Identikit: Vittorio Zucconi, un po’ tifoso e un po’ scoiattolo

Schermata 2016-06-21 a 12.12.11Chi ha buona memoria e ormai qualche anno, ricorderà come Vittorio Zucconi fosse spesso al Maurizio Costanzo Show. Il conduttore, giustamente, ripeteva spesso che Zucconi era uno dei pochi a poter parlare e scrivere di tutto. Era vero e stilisticamente vale ancora oggi: contenutisticamente, dipende. Rispetto a quei tempi ormai lontani, Zucconi è cambiato un po’. Come tutti, del resto. Il talento c’è ancora, la piacevolezza (quando vuole) pure. Vanno però riscontrate alcune timide variazioni rispetto alla matrice originaria zucconiana. In primo luogo, ora che è direttorissimo della bella Radio Capital, Zucconi tromboneggia senza sosta. Quando dialoga con gli ascoltatori, sembra sempre più il parroco di paese che sentenzia su tutto: Don Vittorio da Repubblica, officiante laico di renzismo buono e boschismo vivido. In secondo luogo, la scoperta dei social ha avuto nella vita di Zucconi lo stesso impatto del noto meteorite su Tunguska. Non appena ha scoperto Twitter, Don Vittorio ha cominciato a mitragliare cinguettii lividi come se piovesse: arginarlo è davvero impossibile. C’è poi il terzo aspetto, che riguarda il suo totale abbandono della ragion critica politica. Tutti hanno simpatie politiche, e ci mancherebbe altro. Chi finge di essere super partes, spesso, è solo un paraculo in incognito. Solo che Zucconi esagera. Finché c’era Berlusconi da combattere, per lui (e tanti come lui) era facile: bastava attaccare Silvio e si sembrava tutti democratici, illuminati e di sinistra. Con l’arrivo di Renzi, brutta copia di Schermata 2016-06-21 a 12.12.32Berlusconi come di Craxi, Zucconi ha purtroppo svelato di essere politicamente uno Staino senza matita: uno Zdanov qualsiasi della Boschi. Spiace molto vederlo così, perché una tale condotta te la aspetti da un Lavia (chi?) ma mette tristezza se ad abbracciarla è una bella firma come Vittorio. Ma non c’è niente da fare: per lui la Madia è la Iotti e Carbone il nuovo Engels. Zucconi non è di sinistra: è del Pd. E Zucconi non vota Pd: lo tifa. Anche se gli danno un rigore che non c’era. Anche se l’arbitro è Verdini. Anche se pure la Meloni sembra più di sinistra del Pd. Vittorio, con abnegazione indefessa, celebra il santo avvento del renzismo e scudiscia al contempo la proliferazione empia del grillismo. Più che piddino è anti-grillino. Li odia come Fellaini odia i barbieri, con ferocia belluina. Due sere fa ha commentato con commovente acredine il trionfo 5 Stelle a Roma e Torino: neanche uno scoiattolo bulimico ha mai rosicato così. Don Vittorio, del resto, si era già espresso il 16 giugno: “I non sondaggi non pubblicabili confermano: De Magistris a Napoli, Parisi a Milano, Fassino a Torino, Casaleggio a Roma” (si noti la capacità profetica degna di Fassino). Poi, domenica sera, il dramma. Lo sconforto. L’esplosione di bile: “SPQR. Sindaca Populista Qualunquista Romana” (l’ha presa bene). E ancora: “Afflusso massiccio dei voti della Dx e Leghisti su Raggi a Roma e Appendino a Torino verso vittoria. E’ nato il M5S+L”. Zucconi è così: se Renzi governa e sfascia la costituzione con Verdini, Bondi e Barani gli va bene; se invece al ballottaggio la destra vota i grillini, lui invaliderebbe il voto. Anche ieri appariva inconsolabile. Forse, anche se non avrà mai il coraggio di scriverlo, la pensa come Renzo Mattei, il fake di Renzi che imperversa su Twitter: “Sconfitta senza attenuanti. L’elettorato si deve dimettere”. Non fare così, Don Vittorio: la vita è bella. Anche senza il poster in camera di Buzzi e Carrai. (Il Fatto Quotidiano, 22 giugni 2016)

6 Comments

  1. Non mi meraviglio. Berlusconi e Renzi, da bravi demagoghi quali sono, sono bravissimi a fare da cartina tornasole: tirano fuori il lato mediocre di chiunque si lasci affascinare da loro.

