Di Battista: “Il sindaco di Quarto giurava, ma il ricatto c’era”

Alessandro Di Battista parla per la prima volta con un quotidiano dopo il caso Quarto. “In breve: vinciamo le elezioni quasi senza avversari. Molte liste non si presentano, a causa di un nostro ricorso. La parte inquinata del tessuto locale cerca nuovi referenti e secondo l’accusa individua De Robbio, che a Quarto risulta il più votato e chiede per questo incarichi prestigiosi – su tutti la Presidenza del Consiglio Comunale – al sindaco Capuozzo. Lei però non si fida e lo defila”.
Quindi De Robbio era già un personaggio equivoco.
Era “attenzionato”, ma solo per alcuni suoi comportamenti politici. Quando la Capuozzo viene interrogata dal pm Woodcock, decidiamo che De Robbio va espulso subito.
Con il sindaco siete stati più lenti.
Rosa giurava di non avere ricevuto ricatti ma pressioni politiche. Inizialmente le abbiamo creduto. Poi, intercettazione dopo intercettazione, il ricatto ci è parso evidente. Cinque giorni fa le abbiamo chiesto di dimettersi, non lo ha fatto e ieri è stata espulsa. Non ha colpe, ma il M5S deve sempre essere al di sopra di ogni sospetto e non accettare neanche mezzo voto inquinato.
Avete impiegato troppo tempo, lasciando campo aperto al Pd e all’attacco mediatico. Vi siete messi all’angolo da soli.
Il Pd ci ha messo un anno per Roma Capitale, noi una settimana. Dovevamo leggere bene le carte e la parte lesa siamo noi. In sei anni abbiamo avuto un solo caso di infiltrazione, peraltro in una realtà piccola e già sciolta per camorra. E abbiamo respinto quella infiltrazione, grazie al sindaco e – senza dubbio – ai magistrati e alle intercettazioni. Invitiamo anzi i giornali a pubblicare tutte le intercettazioni, mentre il Pd le vieta o le brucia come con Napolitano. Di Maio e Fico stanno perfino pubblicando gli screenshot con il sindaco: una limpidità mai vista.
Perché il sindaco vi ha mentito?
Forse per restare sindaco, forse per paura. Sono ambienti difficili. Ma ha respinto le pressioni, come ha ammesso Cantone.
Di Maio e Fico non erano d’accordo sulla espulsione.
Falso. Il Direttorio ha valutato e, anche se con sfumature diverse, era d’accordo. La questione alla fine era chiara: se al posto del M5S ci fosse stato un sindaco del Pd nella stessa occasione, avremmo chiesto le dimissioni? Sì. Infatti io le chiesi fin dall’inizio a Marino.
Torna il problema di sempre: non potete affidarvi solo al web per la selezione.
Il deputato Bonafede ha appena depositato alla Camera una proposta di legge che chiede a Prefettura e Direzione Distrettuale Antimafia di controllare le liste dei candidati. Il Pd la voterà? Ne dubito. Il problema c’è, più cresciamo e più siamo appetibili, ma in Italia la certezza di essere salvi al 100% dalle infiltrazioni non ci sarà mai. Lo stesso De Robbio era un Ufficiale della Guardia Costiera Pluridecorato: come facevi a scoprirlo prima?
Prima Gela, ora Quarto: quando governate, vi impantanate spesso.
Preferiamo essere coerenti che attaccarci alle poltrone. Anche in questo siamo opposti al Pd. Tornare al voto a Gela e Quarto non è indolore, ma era la scelta migliore per i cittadini.
Il Direttorio non è accettato da tutti: voi contate più degli altri.
L’idea di Grillo e Casaleggio, un anno fa, è stata approvata dalla maggioranza degli iscritti online. Serviva un comitato di coordinamento per gestire una crescita sempre più rapida.”Direttorio” è una parola orrenda, ma ammetto che non ce n’è ancora venuta una migliore. Beppe sta per tornare a fare spettacoli, ha tolto il nome dal simbolo, ha bisogno di tornare definitivamente libero e può farlo solo sul palco, ma rimarrà sempre legato al Movimento. Come Gianroberto.
E’ stato decisivo il parere di Saviano?
E’ stato decisivo il Direttorio, che ha deciso autonomamente e senza richieste di Grillo e Casaleggio. Su Saviano, il Pd è ridicolo: se attacca De Luca è inaccettabile, se attacca noi torna un intellettuale. La verità è che il Pd ha esagerato e calcolato male i toni.
In che senso?
Quarto è stato l’assist perfetto per distogliere l’attenzione dai sondaggi che davano Di Maio più popolare di Renzi, dallo scandalo Banche, dalla vergogna delle “riforme” costituzionali. Paragonare noi al Pd e Quarto a Mafia Capitale è di una disonestà intellettuale senza pari. La Picierno ha manifestato per chiedere le dimissioni della Capuozzo. Benissimo: la invitiamo a fare con noi lo stesso, quando – sede per sede – chiederemo di dimettersi agli 87 indagati che il Pd ha collezionato in un anno, tra sindaci e consiglieri vari. Se vuole, può venire anche Orfini.
Il Pd è ancora il primo partito.
Un anno e mezzo fa abbiamo sottovalutato Renzi, ma ora lui sta facendo lo stesso errore: sottovaluta noi e dà per scontato il “sì” al referendum. Invece il “no” può vincere: basta far capire ai cittadini che, se vincerà il “sì”, i valori primari della Costituzione salteranno, i criminali la faranno franca grazie all’impunità e scatterà un accentramento che renderà il cittadino irrilevante.
Dovrete combattere fianco a fianco con Bersani e magari pure Brunetta.
Non mi interessa, saranno i cittadini a capire chi difende la Costituzione e chi agisce per interesse personale o strategie politiche. Di sicuro Renzi sappia bene una cosa: con noi la politica dei due forni se la scorda, non lo aiuteremo neanche mezza volta. Lui può contare su Alfano e Verdini: non su di noi.
Pare quasi rimpiangere la convergenza sulla Consulta.
Al contrario: abbiamo evitato l’elezione di Violante o del legale di Verdini, facendo eleggere persone degne o se non altro molto meno discutibili di altre. Valuteremo di volta in volta, anche sulle unioni civili, ma niente aiuti o appoggi. Non scherziamo.
Renzi ha detto che la Capuozzo non doveva dimettersi.
Lo ha detto anche De Luca. Per forza: prima hanno esagerato con la foga, poi si sono resi conto che se chiedono le dimissioni a ogni indagato restano in tre. Il Pd non può permettersi onestà e questione morale. La nostra controffensiva sarà durissima: l’ipocrisia Pd è il grande male italiano. Questo deve essere chiaro.
Peggio di Salvini?
Lui neanche lo nomino, non potrei mai votarlo. E poi, dopo il caso Etruria-Boschi, siamo quasi tornati al bipolarismo. Di fatto esistiamo solo noi e il Pd. Noi e loro. Due realtà inconciliabili.
Soddisfatto del suo intervento contro la Boschi sulla questione sfiducia?
La Boschi è arrivata in Aula nervosa, stressata, tesissima. Anche la Leopolda era stata un disastro. Però ha indovinato il discorso giusto, retorico e perfetto per i cittadini che non vanno mai a fondo. A quel punto o rispondevo con un discorso tecnico o con un intervento improvvisato e senza copione sulla politica nazionale: non solo sulle banche. Lo rifarei: è stato chiaro, mai come quella volta, che esistiamo noi e loro.
La Boschi e la Madia, mentre lei parlava, ridacchiavano.
Sul momento non me ne sono accorto. Con la Boschi non ho contatti diretti da prima che facesse il Ministro. Al tempo capitava di parlarci alla Camera ed era sempre d’accordo con noi: su Letta, sul no al finanziamento pubblico, sul chiudere i rubinetti ai soldi pubblici per l’editoria. Poi è un po’ cambiata. Come Renzi. (Il Fatto Quotidiano, 13 gennaio 2016, versione estesa rispetto al cartaceo)

