si sono messi un po’ da parte. Lasciando,appunto, spazio a persone di concretezza chiara, come Di Battista e Di Maio. Per fare due nomi.
    Concordo che anche per i 5 stelle l’errore,è dietro l’angolo. E che la facciano finita con le epurazioni a colpi di email,che sembrano dei bimbetti piccosi a volte.
    Quindi che dirti,Andrea: mille volte grazie.
    Per le tue lucide spiegazioni.
    Far apprezzare la politica non ci riesce più nessuno di questi tempi. A parte te.

  4. L’ho già scritto molte volte: Andrea Scanzi è ,forse,l’unico giornalista degno dell’eredita’ di Montanelli.
    È anche vero che ,forse, non è l’unico nel panorama giornalistico odierno.
    La mia opinione personale è che mi appassiona il suo scrivere più di quello di altri suoi colleghi.Altrettanto bravi,ci mancherebbe. Ma Scanzi per me supera tutti.

  5. Caro Andrea,
    trovo le tue analisi molto stimolanti,ti leggo sempre e con molto piacere, da quando scrivevi per La Stampa.
    Un’ultima chicca, ti ho visto di persona quando sei venuto a Catanzaro alla locale università.

    Ti saluto cordialmente
    Giuseppe Torchia

Rispondi a giuseppe torchiaCancel Reply