  2. La seguo spesso senza commentare, anche perché di solito non ho davvero nulla da aggiungere. Stavolta però mi sento di metterci la puntina pure io, perché di tutte le porcate della sedicente informazione italiana il voltafaccia zucconiano è quella che più mi spiace e mi colpisce. Sono d’accordo con lei sulla qualità della firma e proprio per questo risulta incomprensibile l’ipocrisia incoerente con cui ora celebra nel renzismo ciò che prima condannava a spada tratta nel berlusconismo. Oddio, incomprensibile fino a un certo punto: visti anche alcuni ultimi tweet sugli europei di calcio intrisi del benaltrismo più becero (che però si cura di rinfacciare a più riprese ai “grillini”, anche fuori tema e contesto), confrontandoli col fatto che più volte è stato inviato rai a manifestazioni calcistiche come mondiali o europei stessi e ricordandolo (purtroppo per le nostre orecchie) cantare entusiasta “pòpòpòpòpòpò” ai mondiali del 2006 viene da pensare che il Sig. Zucconi è un vero professionista: parla bene di cose o persone solo se viene pagato per farlo. E, di conseguenza, il contrario.

  3. Buonasera Andrea, un bel articolo gradevole come sempre, pur se dal contenuto scontato, banale, cioè Zucconi. Non c’è nient’altro da aggiungere se non sorridere, un po’ impietosirsi. D’altronde il Vittorio Zucconi rappresenta quella classe di liberi professionisti che volenti o dolenti devono per rimanere, difendersi, nel livello lavorativo raggiunto, dentro all’informazione dato che ci lavorano. “Esso” è un direttore di una radio a cui deve sempre rendicontare al proprio editore, che a sua volta deve rendicontare ai dirigenti governativi che si occupano di “stabilizzare” l’informazione. Differente per te, e per altri come te, che da giornalisti si sono evoluti diventando dei veri e propri artisti; Di impatto pubblico notevole Gaber fu tra i primi, ma perdonami io amo Jannacci. Abbiamo pure avuto Faletti, e poi ci sei anche tu. Persone che non hanno lottato per una libertà, ma semplicemente sono liberi a prescindere; e che mi hanno insegnato che in effetti l’unico modo per non farsi imprigionare – censurare…(???) – basta semplicemente un vaffa…. e come diceva mio nonno: <> <> <> <>. Buona serata 🙂

  4. grande Scanzi!!!
    Tra questo articolo su Zucconi e quello sulla Rotta è riuscito a focalizzare uno dei problemi che affligge l’informazione mediatica e il popolo italiano, costretto a sorbirsi le menate politiche della Rotta che fa della demagogia un arte lessicale per difendere l’indifendibile, come Zucconi dal canto suo interviene pleonasticamente su molti troppi argomenti.
    Entrambi appartengono a quell’esercito di parolai di dubbia utilità per l’informazione, ma necessari per confondere le masse di lettori e ascoltatori, a che pro non saprei, sicuramente non lo faranno gratis.
    Mi piacerebbe avere un lavoro come il loro, sarei molto più bravo e utile al sistema del bla bla bla….

  5. Solo per lasciare anche sul blog del grande Andrea un rinnovato messaggio di stima infinita.Questo articolo sul zuccone è un’altra perla inanellata nella bellissima collana costituita da tutti gli articoli di Andrea Scanzi.

Rispondi a Silver SilvanCancel Reply