2 Comments

  1. comunque è irrilevante sapere se i vertici del M5S erano al corrente delle pressioni o minacce, le responsabilità ricadono sul Sindaco pubblico ufficiale e massima autorità giuridica sul territorio, era suo dovere istituzionale recarsi presso gli organismi preposti (non il vertice del M5S) è denunciare l’accaduto precedendo l’evolversi del ricatto in estorsione. Oltretutto la Sindaca essendo avvocatessa conosce il Codice Civile e Penale, che abbia respinto le pressioni è un punto a suo favore, ma sapeva benissimo di cosa stava accadendo alla sua persona in veste di Sindaco, modificare atti amministrativi come Deliberazioni e Determinazioni è un reato, minimo abuso d’ufficio…
    Allora mi chiedo:
    • perchè ha tirato avanti per mesi?
    • perchè non ha esposto denuncia circostanziata cautelando se stessa e la Giunta?
    • perchè in questo periodo ha rilasciato agli organi inquirenti sei versioni dei fatti?

    Per tutti quelli che urlano contro il M5S, che in questa vicenda ha solo peccato di inesperienza, sarà praticamente impossibile eliminare problemi di infiltrazioni mafiose o sabotaggi da parte di persone o gruppi organizzati, nemmeno utilizzando la macchina della verità si potrà fugare ogni dubbio sulle lealtà e onestà degli esponenti, l’unica certezza è che il M5S queste persone una volta svelate le espelle mentre gli altri partiti le eleggono e premiano con incarichi istituzionali.

  2. Il movimento 5 stele, grazie alla presa di coscienza degli italiani, per la loro coerenza, il programma di governo ed anche all’azione del governo Renzi negativa, quasi sicuramente anche nel lungo periodo, dico quasi perchè pur nell’incertezza, non credo alle fonti che forniscono i dati sulla crescita, job act e quant’altro, sta riscuotendo successi ogni giorno di più, e proporzionalmente aumentano gli attacchi da parte delle forze politiche di maggioranza e di tutti I media indistintamente, adesso c’è la vicenda di Quarto, prima c’era Livorno e andremo Avanti cosi fino alle prossime elezioni ed oltre. La vicenda di Quarto, sulla quale sono accesi oggi I riflettori, secondo me non poteve essere affrontata in altro modo anche per la struttura stessa del movimento, si chiede sempre chiarezza, garantismo ed è stato fatto, come dicevi tu, Casaleggio l’avrebbe espulsa dopo 7 secondi, allora perchè non lo ha fatto? Chiariamo il significato di garantismo senza ricorrere a paragoni impossibili, cosa volete, vogliamo che facciano quelli del direttoro e gli altri oltre quallo che fanno e con gli stipend che si ritagliano? Stiamo come sempre guardando il ditto puntando alla luna ma l’Italia è cosi, spero che il M5s possa cambiarla.

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